Thursday, June 25, 2020

RESURREZIONE TOLSTOJ

Resurrezione (1899) è l’ultimo romanzo di Lev Tolstoj. L’ultimo e, secondo il parere di molti, il più grande. Sebbene la maggioranza della critica consideri Guerra e pace (1869) ed Anna Karenina (1877) i due massimi capolavori dell’eccezionale scrittore russo, la superiorità di Resurrezione rispetto ad essi risalta già dalle primissime pagine.
L’incipit di Resurrezione è prorompente.

«Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto esalassero fumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, – la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l’erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano i nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole. Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini – i grandi, gli adulti – non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all’amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l’un l’altro»

L’incipit di Resurrezione è sorprendente perché già nel 1899 Tolstoj mette sotto accusa l’uomo che con il suo comportamento violento e irresponsabile deturpa la terra con la combustione di combustibili fossili e la deforestazione. Un monito inascoltato, ma oggi nel XXI secolo Il cambiamento climatico è una realtà che sta provocando uno sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la nostra vita.
 
Nell‘incipit di Resurrezione traspare inoltre un sentimento di profondo amore per la natura ed un incondizionato legame con la Terra che ha sempre condizionato l’animo ambientalista del popolo russo. Un tratto che fa di Tolstoj uno dei grandi precursori dell’ecologia.

In Resurrezione sono presenti numerosi accenni al Tolstoismo, la filosofia religiosa concepita dallo scrittore russo. I tolstoiani sono essenzialmente pacifisti e difendono appieno la non-violenza in tutte le circostanze; essi basano la loro condotta sugli insegnamenti morali di Cristo contenuti nel Discorso della Montagna, dunque sulla “non-violenza per contrastare il male” e “l’amore per il prossimo”. Secondo Tolstoj la religione deve tornare ad una dimensione terrena, immediata, permettendo all’uomo di fare il bene in questa vita. Ogni altro accenno a fantasiosi aldilà è deleterio e vano. Influenzato da Tolstoj, anche Gandhi portò avanti questa stessa linea di pensiero lottando in maniera non-violenta per la liberazione dell'India.

Sandro
23 giugno 2020

Sunday, June 7, 2020

SVIZZERA: 50 ANNI DALL'INIZIATIVA SCHWARZENBACH CONTRO L'INFORESTIERIMENTO

L’iniziativa popolare „contro l'inforestierimento“ del 1970, conosciuta anche come „iniziativa Schwarzenbach“, richiedeva come elemento centrale per ogni Cantone la riduzione degli stranieri al 10% dei cittadini svizzeri. Faceva eccezione Ginevra con una quota del 25%.

Secondo i calcoli del Consiglio federale, se l’iniziativa fosse stata accolta dal popolo svizzero e dalla maggioranza dei Cantoni, almeno 310.000 stranieri avrebbero dovuto lasciare la Svizzera entro quattro anni. La quota a carico degli italiani sarebbe stata preponderante.

Votazione
La votazione è considerata una delle più importanti del dopoguerra svizzero. La partecipazione al voto fu molto elevata 74,7% (1.226.658) degli aventi diritto al voto. Il numero dei “SI” notevole 46% (557.517). Il numero dei “NO” (654.884). 15 Cantoni respinsero l’iniziativa, in partico­lare i cantoni Ticino e Neuchâtel (solo 36% e 39% a favore). A favore dell’iniziativa votarono il Cantone di Berna ed i Cantoni di Friburgo, Lucerna, Nidvaldo e Obvaldo, Soletta, Svitto e Uri.
L’iniziativa venne respinta dal 54% dei votanti (allora solo uomini, perché le donne non avevano ancora ottenuto il diritto di voto a livello federale), con uno scarto di meno di 100.000 voti rispetto a quanti l’approvarono.
Nel cantone di Zurigo l'iniziativa fu respinta con una partecipazione al voto dell‘ 80%. La percentuale dei “NO” del 56%, quella dei “SI” del 44%. La maggior parte dei “SI” venne espresso dai lavoratori delle zone industriali. A Winterthur l’iniziativa venne accettata con una percentuale di “SI” del 50.26%.

La reazione degli stranieri
In gran parte degli stranieri l’esito della votazione lasciò molta tristezza per la proporzione elevata dei voti favorevoli. Molti emigrati ricordano ancora come all'interno delle fabbriche l’atmosfera fosse im­provvisamente cambiata: la probabilità che ogni due colleghi di lavoro svizzeri uno avesse votato a favore dell’iniziativa Schwarzenbach e dunque contro gli stranieri era facilmente desumibile dall'esito della votazione.

Italiani di Zurigo
Si riporta il ricordo, lo stato d’animo di alcuni italiani di Zurigo. Prima della votazione, l’insicurezza e l’amarezza per non sentirsi accettati ed apprezzati. Dopo il risultato, la gioia di non dovere essere espulsi e poter rimanere a lavorare in Svizzera.

Antonio D. In quegli anni si percepiva una sensazione di rifiuto da parte della società locale. L'iniziativa Schwar­zenbach del 1970 mi aveva molto preoccupato e rattristato. Il 7 giugno l’iniziativa venne rigettata dal popolo svizzero, ma molti l’approvarono.

Sandro B. Con l’iniziativa, gli immigrati italiani si resero conto di quanta poca considerazione godessero in molti strati della popolazione svizzera. Molti Svizzeri rigettarono l’iniziativa per opportunismo, convenienza e per paura delle conseguenze negative in campo sociale e soprattutto economico.

Laura C. Per me, come per molti altri immigrati, il sogno di avere un buon lavoro e poter vivere in un Paese civile stava per finire, il futuro appariva drammatico.

Giolivo B. Mi ricordo benissimo quei giorni, sia sul posto di lavoro, sia in privato, a contatto con i colleghi e gli amici svizzeri, automaticamente pensavi: voterà PRO oppure CONTRO l‘iniziativa? La situazione per noi emigranti era molto triste. La domenica delle votazioni, io e mia moglie eravamo andati in Germania assieme ad un nostro carissimo amico svizzero. Al ritorno in auto verso Zurigo, la radio svizzera tedesca comunicò i risultati, il nostro amico trovata una piazzola si fermò, ci abbraccio gridando: non dovete lasciare la Svizzera evviva! L'iniziativa Schwarzenbach è fallita.

La vittoria del “NO” permise alla Svizzera di salvare la sua immagine all’estero come Nazione rispettosa dei principi umanitari. Ma all’interno della Svizzera i lavoratori stranieri, per la maggior parte italiani, non avevano una vita facile. La grande emigrazione italiana in Svizzera era iniziata nel secondo dopoguerra ed aveva raggiunto il suo apice nel 1975 con la presenza di 573.085 unità (2/3 della popolazione straniera). Grande è stato il contributo di lavoro degli italiani al progresso economico della Svizzera. Altrettanto grandi sono state le difficoltà e le ingiustizie a cui sono stati sottoposti gli emigrati per decenni (condizioni di lavoro du­rissime, sfruttamento, discriminazione, xenofobia).

Ma il tempo e la storia spesso fanno giustizia, a partire dalla fine degli anni 80, la maggior parte della popolazione svizzera e le autorità cantonali e federali hanno riconosciuto, in pieno, il contributo economico e culturale fornito dalla presenza degli italiani nel loro paese.

Sandro
07.06.2020