Tuesday, February 5, 2019

KOHLEN FÜR MIKE












Ich habe gehört, dass in Ohio
Zu Beginn dieses Jahrhunderts
Ein Weib wohnte zu Bidwell
Mary McCoy, Witwe eines Streckenwärters
Mit Namen Mike McCoy, in Armut.

Aber jede Nacht von donnernden Zügen der Wheeling
Railroad warfen die Bremser einen Kohlenklumpen
Über die Zaunlatten in den Kartoffelgarten
Mit rauher Stimme ausrufend in Eile:
Für Mike!

Und jede Nacht, wenn der Kohlenklumpen für Mike
An die Rückwand der Hütte schlug
Erhob sich die Alte, kroch
Schlaftrunken in den Rock und räumte zur Seite den
Kohlenklumpen
Geschenk der Bremser an Mike, den Gestorbenen, aber
nicht Vergessenen.

Sie aber erhob sich solange vor Morgengrauen und räumte
Ihre Geschenke aus den Augen der Welt, damit nicht
Die Bremser in Ungelegenheiten kämen
Bei der Wheeling Railroad.

Dieses Gedicht ist gewidmet den Kameraden
Des Bremsers Mike McCoy
 (Gestorben wegen zu schwacher Lunge
Auf den Kohlenzügen Ohios)
Für Kameradschaft.

Bertold Brecht
Gesammelte Gedichte Bd.2

Monday, February 4, 2019

CARBONE PER MIKE













Ho sentito dire che all’inizio di questo secolo
a Bidwell nell’Ohio viveva in povertà una donna,
Mary McCoy vedova di un guarda binari
di nome Mike McCoy.

Ma ogni notte dai treni tonanti della Wheeling
Railroad i frenatori gettavano un pezzo di carbone
oltre lo steccato, nel campo di patate,
gridando in fretta con voce rauca:
Per Mike!

Ed ogni notte, quando il pezzo di carbone
per Mike colpiva il retro della capanna,
la vecchia si alzava, si trascinava fuori ubriaca
di sonno avvolta nella sua vestaglia e
metteva da parte il pezzo di carbone,
regalo dei frenatori a Mike,
scomparso si, ma non dimenticato.

Sempre, prima dell’alba, la donna faceva scomparire
il loro regalo dagli occhi del mondo affinché i frenatori
non venissero a trovarsi in difficoltà con la
Wheeling Railroad.

Questa poesia è dedicata ai compagni del frenatore
Mike McCoy (morto per insufficienza polmonare,
lavorando sui treni a carbone dell’Ohio)
Per fratellanza.

Bertold Brecht

Traduzione in italiano di Sandro

Wednesday, December 12, 2018

IL PRESEPIO DELLA NOTTE MAGICA




(….) Dicono
Che quando giunge la stagione in cui
si celebra la nascita del nostro Salvatore,
quest’uccello dell’alba canta tutta la notte.
E poi, dicono, nessuno spirito osa
andare in giro; salubri le notti,
nessun pianeta colpisce, nessuna fata incanta,
non c’è strega che abbia il potere di affatturare,
Tanto benigno e grazioso è quel tempo.

W. Shakespeare
Amleto, atto I, scena prima

Ho realizzato questo piccolo presepio utilizzando come materiale pietre e legno forgiato dalla natura. Le figurine sono quelle del presepio che si trovava a casa dei miei genitori a Roma.

Con i suoi versi W.Shakespeare esprime in modo mirabile la magia della Notte di Natale. Con questa mia rappresentazione della nascita di Gesù ti auguro Buon Natale.

Sandro
Natale 2018

Thursday, November 15, 2018

MAK FILISER

Quello che è successo accade spesso. Mak Filiser, ormai anziano, non poteva più rimanere in casa da solo e i suoi familiari non potendolo accudire, lo hanno ricoverato in una casa di cura per anziani in un paese di campagna australiano. I famigliari piano piano hanno diradato le visite e lui si è trovato solo e abbandonato, fino al giorno della sua morte all’età di 86 anni.
Alla sua morte, gli infermieri del reparto geriatrico della casa di cura in cui viveva, hanno iniziato a pulire e sistemare i suoi oggetti. Tra le sue carte, una delle infermiere ha trovato una poesia scritta da Mak e ne è rimasta così colpita che ha fatto delle fotocopie e le ha distribuite a tutti i colleghi.
Per iniziativa di un infermiera di Melbourne una copia della poesia è stata pubblicata, nelle edizioni di Natale delle riviste per la salute mentale di tutto il paese, come unico lascito di questo vecchio per i posteri. E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l’autore di questa poesia che vola attraverso la rete internet e non solo.



"Vecchio scorbutico"

Che cosa vedi infermiera? Cosa vedi?
A cosa stai pensando … quando mi guardi?
Vedi un uomo vecchio, irritabile … non molto saggio.
Dalle abitudini incerte … con gli occhi spenti?
Che dribbla con il cibo … e non da alcuna risposta.
Quando provi a dirgli a voce alta: ...” almeno assaggia”!

Sembra non gli importi … quello che tu fai per lui.

Uno che perde sempre il calzino o la scarpa,
Uno, che ti resista o meno … ti permette di occuparti di lui,
per fargli il bagno, per alimentarlo … per tutta la lunga giornata.
È questo che stai pensando? E questo quello che vedi?
Apri gli occhi infermiera! ... tu non sembri interessata a me.

Ora ti dirò chi sono... mentre me ne sto qui, seduto in silenzio
lasciandomi imboccare per compiacerti.

«Io sono un piccolo bambino di dieci anni … con un padre ed una madre,
Fratelli e sorelle … che si vogliono bene.
Sono un ragazzo di sedici anni … con le ali ai piedi.
Che sogna presto … di incontrare l’amore.
A vent’anni sono già sposo … il mio cuore batte forte.

Ricordando, entusiasta … ciò che promisi di mantenere.

A venticinque anni … ho già un figlio mio.
Che ha bisogno della mia guida … di una casa sicura e felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent’anni … e mio figlio è cresciuto in fretta,
siamo molto legati uno all’altro … da un sentimento che dovrebbe durare a lungo.
Ho quarant’anni, mio figlio ora è un adulto … e se ne è andato.
Ma la mia donna mi sta’ accanto ... per consolarmi affinché io non pianga.
A poco più di cinquant’anni … i bambini giocano attorno alle mie ginocchia.

Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.

Ma arrivano giorni bui …. mia moglie muore.
Guardo al futuro … rabbrividisco con terrore.
Abbiamo allevato i nostri figli … poi loro hanno allevati i propri.
E penso agli anni vissuti … all’amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio … e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia … con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola … grazia e vigore mi abbandonano.
Ora c’è una pietra … dove una volta c‘era un cuore.

Ma all’interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora.

E così adesso, ancora una volta … il mio cuore martoriato si gonfia.
Mi ricordo le gioie… ricordo il dolore.
E sto amando e vivendo… è di nuovo la vita.
Ripenso a tutti gli anni, troppo pochi… scivolati via veloci.
E devo accettare il fatto… che niente può durare».

Quindi aprite gli occhi gente... apriteli e guardate.

”Non un uomo vecchio e scorbutico”

Avvicinatevi meglio … e vedete… ME!!

Mak Filiser



“Cranky Old Man“

What do you see nurses? What do you see?
What are you thinking…when you’re looking at me?
A cranky old man…not very wise,
Uncertain of habit…with faraway eyes?
Who dribbles his food…and makes no reply.
When you say in a loud voice…I do wish you’d try!’

Who seems not to notice…the things that you do.
And forever is losing…A sock or shoe?
Who, resisting or not…lets you do as you will,
With bathing and feeding…The long day to fill?
Is that what you’re thinking? Is that what you see?
Then open your eyes, nurse…you’re not looking at me.
I’ll tell you who I am … As I sit here so still,
As I do at your bidding…as I eat at your will.

I’m a small child of Ten…with a father and mother,
Brothers and sisters…who love one another
A young boy of Sixteen…with wings on his feet
Dreaming that soon now…a lover he’ll meet.
A groom soon at Twenty…my heart gives a leap.

Remembering, the vows…that I promised to keep
At Twenty-Five, now…I have young of my own.
Who need me to guide…And a secure happy home.
A man of Thirty…My young now grown fast,
Bound to each other…With ties that should last.
At Forty, my young sons…have grown and are gone,
But my woman is beside me…to see I don’t mourn.
At Fifty, once more…Babies play ’round my knee,

Again, we know children…My loved one and me.

Dark days are upon me…My wife is now dead.
I look at the future…I shudder with dread.
For my young are all rearing…young of their own.
And I think of the years…And the love that I’ve known.
I’m now an old man…and nature is cruel.
It’s jest to make old age…look like a fool.
The body, it crumbles…grace and vigor, depart.
There is now a stone…where I once had a heart.

But inside this old carcass a young man still dwells, 

And now and again…my battered heart swells
I remember the joys…I remember the pain.
And I’m loving and living…life over again.
I think of the years, all too few…gone too fast.
And accept the stark fact…that nothing can last.
So open your eyes, people…open and see.

Not a cranky old man.

Look closer…see…ME!!

by Mak Filiser

Traduzione della poesia in Italiano
Sandro

Wednesday, November 7, 2018

ANGELO CIOCCA LO SCARPARO

Er parlamentare europeo de la Lega Angelo Ciocca se porta a casa tra stipennio e indennità più de 10 mila euro ar mese.

Tutta 'sta barca de quatrini Angelo Ciocca, brav’omo, onesto e coscienzoso se li vò guadambià e da politico se vò puro fà notà. Sennò a Brussell che cavolo ce l’hanno mannato a fà?

„Audaces fortuna iuvat“.

Quanno a Strasburgo, li nemici der popolo italiano, bocciano co la lettera de risposta la lista de la spesa der governo giallo-verde …
Ciocca nun ce stà.

Fa 'no zompo, se leva 'na scarpa griffata „made in Italy“ e la sbatte su la lettera pe' controfirmà.

Così l’italiani se fanno rispettà! Così je dice la capoccia ar sor Ciocca: cor carcagno mio contro tutte le bucie de 'sti „euroimbecilli“.

In verità l‘ Italia de Ciocca, e di chi ce l’ha mannato ar parlamento europeo, se deve annà a nasconne de vergogna. N’antra figuraccia, come ai tempi der Berlusca e a storia der Kapò.

Ma cor Bullo e Giggetto ar governo che te voi aspettà? A monnezza finirà. Co 'na mano davanti e una de dietro, come don Farcuccio, finirà.



Sandro
07.11.2018

Wednesday, August 22, 2018

CHIESA EVANGELICA VALDESE DI ZURIGO

Domenica 12 agosto 2018 ho partecipato al culto della „Chiesa Evangelica di lingua italiana di Zurigo“. Il rito, le preghiere e le parole pronunciate dal Pastore della chiesa Valdese, sono state una invocazione ed una lode a Dio che ho ascoltato con grande attenzione e partecipazione. Del culto riporto due preghiere:

PREGHIERA DI CONFESSIONE
«Signore e Dio nostro – quello che richiedi da noi come singoli, singole e comunità, è chiaro: praticare la giustizia, amare la misericordia, camminare umilmente con te.
Noi siamo consapevoli che la nostra vita è dominata da altri principi. Ci lasciamo influenzare dai nostri interessi, dalla nostre vedute e, anziché da ciò che tu richiedi.
Signore, perdonaci.
Fa‘ che la tua grazia sia più forte delle nostre contraddizioni e delle nostre debolezze. Rialzaci quando cadiamo a causa delle nostra fragilità e del nostro orgoglio. Insegnaci a ricominciare ogni giorno a camminare con te, e così imparare a vivere del dono della tua misericordia e della tua giustizia. Te lo chiediamo in nome di Gesù. Amen»


PREGHIERA D’INTERCESSIONE
«Signore ti preghiamo che la tua chiesa – ogni chiesa che confessa Cristo come proprio Signore e salvatore – compia con maggiore fedeltà il ministero di riconciliazione là dove l’egoismo e il sospetto trasformano gli „altri“, i „diversi“ in antagonisti da cui difendersi erigendo barriere e nuovi muri. Fa che la tua chiesa operi per la pace là dove l‘intolleranza religiosa divide la comunità umana.
Ti preghiamo per tutti e tutte coloro che stabiliscono e difendono i diritti delle persone di ogni convinzione religiosa. Ti preghiamo per coloro che hanno abdicato alla speranza ed alla rassegnazione. Per coloro che soffrono nell’anima e nel corpo. La tua parola ci spinga a costruire la comunità del tuo amore solidale, dove il sofferente ritrova forza e l’oppresso liberazione, il disperato nuova fiducia, il profugo ospitalità. Nel nome del tuo Figlio Gesù, che ci ha insegnato a dirti; „Padre nostro …»


Queste due preghiere sono opera del pastore E.Campi che mi ha fornito il testo. Frequento la chiesa Valdese di Zurigo saltuariamente, mi sono presentato come uno sconosciuto, ma fin dall’inizio sono stato accettato fraternamente e senza condizioni. Non ho incontrato gerarchie ed autorità, nessuno vuole imporre niente a nessuno, ci si sente liberi di esporre le proprie idee, non c’è traccia d’intolleranza, i diversi non sono visi come antagonisti ma portatori di nuove idee e valori, vengono ascoltati. Il messaggio cristiano ed ecumenico della chiesa Valdese è ben riportato nella „Preghiera d’intercessione “.

Sandro
20.08.2018

Wednesday, June 6, 2018

LA SANTISSIMA TRINITÀ: POTENZA E MAGIA DEL NUMERO TRE

Nella storia degli uomini il numero 3 ha sempre avuto un ruolo importante. Anzi nella storia personale di ciascuno esso è profondamente radicato e interiorizzato a tutti i livelli, intellettuale, emotivo, culturale, religioso, letterario. Tanto da farne una cabala del destino. Pitagora, il matematico greco-tarantino (+ 495 a.C.) lo spiegava con il fatto che il numero 2 rappresenta il pari, l’1 il dispari, il 3 la sintesi. Il 2 separa, (uomo-donna), il 3 unisce (uomo-donna figlio). E qui le esemplificazioni sono infinite. A ben osservare la triade è alla base di tutto, quando si vuole spiegare agli altri o spiegarsi le realtà più complesse si pone come base inconscia il numero tre. Il filosofo Aristotele aveva inventato il sillogismo, dimostrazione stringente su tre parti: a) premessa maggiore b) premessa minore c) conclusione. Esempio attualizzato: a) tutte le nazioni hanno un confine b) l’Italia è una nazione c) quindi anche l’Italia ha i confini. Triade abbiamo pure nei nostri tribunali: accusa, difesa, giudice. Per i cinesi 3 è il numero della totalità cielo, terra, umanità. Nell’astronomia il sole ha 3 parabole: alba, meriggio, tramonto. Nella Bibbia abbiamo una dovizia di numeri 3. Tre sono le porte del tempio, tre i figli di Noè, tre i giorni delle tenebre in Egitto prima dell’esodo degli ebrei, tre i giorni di Giona nel ventre della balena. Tre i Re Magi alla grotta del bambin Gesù. Tre i testimoni della trasfigurazione del signore sul monte Tabor, tre i giorni di Gesù nel sepolcro, tre i componenti della sacra Famiglia in terra: Maria Giuseppe Gesù, tre i componenti della Famiglia divina in cielo: Padre Figlio Spirito Santo. Tre le virtù teologali della perfezione umana: fede, speranza, carità. Tre i passaggi dei mistici nelle loro esperienze interiori: purificazione, illuminazione, unione con la divinità. Il nostro sommo poeta Dante ha strutturato la Divina Commedia, il suo capolavoro immortale su tre luoghi post mortem: paradiso, purgatorio, inferno, trentatré la cantiche in versi terzine, tre le fiere che il poeta incontra nella selva oscura, tre le persone che dal cielo corrono in suo auto: La Vergine, Lucia e Beatrice. Nelle fiabe dei romanzieri tre sono le prove che l’eroe deve superare. Giulio Cesare al ritorno dalle Gallie (55.a.C.) celebrò il suo trionfo con tre autoelogi; venni, vidi, vinsi. Anche nel genere musicale il numero tre fa bella comparsa. Puccini nella Turandot, brano “Nessun dorma“ fa brillare tre volte il suo tenore: “all’alba vincerò, vincerò, vincerò” E Rocco Granata vuole più presto sposare tre volte: Marina, Marina, Marina. Non andiamo poi ai proverbi popolari, pieni di sapienza e in genere ternari:” tre cose non tornano più indietro e più richiamar non vale: la freccia scoccata dall’arco, voce dal sen fuggita, e l’occasione perduta”. Tre sono le saggezze della vita e senza limiti: il cielo con le sue stelle, il mare con le sue gocce, il cuore con le sue lacrime. Pure le scienze moderne della psicologia presentano l’uomo in ternario: spirito, mente, corpo. E Freud nella psicanalisi struttura l’uomo a tre piani: inconscio(es), la coscienza(l’io), l’autorità (il super-io). Ma quello che nel senso di questo articolo potrebbe interessare è il tre nell’ambito religioso. Le grandi culture e religioni sin dall’antichità venerano il numero tre come divino e sacro. Mitologia indù: Brahma (creazione), Wisnu (conservazione), Shiva (distruzione). Mitologia egiziana: Iside padre, Osiride madre, Horus figlio. Mitologia greca: Giove, Poseidone, Ade. A questo punto qualcuno si chiederà: ma come sono questi tre giorni durante i quali Gesù rimase nel sepolcro? Alla lettera tre giorni significano 72 ore. Ma Gesù sepolto è rimasto solo 32 ore o qualcosa di più (dal pomeriggio del venerdì santo ore 17 fino all’alba della domenica di Pasqua). E qui la fede non si perde se si da’ all’affermazione un valore simbolico (da non confondere con leggendario): numero tre significa perfezione, completezza. Gesù è risorto, cioè da Dio glorificato allorché, ha compiuto totalmente e perfettamente la missione della sua esistenza. Tutto questo ci richiama infine al grande mistero della Santissima Trinità, un Dio in tre persone, Padre, Figlio, Spirito Santo. Che è? Politeismo, un panteon di divinità, rivelazione divina, esoterismo? Linguaggio dei concili di chiesa dei primi tre secoli? Quando si recita il Credo noi ripetiamo parole che al tempo della filosofia greca avevano tutt’altro significato. Non bisogna dimenticare che anche le parole hanno una loro evoluzione e vanno quindi situate nel contesto del tempo. Indubbiamente la recita del Credo presenta una terminologia difficile come “Gesù unigenito figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, generato non creato, della stessa sostanza del Padre, credo nello Spirito santo che procede dal Padre e dal Figlio…” Quando davanti alla Basilica della Natività di Betlemme si sente ripetere dagli ebrei e dai musulmani che Dio non ha figli, si rimane non tanto nel dubbio ma certo nella difficoltà di intendersi. Usiamo le stesse parole con lo stesso significato? Qui nessuno vuole farci perdere la fede e depennare un dogma ma ci si può accontentare di una spiegazione più empatica, vicina alla nostra esperienza e sete del divino, cioè: Dio è uno, autore e provvidenza della nostra vita (padre), è relazione personale con noi (figlio), e ci infonde entusiasmo nella vita (Spirito Santo). Questo non è un liquidare la Trinità, ma renderla più accessibile. Versione attuale, quale potenza e magia del numero 3.

Autore: Albino Michelin
A cura di ColosseoNews
06.06.2018