«Nel
1948 gli arabi della Palestina scacciati dalle loro case dai Sionisti sono
fuggiti portando con se, assieme alle loro poche cose, un simbolo della loro
proprietà: la chiave della loro casa che sono stati costretti a lasciare
assieme alla loro terra. La chiave consegnata dai padri ai figli per
generazioni, come simbolo del loro diritto di proprietà, usurpato ma mai
estinto, testimonierà sempre della violenza e del furto da loro subito.
Un
giorno quegli uomini, o i loro figli, o i figli dei loro figli, torneranno alla
loro casa in Palestina, od al luogo dove essa sorgeva perché distrutta dagli
occupanti, portando con se la chiave. Quel giorno i nuovi proprietari occupanti
esibiranno dei pezzi di carta legittimati dalle loro autorità. Pezzi di carta
che non valgono nulla perché supportati dal sopruso e dalla forza, quindi non
legittimi».
L’esodo palestinese del 1948 è conosciuto come
Nakba (in arabo catastrofe). L’esodo della popolazione araba palestinese è
avvenuto durante la guerra civile del 1947-48, al termine del mandato
britannico e durante la guerra arabo-israeliana, dopo la fondazione dello stato
di Israele. La Nakba è anche all’origine della tragedia dei “rifugiati
palestinesi”.
Israele con la sua politica sionista ha sempre
negato e cercato di far dimenticare con ogni mezzo che la popolazione araba in
Palestina è stata derubata e scacciata dalle loro terre con la forza. Ha sempre
negato che lo sradicamento della popolazione autoctona palestinese facesse
parte di un piano ben preciso architettato dai suoi massimi esponenti politici
e portato a termine con le armi.
Lo storico israeliano Benny Morris sostiene
che l'esodo palestinese del 1948 sia stato inevitabile. La comunità ebrea in
Palestina era minacciata dagli stati arabi, correva il pericolo di essere
estinta ed uno Stato ebraico non poteva sopravvivere con una presenza araba
troppo consistente.
La nuova storiografia israeliana ha
riesaminato l’esodo palestinese, ridefinendolo come atto di pulizia etnica. Lo
studioso israeliano Ilan Pappe autore del libro “La pulizia etnica della
Palestina” sostiene e documenta che il movimento sionista nel creare il proprio
Stato-nazione si è reso responsabile di un crimine che volutamente è stato
cancellato dalla memoria globale e rimosso dalla coscienza del mondo.
Nel libro di I.Pappe è riportato che a marzo
del 1948 i dirigenti sionisti con a capo Ben Gurion diedero il via al Piano D
(Dalet in ebraico) che contemplava la sistematica espulsione dei palestinesi
dai loro territori e la distruzione delle loro aree rurali ed urbane. Gli
ordini alle unità operative erano accompagnati da una descrizione dei metodi da
usare per espellere i palestinesi: intimidazione su vasta scala, assedio e
bombardamenti dei villaggi e centri abitati, incendi di case e demolizioni.
Quando la missione fu compiuta, più della metà della popolazione originaria, almeno
750.000 persone, era stata sradicata, 531 villaggi erano stati distrutti e 11
quartieri urbani svuotati dai loro abitanti. La sistematica attuazione del
Piano D fu un evidente operazione di pulizia etnica, considerata oggi dal
diritto internazionale un crimine contro l’umanità.
Palestina
1947-48 fatti storici
1917
Dichiarazione Balfour: promessa fatta dalla Gran Bretagna al movimento sionista di assicurare un “focolare” per gli ebrei di Palestina
Dichiarazione Balfour: promessa fatta dalla Gran Bretagna al movimento sionista di assicurare un “focolare” per gli ebrei di Palestina
1922
Il Consiglio della Lega delle Nazioni approva il Mandato britannico in Palestina. Dal censimento inglese della Palestina risulta: popolazione totale 757.182 di cui 78% mussulmani, 11% ebrei, 9.6% cristiani.
Il Consiglio della Lega delle Nazioni approva il Mandato britannico in Palestina. Dal censimento inglese della Palestina risulta: popolazione totale 757.182 di cui 78% mussulmani, 11% ebrei, 9.6% cristiani.
1923
Inizio del mandato britannico in Palestina.
Inizio del mandato britannico in Palestina.
Il periodo fino alla seconda guerra mondiale è
caratterizzato da un immigrazione sionista su vasta scala, attività
diplomatiche che hanno lo scopo di favorire la costituzione di uno stato
ebraico in Palestina, sommosse e scontri a fuoco tra palestinesi e sionisti.
1940-45
Seconda guerra mondiale, per gli ebrei tragedia dell’Olocausto. Molti sopravvissuti emigrano in America, altri si dirigono verso la Palestina attirati dal nascente stato ebraico.
Seconda guerra mondiale, per gli ebrei tragedia dell’Olocausto. Molti sopravvissuti emigrano in America, altri si dirigono verso la Palestina attirati dal nascente stato ebraico.
1947
Sopraffatta dagli eventi l’Inghilterra dichiara che si ritirerà dalla Palestina.
A novembre l’Assemblea Generale dell’ONU adotta la “risoluzione 181” di spartizione della Palestina che prevede la creazione di due stati. La spartizione non è accettata dai palestinesi.
Inizia l’espulsione degli arabi palestinesi nativi da parte degli ebrei d’Israele.
Sopraffatta dagli eventi l’Inghilterra dichiara che si ritirerà dalla Palestina.
A novembre l’Assemblea Generale dell’ONU adotta la “risoluzione 181” di spartizione della Palestina che prevede la creazione di due stati. La spartizione non è accettata dai palestinesi.
Inizia l’espulsione degli arabi palestinesi nativi da parte degli ebrei d’Israele.
1948
(Gennaio – Maggio)
(Gennaio – Maggio)
Nasce il Movimento Nazionale Palestinese, iniziano
a formarsi gruppi di resistenza alla spartizione della Palestina.
Scoppia la guerra tra ebrei e arabi (Esercito Arabo di Liberazione). Il gruppo paramilitare sionista Haganà dichiara la mobilitazione. La Consulta, organo direttivo sionista con a capo Ben Gurion, finalizza il piano Dalet, per l’espulsione dei palestinesi dalle loro terre.
Il presidente Truman assicura il sostegno alla causa sionista.
Scoppia la guerra tra ebrei e arabi (Esercito Arabo di Liberazione). Il gruppo paramilitare sionista Haganà dichiara la mobilitazione. La Consulta, organo direttivo sionista con a capo Ben Gurion, finalizza il piano Dalet, per l’espulsione dei palestinesi dalle loro terre.
Il presidente Truman assicura il sostegno alla causa sionista.
L’Haganà inizia a cacciare i palestinesi
dall’area costiera tra Haifa e Giaffa. I villaggi lungo la strada Tel Aviv -
Gerusalemme sono occupati e i residenti espulsi.
Massacro di Deir Yassin da parte dei gruppi estremisti sionisti Irgun e Stern.
Haifa viene ripulita della sua popolazione palestinese. L’Haganà occupa una zona di Gerusalemme Ovest, da cui tutti i palestinesi sono espulsi.
La Legione Araba attacca comunità ebraiche come rappresaglia per le azioni militari ebraiche. Giaffa si arrende all’Haganà.
A maggio ca. 220.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro case.
Massacro di Deir Yassin da parte dei gruppi estremisti sionisti Irgun e Stern.
Haifa viene ripulita della sua popolazione palestinese. L’Haganà occupa una zona di Gerusalemme Ovest, da cui tutti i palestinesi sono espulsi.
La Legione Araba attacca comunità ebraiche come rappresaglia per le azioni militari ebraiche. Giaffa si arrende all’Haganà.
A maggio ca. 220.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro case.
Il 14 maggio Israele dichiara la sua
indipendenza e la fondazione dello stato ebraico. Il presidente Truman
riconosce lo stato d’Israele. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU chiede il
cessate il fuoco.
(Giugno – Ottobre)
È un periodo caratterizzato da due tregue. L’esercito israeliano IDF, subentrato all’Haganà, occupa le città di Lydd e Ramla, assalta villaggi e seguita a scacciare migliaia di palestinesi dalle loro terre.
È un periodo caratterizzato da due tregue. L’esercito israeliano IDF, subentrato all’Haganà, occupa le città di Lydd e Ramla, assalta villaggi e seguita a scacciare migliaia di palestinesi dalle loro terre.
(Novembre)
Il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede una tregua immediata e il ritiro delle truppe.
Le Nazioni Unite adottano la “risoluzione 194” che dichiarava l’incondizionato diritto al ritorno dei profughi palestinesi alle loro case. Una delle tante risoluzioni ONU che Israele ha sistematicamente disatteso.
L’IDF inizia ad espellere gli abitanti di villaggi dagli insediamenti all’interno del confine libanese.
Il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede una tregua immediata e il ritiro delle truppe.
Le Nazioni Unite adottano la “risoluzione 194” che dichiarava l’incondizionato diritto al ritorno dei profughi palestinesi alle loro case. Una delle tante risoluzioni ONU che Israele ha sistematicamente disatteso.
L’IDF inizia ad espellere gli abitanti di villaggi dagli insediamenti all’interno del confine libanese.
1949
Tra due e tremila abitanti vengono espulsi dall’ IDF dalla sacca di Faluja.
Armistizio d’Israele con gli stati della Legione Araba coinvolti nel conflitto: Egitto, Libano, Giordania e Siria.
Tra due e tremila abitanti vengono espulsi dall’ IDF dalla sacca di Faluja.
Armistizio d’Israele con gli stati della Legione Araba coinvolti nel conflitto: Egitto, Libano, Giordania e Siria.
Al termine della guerra e della pulizia etnica
in Palestina, in un solo anno, 1/2 degli abitanti autoctoni (ca. 800.000) sono
stati scacciati dalla loro terra, 1/2 dei villaggi distrutti (ca. 500).
Risoluzione ONU 181
La risoluzione dell’Assemblea generale
dell’ONU 181 del 1947 prevedeva la creazione di due stati.
Alcuni aspetti del piano di spartizione: Non
tiene conto dei diritti dei palestinesi, agli ebrei viene assegnato il 56%
della terra, Gerusalemme viene dichiarata città internazionale, a quel tempo
gli ebrei possedevano solo il 6% della terra e costituivano solo 1/3 della
popolazione, 400 su 1000 villaggi palestinesi erano inclusi nella parte
assegnata agli ebrei.
La Risoluzione non viene accettata dai
palestinesi e dagli Stati Arabi.
Nella cartina il piano di spartizione delle Nazioni Unite, adottato dall'assemblea Generale come Risoluzione 181 il 29 novembre 1947.
Nella cartina il piano di spartizione delle Nazioni Unite, adottato dall'assemblea Generale come Risoluzione 181 il 29 novembre 1947.
La distruzione dei villaggi palestinesi
L’espulsione dei palestinesi avvenne con la forza, i loro villaggi distrutti, le loro terre confiscate. Di tutto ciò Israele ha cercato di farne sparire le tracce, sia dalla memoria storica che dal territorio. In alcuni villaggi i sionisti si resero colpevoli di stragi.
Deir Yassin
Tantura
Bassa
A seguire Lydd e Ramla (luglio 1948)
Dawaymeh e Salfad (ottobre 1848)
Nella cartina sono riportati i villaggi palestinesi spopolati nel 1947 - 1949
Deir
Yassin
Il 9 aprile 1948 l’Irgun e la banda Stern
occuparono il villaggio di Deir Yassin. Entrati nel villaggio, i soldati
spararono sulle case con le mitragliatrici, uccidendo molti abitanti tra cui
donne e bambini. Le persone ancora in vita furono radunate in un posto e
ammazzate a sangue freddo. Il 10 aprile il “New York Times” riporta il
massacro:
«Gerusalemme
9 aprile – Forze estremiste ebree paramilitari dell’Irgun Zwai Leumi e del
gruppo Stern hanno catturato oggi il villaggio di Deir Yassin situato alla periferia
ovest di Gerusalemme. In un combattimento da casa a casa gli Ebrei hanno ucciso
più di 200 arabi, metà dei quali donne e bambini».
Tantura
Il 22 maggio 1948 l’antico villaggio fu
attaccato di notte da una brigata dell’IDF. Tutti gli uomini furono radunati
sulla spiaggia dove un ufficiale dei servizi segreti israeliani e un
collaboratore locale incappucciato selezionarono alcuni uomini – per l’esercito
israeliano “uomini significava maschi dai 10 ai 50 anni - che vennero giustiziati. Questi però non
furono i soli uomini ad essere giustiziati, prima di procedere alla selezione
gli occupanti si erano lasciati ad uccisioni sfrenate nelle case e nelle
strade. Secondo testimoni ebrei e palestinesi a Tantura si contarono 150-200
vittime palestinesi.
Bassa
Il villaggio oppose resistenza, per questo
motivo gli ebrei punirono ulteriormente il villaggio. Secondo testimoni oculari
i soldati israeliani ordinarono a tutti i giovani di radunarsi davanti a una
delle chiese dove furono fucilati. Al massacro fece seguito la distruzione
totale del villaggio. Fu risparmiata solo una chiesa. Oggi si possono ancora
intravedere alcune case recintate da filo di ferro in un campo non coltivato ed
espropriato dagli ebrei.
A
completamento dell’operazione
Dopo l’armistizio del 1949 prosegue il
saccheggio di Israele con l’espropriazione delle terre e del denaro dei
palestinesi, con la dissacrazione dei luoghi santi (molte moschee vengono
distrutte o trasformate in attività commerciali), con la trasformazione di
villaggi palestinesi in luoghi ebrei “antichi” e solo per ebrei, con la
creazione di nuove foreste quasi tutti piantate sui resti dei villaggi e delle
proprietà palestinesi.
Contesto
internazionale
L’Inghilterra, durante tutto il suo mandato,
aveva adottato una politica favorevole all’emigrazione ed agli insediamenti
ebraici in Palestina e non era mai intervenuta in difesa dei profughi soggetti
agli attacchi dei sionisti. L’ONU aveva cercato un compromesso, ma non teneva
in debito conto la realtà della Palestina ed i diritti dei suoi abitanti. Gli
USA appoggiarono apertamente la formazione dello stato di Israele. Gli stati
europei, dopo l’Olocausto, appoggiavano gli ebrei nel tentativo di creare lo
stato d’Israele.
Conclusione
L’esodo del popolo palestinese è stato il
primo atto di una grande tragedia, iniziata nella prima metà del XX secolo, che
si protrae ancora oggi. Il conflitto israeliano palestinese è irrisolto e
costituisce un pericolo per tutti. I contendenti non sono in grado di dialogare
e risolve il conflitto. Cultura, società, religione, nazionalismo sono
inconciliabili. Negli anni si sono accumulati odio, ingiustizie e crimini. Le
risoluzioni dell’ONU sono state (Risoluzione 181 sulla spartizione delle terre
in Palestina, Risoluzione 194 sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi)
e rimangono inascoltate.
Oggi i profughi sono circa 4,7 milioni,
distribuiti tra i 59 campi profughi palestinesi ufficiali riconosciuti
dall’UNRWA su terra palestinese (27 campi: 19 in Cisgiordania e 9 nella
Striscia di Gaza) e nei Paesi arabi (12 in Libano, 10 in Siria e 10 in
Giordania).
Nota: Il contenuto di questo articolo si basa,
per quanto riguarda i fatti storici, sulla lettura del libro di Ilan Pappe “La
pulizia etnica della Palestina” edito da Fazi Editore.
Sandro
Luglio 2015
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