Potresti essere stato il miglior cavallo da corsa al mondo. Veloce, bello, robusto e così tranquillo che le urla degli spettatori e il battito delle fruste, durante la corsa, sembravano non sfiorare le tue orecchie. Avresti potuto essere senza paura nell’affrontare ostacoli e fossi pieni d’acqua. Avresti potuto far guadagnare centinaia di migliaia di corone al tuo proprietario e a tutti quelli che, riponendo fiducia nelle quote degli allibratori e nelle riviste specializzate, avevano scommesso i loro soldi sulla tua vittoria, assieme alla breve, meravigliosa gioia del vincitore.
Potresti essere stato inarrestabile, ambizioso e leale, e potresti essere stato amato da fantini, allenatori, allibratori, spettatori, proprietari e commentatori, da tutti loro.
Potresti aver fatto venire le lacrime ad uomini che non piangono mai, e baci e abbracci e accendere in loro una passione che altrimenti non erano in grado di provare.
Ma alla fine, quando hai affrontato tutte le battaglie, le tue caviglie si sono indebolite e il tuo manto ha perso la sua lucentezza, non conta più nulla. Perché se hai venticinque o trenta anni e sei stato impiegato per lungo tempo come cavallo da addestramento, allora ti condanneranno, con molta probabilità , al macello.
Faranno, così come un proprietario di cavalli descrive la procedura, gocciolare del sedativo nel tuo abbeveratoio, sette o otto gocce. Gli altri hanno bisogno di meno, ma tu non sei come gli altri, perché anche se la tua muscolatura si è ridotta, e la tua forza si è attenuata, sei ancora grande, forte e selvaggio.
Ti abbraccieranno ponendo la loro testa contro la tua, ti accarezzeranno il fianco ed il collo, passeranno le loro dita nella tua criniera. Poi ti faranno venire a prendere, probabilmente all'alba, quando il cortile è l’erba sono ancora immersi nella nebbia e tu sei ancora assonnato. Aiuteranno gli uomini a condurti al rimorchio ed a chiudere la porta. Guarderanno a lungo, in silenzio, il rimorchio che lascia il cortile con te.
Non appena l’auto con il rimorchio non sarà più visibile, si girerano. Hanno del lavoro da fare. E tu adesso sei solo.
Non sarà un lungo viaggio, forse venti minuti su una strada di campagna e strade sterrate. Non è un problema per te, sei già stato in questo rimorchio per ore. Ma questa volta è diverso. Alla fine del viaggio, arriverai in una fattoria simile alla tua, ma che non irradia calore bensì brividi di freddo. Apriranno portellone del rimorchio e sarai eccitato e irrequieto, perché non conosci l'ambiente e questo ti ha sempre reso nervoso.
Ti guideranno, alle briglie, fuori dal rimorchio e attraverso un cortile in un edificio piatto dove ti chiuderanno in una gabbia di metallo. Questa gabbia è molto più piccola del tuo box della tua vecchia stalla: puoi muoverti a malapena. Il pavimento è piastrellato e uno scolatoio oltrepassa i box dove sono rinchiusi altri cavalli. Rimarrai in quella gabbia per due o tre giorni, forse quattro. Ci vorrà del tempo prima che arrivi il tuo turno. Giorno dopo giorno molti dei tuoi vicini di gabbia scompariranno e ne verranno aggiunti dei nuovi. Quindi toccherà a te. E quello che sei stato, da quel momento non è più. Sarai dimenticato.
Da un articolo di Marc Bädorf
(traduzione e adattatamento ColosseoNews)
30.08.2019
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