Saturday, February 23, 2019

I DIVERSAMENTE CREDENTI

E’ fuori discussione che ogni persona, nell’ipotesi che abbia la fede, la vive attraverso la cultura del suo tempo o del suo ambiente. Così un abitante del Tibet sarà devoto a Confucio e un africano adorerà il grande Spirito degli antenati.  Con ciò non si vorrebbe affermare che la religione è un prodotto sociale, ma che indubbiamente la società ne costituisce la radice, lo sviluppo, il condizionamento.  Tale fede potrebbe nel prosieguo del tempo e in riferimento a diversi confronti subire o acquisire all’interno della coscienza una evoluzione, un ripensamento, un rifiuto, ma questo lavoro interiore non è di tutti e dipende da una serie di circostanze.
Ciò premesso va anche detto che noi stiamo vivendo in un tempo e in un mondo dove tutto viene messo in discussione e relativizzato. Per cui c’è più spazio anche per la ricerca personale.  E rimanendo nel nostro occidente noi ci accorgiamo di una nuova terminologia chiamata” i diversamente credenti”. E si vada adagio con il definirli tout court atei, agnostici, miscredenti, perché vi potrebbero rispondere:” io non sono ateo, sono un credente ma diversamente credente”. E qui bisogna fare il punto perché non sempre si tratta di una scusa, ma di un’affermazione veritiera.

I diversamente credenti possono essere di altra esperienza e da prendersi quindi più in considerazione.  A proposito va citata qui una mail della signora E. da Varese:” All’inizio quando mi sono staccata dalla chiesa mi sentivo persa, ero delusa. Il percorso di spiritualità che sto facendo mi sta aiutando tanto ad analizzarmi interiormente, sono diventata più riflessiva e mi comporto senza sentirmi giudicata, credo fortemente nell’energia positiva e negativa, nella reincarnazione. In pratica cerco di fare le cose in base alla mia coscienza, se posso aiuto le persone anche con opere di volontariato, penso valga di più un’opera di bene che non una messa. In sostanza non mi piace quello che ha modificato l’uomo. Un Dio e un Gesù non si comporterebbero così, vivendo nel lusso e sentenziando regole assurde”.

Espressioni frequenti e comuni pure a molti cattolici che nel cattolicesimo di oggi non si ritrovano più. Certo anche qui l’occasione per uscirne e defilarsi potrebbe collegarsi a qualche piccolo o grosso conflitto con l’istituzione precedente, che però invece di condurre al nulla o verso l’indifferenza, ti porta a qualcosa di più profondo, che si chiama la radice e l’essenziale dell’io, si chiama spiritualità. In questa situazione la chiesa con i suoi dogmi non viene messa sotto processo o combattuta, ma relativizzata.

Per aiutarci un po’ad approfondire il tema possiamo citare Van Gogh che scrive al fratello:” per me il Dio degli uomini di chiesa è morto e sepolto.  Ma per questo non sono un ateo perché percepisco nel mio amare esservi qualcosa di misterioso, chiamato Dio, Natura umana, o altra cosa e mi rendo conto che è vivo e reale”. E Albert Einstein: “meravigliarsi ed emozionarsi di fronte al mistero, della straordinaria bellezza accessibile a noi anche solo nelle sue forme più elementari, questa è la vera attitudine religiosa”. E Leopardi, un ateo assetato di Dio che nella sua poesia “Infinito” esclama:” e dolce mi è naufragare in questo mare”.

Luisa Muraro, scrittrice e filosofa contemporanea nel suo libro “Il Dio delle donne” afferma con una certa circonlocuzione: “c’è in questo mondo una realtà che non è realmente solo di questo mondo. C’è oggi una forma di spiritualità che nasce dalla esperienza della fragilità umana, libera di indagare l’esistenza di Dio o il suo contrario. Dio smette di essere un talismano contro il male o le disgrazie di questo mondo, ma resta come dimensione reale al di là dello sperimentale e dell’opinabile, anche se non sappiamo dargli un nome”. Integrante a queste riflessioni andrebbe aggiunta un’opinione di S. Da Treviso:” I miei percorsi personali mi hanno portato alla convinzione che Dio è ognuno di noi o meglio la nostra essenza, che ognuno di noi conosce bene nel proprio Sé tutti i valori che le   varie dottrine tendono ad insegnarci-. E su queste bisognerebbe lavorare nel senso che ogni individuo ne divenga consapevole”.

I “non credenti” si trovano in una posizione talvolta migliore per accogliere lo spirito di Dio che soffia dove vuole e che difficilmente entra dove vi sono incrostazioni rigide di una religione abitudinaria.  Il diversamente credente non ha nulla a che vedere con il pessimismo ed il catastrofismo ma lo possiamo trovare impegnato in prima linea nella difesa dei diritti umani a salvaguardia del creato, volutamente al servizio degli impoveriti, recependo l’ottimismo della creazione. Non per niente le Comunità di Base hanno intitolato il loro convegno di Rimini del 2017 “Beati gli atei perché incontreranno Dio”. Al di là di un certo paradosso si potrebbe affermare che gli atei non esistono, o molto rari, ma i diversamente credenti sì. E forse varrebbe la pena ascoltare anche le esperienze dei loro vari percorsi nei molteplici movimenti spirituali di oggi, ancorché non siano muniti del timbro postale della chiesa, o delle religioni istituzionali.

Autore: Albino Michelin
Adattamento di ColosseoNews
23.02.2019

Tuesday, February 5, 2019

KOHLEN FÜR MIKE












Ich habe gehört, dass in Ohio
Zu Beginn dieses Jahrhunderts
Ein Weib wohnte zu Bidwell
Mary McCoy, Witwe eines Streckenwärters
Mit Namen Mike McCoy, in Armut.

Aber jede Nacht von donnernden Zügen der Wheeling
Railroad warfen die Bremser einen Kohlenklumpen
Über die Zaunlatten in den Kartoffelgarten
Mit rauher Stimme ausrufend in Eile:
Für Mike!

Und jede Nacht, wenn der Kohlenklumpen für Mike
An die Rückwand der Hütte schlug
Erhob sich die Alte, kroch
Schlaftrunken in den Rock und räumte zur Seite den
Kohlenklumpen
Geschenk der Bremser an Mike, den Gestorbenen, aber
nicht Vergessenen.

Sie aber erhob sich solange vor Morgengrauen und räumte
Ihre Geschenke aus den Augen der Welt, damit nicht
Die Bremser in Ungelegenheiten kämen
Bei der Wheeling Railroad.

Dieses Gedicht ist gewidmet den Kameraden
Des Bremsers Mike McCoy
 (Gestorben wegen zu schwacher Lunge
Auf den Kohlenzügen Ohios)
Für Kameradschaft.

Bertold Brecht
Gesammelte Gedichte Bd.2

Monday, February 4, 2019

CARBONE PER MIKE













Ho sentito dire che all’inizio di questo secolo
a Bidwell nell’Ohio viveva in povertà una donna,
Mary McCoy vedova di un guarda binari
di nome Mike McCoy.

Ma ogni notte dai treni tonanti della Wheeling
Railroad i frenatori gettavano un pezzo di carbone
oltre lo steccato, nel campo di patate,
gridando in fretta con voce rauca:
Per Mike!

Ed ogni notte, quando il pezzo di carbone
per Mike colpiva il retro della capanna,
la vecchia si alzava, si trascinava fuori ubriaca
di sonno avvolta nella sua vestaglia e
metteva da parte il pezzo di carbone,
regalo dei frenatori a Mike,
scomparso si, ma non dimenticato.

Sempre, prima dell’alba, la donna faceva scomparire
il loro regalo dagli occhi del mondo affinché i frenatori
non venissero a trovarsi in difficoltà con la
Wheeling Railroad.

Questa poesia è dedicata ai compagni del frenatore
Mike McCoy (morto per insufficienza polmonare,
lavorando sui treni a carbone dell’Ohio)
Per fratellanza.

Bertold Brecht

Traduzione in italiano di Sandro