Friday, December 5, 2025

SERMONE SU GIOBBE

Nel sermone si intende approfondire un concetto fondamentale:
 o Dio “abbiamo bisogno della tua presenza”
Io credo che ognuno di noi nella sua vita avrà bisogno di percepire la presenza e di chiedere aiuto ad un’entità superiore, per poter essere consolato, perché in questo mondo da nessuno e da niente si trova risposta e conforto adeguato.

Nella Bibbia, il libro di Giobbe esprime al meglio il dramma di un uomo giusto che soffre e cerca una risposta al perché dei suoi mali, nella sua disperazione arriverà a confrontarsi con DIO, dal quale non riceverà esplicitamente una risposta, ma che sarà tuttavia consolato.


Il libro di Giobbe, appartenente ai libri sapienziali della Bibbia, si ritiene sia stato scritto nel periodo IV – II secolo A.C. ed offre un insegnamento profondo e ancora molto attuale.

 
Al centro di questo libro c'è la domanda sul dolore innocente, ovvero: perché soffre il giusto?

 
Tutto il libro di Giobbe è una ricerca di Dio attraverso la galleria oscura della sofferenza.
Giobbe non è un uomo, è l’umanità.


Il libro, di autore anonimo, è composto da 42 capitoli descriventi la storia del saggio Giobbe, la cui vita è provata da tribolazioni inspiegabili, riporta inoltre molte meditazioni contenute nei dialoghi con i suoi tre amici sul perché Dio permetta il male all'uomo giusto.

Riporto alcune pagine del libro
Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male.Giobbe è un uomo giusto che perde tutto: famiglia, salute, beni. Si interroga sul senso della sofferenza, ma le sue domande restano in gran parte senza risposta.
Giobbe è così disperato che arriva a maledire il giorno della sua nascita. Non vorrebbe essere mai nato!

Giobbe - Capitolo 3 (1,-13)
Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
prese a dire:
Perisca il giorno in cui nacqui
Quel giorno sia tenebra,
né brilli mai su di esso la luce.

Gli amici di Giobbe cercano di spiegare la sua sventura con argomenti teologici semplici: “Se soffri, allora hai peccato.”  Questa è la dottrina tradizionale della retribuzione Le disgrazie dipendono dal peccato; è un ragionamento molto preciso, direi prepotente, se hai peccato avrai disgrazie, se hai disgrazie, hai peccato!

Giobbe – Capitolo 4 (1,-9)
In questo capitolo Elifaz amico di Giobbe prende la parola e disse:
Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai furono distrutti gli uomini retti?
Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
chi semina affanni, li raccoglie.

Questo tipo di logica è ancora comune oggi, quando si cercano colpevoli o cause morali dietro a disgrazie personali o collettive.
Giobbe non accetta la spiegazione basata sulla dottrina della Retribuzione.
Inoltre Giobbe non accetta passivamente il dolore, ma grida, discute, si lamenta anche con Dio.

Giobbe - Capitolo 7
Giobbe non cede, Giobbe si ritiene innocente … ma mentre gli amici di Giobbe parlano di Dio, Giobbe vuole parlare con Dio. Giobbe si sente trattato come un nemico da Dio che lo scruta. Ma Giobbe cerca il Dio della misericordia.
Questo mostra che la fede autentica non è cieca rassegnazione, ma può includere il dubbio, la rabbia, la ricerca sincera. È un modello di onestà spirituale e di autenticità emotiva.
E qui si arriva ad un concetto fondamentale nel libro:
La presenza conta più delle spiegazioni
 

Alla fine, Dio non fornisce a Giobbe risposte dirette, ma gli si rivela nella Sua grandezza.
Giobbe - Capitolo 38 (1,-18)
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri?
Dimmelo, se sei tanto intelligente!
Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
Dillo, se sai tutto questo!
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
Oseresti tu cancellare il mio giudizio,
dare a me il torto per avere tu la ragione?

 
 Giobbe non riceve una soluzione logica, ma una presenza che lo rassicura. 


Ed allora nel - Capitolo 42 (1,-6)
Giobbe prese a dire al Signore:
«Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.
Chi è colui che, da ignorante,
può oscurare il tuo piano?
Davvero ho esposto cose che non capisco,
cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.
Io ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
Perciò mi ricredo e mi pento
sopra polvere e cenere».

 

Giobbe vuole dire: Perciò detesto polvere e cenere, le miserie ed i mali della terra, ma ne sono consolato!
 Il dolore rimane, non è giustificato per Giobbe eppure lui ha incontrato Dio. Giobbe crede in Dio incondizionatamente!
Dio non è venuto per spiegare, ma per compiere. Dio non è venuto per spiegare la sofferenza è venuto per riempirla della sua presenza.


 In sintesi cosa ci dice il libro di Giobbe?
·    Il dolore rimane per Giobbe eppure lui ha incontrato Dio.
·    Giobbe china il capo ed accetta Dio!
·     Giobbe è consolato
·    Giobbe vive la fede anche nel dubbio e nel dolore.
·    Dio non retribuisce in base ai meriti, però compete a lui il fine ultimo dell’universo
·    Dio non è venuto per spiegare il mistero della sofferenza è venuto per riempirla della sua presenza. Giobbe è custode di questa Fede
 

Sorelle e fratelli
Il libro è una sfida per il lettore,
la sua lettura lascia perplessi e fa molto riflettere.
Io credo che metta alla prova l’intimo della nostra fede, perché prepotentemente chiede ad ognuno di noi una risposta, una presa di coscienza.
Cosa credi? Cosa è Dio per te? Puoi vivere senza di lui? Hai bisogno della sua presenza? Hai bisogno di chiedere il suo aiuto?
La risposta a queste domande, il libro di Giobbe non le fornisce esplicitamente. Il libro di Giobbe, la risposta la vuole da te!
 

Personalmente mi sono soffermato sull’assioma:
“Dio non è venuto per spiegare, ma per compiere. Dio non è venuto per spiegare la sofferenza è venuto per riempirla della sua presenza”.


E poi
Giobbe è consolato, ed a questo Dio, Giobbe china il capo e lo accetta.
Mi sono allora chiesto:
Quale è l’insegnamento del libro di Giobbe? Il suo messaggio è per noi ed i nostri tempi attuale?
Non posso che condividere che:
Il libro ci ricorda che non tutto il dolore ha una spiegazione immediata o razionale, e che il mistero della vita supera la nostra capacità di comprendere tutto.
 

E che poi:
Ci sono situazioni, momenti nella vita, come per Giobbe, in cui abbiamo bisogno di chiedere sostegno ed aiuto. Nessuno risponde, gli eventi ci travolgono, non si vede una via di uscita e nessuno è in grado di consolarci. 


Ed è anche vero che:
Non è possibile spiegare, sopportare il dolore, le ingiustizie, il male di questo mondo senza avere la visione di un’entità superiore che ci sostenga, ci dia forza, speranza e, fiducia.
 

Ed allora:
Per superare il male e la sofferenza che opprime me e questo mondo Chiedo Aiuto a te Dio,
·    Ho bisogno di non sentirmi solo
·    Ho bisogno di essere sostenuto
·    Ho bisogno di poterti chiederti aiuto
·    Non ti chiedo d’intervenire, ti chiedo solo … dammi la forza!
·    Ho bisogno della tua presenza!
 

Come per Giobbe nella fede Io chino il capo e ti accetto Dio, ho bisogno della tua presenza nella mia vita, ho fede in te perché ho bisogno di credere in un qualcosa che mi aiuti a superare le miserie, le ingiustizie, i limiti dell’esistenza umana e di questo mondo.
Come Giobbe, chino il capo, chiedo il tuo aiuto con la preghiera e ne sono consolato.
Come Giobbe, non mi sarà risparmiata polvere e cenere, sofferenza e dolore, ma troverò pace nella FEDE.

Autore:
Sandro Bellisario
Zurigo 3 luglio 2025