Rachel Corrie (USA 1979 – Rafah 2003) è stata
un’attivista statunitense. Era membro dell'International Solidarity Movement
(ISM) - lo stesso in cui militava Vittorio Arrigoni, rapito e ucciso a Gaza nel
2011.
Nel gennaio del 2003 Rachel si recò nella
striscia di Gaza dove partecipò attivamente ad azioni di protesta. Rachel si
definiva un "osservatore dei diritti umani", per quanto riguardava le
azioni dei militari israeliani nella zona.
Il 16 marzo 2003 Rachel fu travolta e uccisa
mentre stava cercando d’impedire ad un bulldozer corazzato dell’esercito
israeliano di distruggere alcune case palestinesi.
I testimoni raccontano che Rachel era in piedi
su un cumulo di detriti davanti al bulldozer ed indossava un giubbetto
fluorescente, rosso. Era impossibile pensare che non potesse essere vista dal
conducente del mezzo. A un certo punto, Rachel cadde dal cumulo, forse era
scivolata e non è riuscita più a rialzarsi. Il bulldozer è seguitato ad
avanzare e l’ha travolta. Un testimone oculare, ha detto: «Il bulldozer
avanzava lentamente. Quando lei è scivolata tutti noi abbiamo corso verso il
bulldozer perché si fermasse, ma chi guidava ha proseguito».
Un mese dopo il tragico avvenimento il caso fu
chiuso. La versione ufficiale dell’esercito israeliano scagionò completamente
il conducente del bulldozer. Le responsabilità
dell'accaduto furono individuate nel comportamento "illegale,
irresponsabile e pericoloso" dei dimostranti.
Nel 2010, contro la decisione di chiudere il
caso, i genitori di Rachel Corrie hanno intentato una causa civile contro lo
stato israeliano accusandolo di essere responsabile dell'uccisione della figlia
e di non aver condotto un'indagine credibile.
Ad agosto 2012 il tribunale della corte di
Haifa ha sentenziato che non ci sono stati errori nell'indagine: la versione
ufficiale è che il conducente del bulldozer non vide la giovane donna. La morte
della ragazza è stata definita in ultima analisi "uno spiacevole
incidente". Per la corte di Haifa, l'uccisione di Rachel è stato niente
altro che un deplorevole evento che la vittima avrebbe potuto evitare, perché
consapevole dei rischi cui andava incontro.
"Anche se non sorprendente, questo
verdetto è un esempio ulteriore della vittoria dell'impunità sulla
responsabilità e sull’onestà ", ha commentato l'avvocato Hussein Abu
Hussein, legale della famiglia Corrie, dopo aver appreso della decisione del
tribunale. "Questa corte - ha aggiunto l'avvocato - in questo modo ha
avvallato pratiche illegali, fra cui l'aver trascurato la protezione di vite
umane. E questo verdetto biasima in definitiva la vittima, sulla base di fatti
presentati al giudice in forma distorta".
Tutto secondo copione! Di fronte la politica di difesa e sicurezza d’Israele non esiste considerazione e rispetto per la vita umana. Con la sua sentenza, il tribunale di Haifa ha avvalorato la violazione dei diritti umani commessa dall’esercito israeliano e la cultura dell’impunità.
Il giudice divino
Le loro vie sono sempre davanti a lui,
non restano nascoste ai suoi occhi.
Su ogni popolo mise un capo,
ma Israele è la porzione del Signore.
Tutte le loro opere sono davanti a lui come il
sole,
i suoi occhi osservano sempre la loro
condotta.
A lui non sono nascoste le loro ingiustizie,
tutti i loro peccati sono davanti al Signore.
SIRACIDE (17, 13-17)