Thursday, August 12, 2010

Er Trapezio

L’ommini stanno tutti su un trapezio,
come ar circo.

Ce so’ quelli che se buttano e se sfracellano.
Ce so’ quelli che se buttano, volano, s’aggrappano
e vanno a sta mejo.

Ce so poi quelli che non c’hanno er coraggio de buttasse,
stanno sempre li’ a dondolasse, a guarda’
c’hanno paura de cambia’.

- Poveracci, che fanno lassu’ sur trapezio ?
- Ponno casca’!
- Sarebbe mejo, tanto non sanno campa’.

Autore: Sandro

Thursday, August 5, 2010

Amelia e Guglielmo

Non ho mai conosciuto personalmente Amelia e Guglielmo, di loro ho solo poche notizie ed un loro oggetto, il libro di cucina di Amelia di cui sono venuto in possesso casualmente. Questi pochi elementi sono stati però sufficienti a far aprire il sipario sulla Roma dei miei ricordi, sulla vita semplice delle famiglie di una volta, i loro sentimenti, le loro speranze, il loro destino.

Amelia e Guglielmo si erano conosciuti lavorando alla Posta, sposati non avevano avuto figli. Abitavano a Roma vicino Viale Spartaco.

Guglielmo era nato a Roma nel 1925 ed a causa di una nefrite sofferta da bambino era menomato, una gamba era più corta dell’altra. Per poter guidare con una sola gamba, i comandi della sua Fiat 128 erano stati adattatati. Guglielmo era appassionato di poesia ed aveva iniziato a scrivere dei versetti.

Amelia era nata a Roma nel 1924 e per il suo lavoro di casalinga aveva trovato un compagno prezioso, il libro di Cucina di Pellegrino Artusi (edizione 1913) che consultava spesso e teneva con molta cura.

Amelia e Guglielmo frequentavano la parrocchia, dove si erano fatti molti amici, tra loro Maria che allietava gli incontri domenicali suonando la fisarmonica. In estate Amelia e Guglielmo erano soliti trascorrere le vacanze a Fiuggi.

Un brutto giorno furono coinvolti in un incidente stradale e da quel momento non si sono più visti. Guglielmo era ricoverato all’ospedale del Casilino, Amelia era stata portata all’ospedale di Monteverde dove morì senza poter più rivedere Guglielmo.

Uscito dall’ospedale Guglielmo ha donato il libro di cucina a Maria dicendo di essere sicuro d’interpretare il desiderio della moglie affinché lei lo tenesse.

Nel 2009 Maria ha consegnato il libro di cucina di Amelia a Sandro pensando che per le sue origini avrebbe saputo apprezzare il valore del libro e lo avrebbe conservato. In effetti è stato proprio così e per riconoscenza Sandro ha pensato di pubblicare in rete questo post in segno di gratitudine ed in loro ricordo.

Per Amelia riporto la copertina del suo libro di cucina di P.Artusi


Pag 407

V’è chi ritiene il caffè originario della Persia, chi dell’Etiopia e chi dell’Arabia Felice ……
Il miglior caffè è pur sempre quello di Moka, il che potrebbe convalidare l’opinione essere questo veramente il suo luogo nativo. Si dice che un prete mussulmano, a Yemen, avendo osservato che quelle capre le quali mangiavano le bacche di una pianta di quelle contrade, erano più festevoli e più vivaci delle altre, ne abbrustolì i semi, li macinò e fattane una infusione scoprì il caffè tal quale noi lo beviamo.



A Guglielmo a cui quest’arte piaceva tanto dedico una poesia di A.Aleardi

Che cosa è DIO

Nell’ora che pel bruno firmamento comincia un tremolio di punti d’oro, d’atomi d’argento, guardo e dimando:
- Dite, o luci belle, ditemi, cosa è DIO ?-
-- Ordine -- mi rispondono le stelle.

Quando all’april la valle, il monte, il prato, i
margini del rio, ogni campo di fiori è festeggiato, guardo e dimando:
- Dite, o bei colori, ditemi, cosa è DIO ?-
-- Bellezza -- mi rispondono quei fiori.

Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla amabilmente pio, io chiedo al lume della tua pupilla:
- Dimmi, se il sai, bel messager del core,
dimmi che cosa è DIO ? -
E la pupilla mi risponde: -- Amore --

A. Aleardi