Tuesday, April 10, 2012

Che cosa deve essere detto


Günter Grass, con una poesia pubblicata sul giornale "Sueddeutsche Zeitung" del 4 aprile 2012 mette in guardia del pericolo di una guerra contro l'Iran. Nella sua poesia dal titolo "Che cosa deve essere detto" il premio nobel per la letteratura 1999 chiede il blocco della fornitura di sommergibili tedeschi ad Israele.

Perché taccio, mantengo il silenzio da troppo a lungo per ciò che è evidente ed è stato esercitato in piani strategici, ed alla cui fine se superstiti saremo solo delle note a piede di pagina.

Si afferma il diritto ad un attacco preventivo, che potrebbe spazzare via il popolo iraniano soggiogato da un fanfarone e spinto al fanatismo ideologico, questo perché nell’ambito della sua sovranità si ritiene l’Iran intenzionato a costruire una bomba atomica.

Ma perché impedisco a me stesso, di chiamare per nome l’altro paese, in cui da anni - anche se tenuto segreto - è disponibile un crescente potenziale nucleare che è fuori di ogni controllo, perché nessuna indagine è permessa?

L’occultamento generale di questo stato di cose, a cui il mio silenzio si è sottomesso, lo percepisco come un’opprimente menzogna e costrizione, ignorarlo significa incorrere in una punizione scontata; il verdetto di "antisemitismo".

Ma ora, poiché dal mio paese, che periodicamente viene confrontato con delitti peculiari che non hanno paragone, di nuovo - per affari dichiarati astutamente come riparazione - sta per essere fornito ad Israele un’altro sommergibile, la cui specialità consiste nell’indirizzare testate esplosive di distruzione totale contro un paese in cui l’esistenza di una sola bomba atomica non è stata provata, una forza probatoria usata come spauracchio, dico ciò che deve essere detto.

Ma perché ho ​​taciuto fino ad ora? Perché pensavo, la mia origine, macchiata di un’onta incancellabile, mi vieta di accreditare questo dato di fatto come evidente verità allo stato d’Israele, cui mi sento e voglio rimanere legato.

Perché lo dico solo adesso, invecchiato e con il mio ultimo inchiostro:
La potenza atomica Israele mette in pericolo la già fragile pace mondiale?
Poiché va detto quello che domani potrebbe essere troppo tardi dire;
anche perché noi - da tedeschi già abbastanza incriminati- potremmo diventare fornitori di un crimine che è prevedibile e la nostra complicità non potrebbe essere cancellata da nessuna delle solite scuse.

Lo ammetto: io non taccio più, perché sono stanco dell’ipocrisia dell'Occidente, inoltre è auspicabile che molti escano dal silenzio, molti che pretendano dai responsabili dell’imminente pericolo la rinuncia alla violenza e nello stesso tempo pretendano che un controllo illimitato e permanente del potenziale nucleare d’Israele e degli impianti nucleari iraniani da parte di un organismo internazionale sia concesso dai governi dei due paesi.
Solo così è possibile aiutare, israeliani e palestinesi, ed ancora di più tutte le persone che vivono da nemici l’uno accanto all’altro in questa regione preda della pazzia, e per ultimo anche noi.

Traduzione della poesia dal tedesco: ColosseoNews


Da parte mia desidero aggiungere:

In Israele si parla della possibilità di un attacco militare israeliano agli impianti nucleari iraniani per impedire all’Iran la costruzione di una bomba atomica. L’Iran afferma che il suo programma nucleare ha scopi pacifici ed è indirizzato alla sola produzione di energia.

La situazione è molto critica poiché i due contendenti con le loro politiche estreme hanno dimostrato di essere un pericolo per la pace e la convivenza tra i popoli.

Lo stato d’Israele agisce sempre unilateralmente e non rispetta le decisioni della comunità internazionale. Israele ha ignorato tutte le 68 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che lo riguardano e le sanzioni ONU contro Israele non sono state mai state applicate. Israele in Palestina è una ´Potenza occupante´, che con la costruzione del muro esclude, di fatto, la possibilità della nascita di un futuro stato palestinese. Israele è una potenza nucleare che non permette un controllo internazionale del suo arsenale atomico. Lo stato d’Israele giustifica la sua politica con il diritto all’esistenza ed alla difesa.

L’Iran non è uno stato democratico e la sua popolazione è vittima del fanatismo di stato. Il messaggio che giunge al mondo occidentale dai governanti dell’Iran non è di pace, ma di estremismo politico interno ed esterno. Il presidente dell’Iran nega la storia e minaccia la distruzione d’Israele.

Questi i fatti. Un eventuale conflitto tra Iran ed Israele, rischia di far esplodere il Medio Oriente. Si rischia la mobilitazione del mondo islamico contro l’Occidente. Si rischia un allargamento imprevedibile ed incontrollato del conflitto Arabo-Israeliano.

Si deve quindi agire subito e con determinazione. Le nazioni guida del mondo e l’ONU devono vietare ad Israele la messa in atto di un attacco militare preventivo e devono costringere l’Iran ad accettare i controlli internazionali sul suo programma nucleare.

Il messaggio di Günter Grass è coraggioso, denuncia l’ipocrisia dell’Occidente che per paura di essere tacciato d’Antisemitismo non osa parlare, ha paura di esprimere un giudizio obiettivo e non ha la forza di agire per risolvere un conflitto che dura ormai da troppi anni.

Sandro
10 aprile 2012

Was gesagt werden muss

Günter Grass warnt in der "Süddeutschen Zeitung" vom 4 April 2012 vor einem Krieg gegen Iran. In seinem Gedicht mit dem Titel "Was gesagt werden muss" fordert der Literaturnobelpreisträger deshalb, Israel dürfe keine deutschen U-Boote mehr bekommen.


Warum schweige ich, verschweige zu lange, was offensichtlich ist und in Planspielen geübt wurde, an deren Ende als Überlebende wir allenfalls Fußnoten sind.


Es ist das behauptete Recht auf den Erstschlag, der das von einem Maulhelden unterjochte und zum organisierten Jubel gelenkte iranische Volk auslöschen könnte, weil in dessen Machtbereich der Bau einer Atombombe vermutet wird.


Doch warum untersage ich mir, jenes andere Land beim Namen zu nennen,
in dem seit Jahren - wenn auch geheim gehalten - ein wachsend nukleares Potential verfügbar aber außer Kontrolle, weil keiner Prüfung zugänglich ist?


Das allgemeine Verschweigen dieses Tatbestandes, dem sich mein Schweigen untergeordnet hat, empfinde ich als belastende Lüge und Zwang, der Strafe in Aussicht stellt, sobald er missachtet wird; das Verdikt "Antisemitismus" ist geläufig.


Jetzt aber, weil aus meinem Land, das von ureigenen Verbrechen,
die ohne Vergleich sind, Mal um Mal eingeholt und zur Rede gestellt wird,
wiederum und rein geschäftsmäßig, wenn auch mit flinker Lippe als Wiedergutmachung deklariert, ein weiteres U-Boot nach Israel geliefert werden soll, dessen Spezialität darin besteht, allesvernichtende Sprengköpfe dorthin lenken zu können, wo die Existenz einer einzigen Atombombe unbewiesen ist, doch als Befürchtung von Beweiskraft sein will, sage ich, was gesagt werden muss.


Warum aber schwieg ich bislang? Weil ich meinte, meine Herkunft,
die von nie zu tilgendem Makel behaftet ist, verbiete, diese Tatsache als ausgesprochene Wahrheit dem Land Israel, dem ich verbunden bin und bleiben will, zuzumuten.


Warum sage ich jetzt erst, gealtert und mit letzter Tinte:
Die Atommacht Israel gefährdet den ohnehin brüchigen Weltfrieden?
Weil gesagt werden muss, was schon morgen zu spät sein könnte;
auch weil wir - als Deutsche belastet genug - Zulieferer eines Verbrechens werden könnten,
das voraussehbar ist, weshalb unsere Mitschuld durch keine der üblichen Ausreden zu tilgen wäre.


Und zugegeben: ich schweige nicht mehr,
weil ich der Heuchelei des Westens überdrüssig bin;

zudem ist zu hoffen, es mögen sich viele vom Schweigen befreien,
den Verursacher der erkennbaren Gefahr zum Verzicht auf Gewalt auffordern und
gleichfalls darauf bestehen, dass eine unbehinderte und permanente Kontrolle
des israelischen atomaren Potentials und der iranischen Atomanlagen
durch eine internationale Instanz von den Regierungen beider Länder zugelassen wird.


Nur so ist allen, den Israelis und Palästinensern,
mehr noch, allen Menschen, die in dieser
vom Wahn okkupierten Region
dicht bei dicht verfeindet leben
und letztlich auch uns zu helfen.



Ich möchte hierzu folgendes sagen:


In Israel spricht man von der Möglichkeit eines israelischen Militärschlages auf iranische Nuklearanlagen, um den Bau einer Atombombe zu verhindern. Der Iran behauptet, sein Atomprogramm sei friedlich und diene nur zur Erzeugung von Energie.


Die Situation ist sehr kritisch, weil die beiden Länder mit ihrer extremen Politik bewiesen haben, eine Gefahr für Frieden und Koexistenz zwischen den Völkern zu sein.


Der Staat Israel handelt einseitig und respektiert die Entscheidungen der internationalen Gemeinschaft nicht. Israel hat alle 68 Resolutionen des Sicherheitsrates der Vereinten Nationen ignoriert und die UN-Sanktionen gegen Israel wurden nie angewendet. Israel in Palästina ist eine "Besatzungsmacht", die mit dem Bau der Mauer effektiv die Möglichkeit der Entstehung eines künftigen palästinensischen Staates ausschliesst. Israel ist eine Atommacht, die die internationale Überwachung ihres nuklearen Arsenals nicht zulässt. Der Staat Israel rechtfertigt seine Politik mit dem Recht zu existieren und zu verteidigen.


Der Iran ist kein demokratischer Staat und seine Bevölkerung ist Opfer dessen Fanatismus. Die Nachricht, die in der westlichen Welt von den Herrschern des Iran ankommt, ist nicht Frieden, sondern interner und externer politischer Extremismus. Der Präsident des Iran leugnet die Geschichte und droht mit der Zerstörung Israels.


Das sind die Fakten. Ein militärischer Konflikt zwischen Iran und Israel würde sich auf den Nahen Osten ausweiten. Man würde wahrscheinlich die Mobilmachung der islamischen Welt gegen den Westen riskieren, eine unberechenbare und unkontrollierte Ausweitung des arabisch-israelischen Konfliktes.


Wir müssen deshalb schnell und entschlossen handeln. Die führenden Nationen der Welt und die Vereinten Nationen sollten Israels Vorhaben eines präventiven militärischen Angriffes verbieten und den Iran zwingen, die internationalen Kontrollen seines Atomprogramms zu akzeptieren.


Die Botschaft von Günter Grass ist mutig, sie kritisiert die Heuchelei des Westens, der aus Angst des Antisemitismus bezichtigt zu werden, nicht zu sprechen wagt und nicht die Kraft hat zu handeln, um einen Konflikt, der viel zu viele Jahre gedauert hat, zu lösen.


Sandro

10 April 2012

Wednesday, April 4, 2012

Lega Ladrona


Li tribuni della Lega Nord gridavano a Pontida: Popolo padano! L’acqua der Po è mejo de quella der Tevere, è pura, è benedetta, se pò pure beve!

Bevete, bevete popolo Padano l’acqua der Po e tutte le fregnacce che li tribuni vostri ve stanno a raccontà. Voi che lavorate, producete e sete onesti, da li ladri de Roma non ve dovete fà fregà.

Batti e ribatti er popolo padano s’è convinto d’esse mejo der popolo italiano, ar grido de Padania Libera, vo fà la secessione e se vo liberà.

De sti tempi però, quarcosa sta a cambià. Silvio e la Lega dar governo se ne so dovuti annà. Er Senatur e l’amici sui, se cominciano a preoccupà …. vedrai che quarcuno se mette a controllà!

Detto fatto li rompiballe cominciano ad indagà, vonno sapè dar partito della Lega dove so annati a finì li sordi dello Stato e chi se li stà a magnà.

Ma che vonno sti burini! Co li soldi dello Stato ce famo quello che ce pare, l’investimo a Cipro ed in Tanzania; dell’Italia non ce se po fidà …. chissà se ce li ridà. Li spiccioli poi li damo all’amici nostri, per esigenze personali. Perché non se pò fà?

Poveraccio er popolo padano, che destino, se fà sempre fregà! Lega Ladrona è l’amara verità. La Lega der popolo padano non esiste, non ce sta! È un’illusione, li ladri e li truffatori stanno dappertutto, sennò er partito der Carroccio come fà a funzionà! È come a Roma, li partiti so tutti uguali. Così se fà!

Sarebbe mejo un pò d’umiltà. Sarebbe mejo un pò de fraternità invece da stasse sempre a dà le colpe e litigà. Li Padani se veramente ce sanno fà, aprissero l’occhi e cominciassero a parlare d’Unità.


Notizie di stampa in data 04-04-2012:
L’ex tesoriere della Lega Nord Belsito è indagato dai pm di Milano, Napoli e Reggio Calabria per appropriazione indebita, finanziamento illecito ai partiti e truffa ai danni dello Stato in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega precepisce come rimborsi elettorali. L'inchiesta riguarda fra l'altro i quasi sei milioni finiti a Cipro e in Tanzania, investimenti effettuati da Belsito, uno degli esponenti del cosiddetto "cerchio magico", i fedelissimi del leader Umberto Bossi. Nell'indagine si ipotizza che siano stati presentati rendiconti irregolari per rimborsi elettorali ottenuti dal Carroccio ai presidenti di Camera e Senato che sarebbero così stati tratti in inganno e che quindi non hanno sospeso i rimborsi stessi. Secondo gli inquirenti i soldi sarebbero stati usati dal senatur e dalla sua famiglia.

Sandro