Thursday, April 8, 2021

HANS KÜNG Fede-Umanità

Il teologo Hans Küng è morto il 6 aprile 2021 all'età di 93 anni nella sua casa di Tubinga, in Germania. Nato a Sursee, in Svizzera, nel 1928, dal `48 al `55 aveva studiato alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e ordinato sacerdote nel `54. Dopo il dottorato in teologia alla Sorbona di Parigi aveva svolto per alcuni anni l’attività pastorale. All’età di 32 anni era diventato professore ordinario presso la Facoltà di Teologia cattolica dell’università di Tubinga in Germania.

Definito il più importante teologo del dissenso cattolico criticò fortemente il dogma dell'infallibilità papale, su cui nel 1975 venne richiamato dalla Congregazione per la dottrina della fede, che poi, in seguito all'inasprirsi dei toni della contestazione, il 18 dicembre 1979 gli revocò l’autorizzazione all’insegnamento della teologia dogmatica (continuò però a insegnare teologia ecumenica).

Gli anni Sessanta e Settanta hanno visto il teologo svizzero impegnato nel processo di rinnovamento liturgico e di apertura della Chiesa cattolica al mondo moderno. Scrisse opere, divenute best sellers mondiali, ritenute autentiche innovazioni della teologia del XX secolo come Essere cristiani, Dio esiste? Vita eterna? elaborando la sua «teologia per gli uomini» in un confronto con le espressioni più avanzate dell’ateismo, del nichilismo, della laicità e della scienza.

Saggista e teologo, paladino del pensiero progressista e riformista Hans Küng fu molto critico verso il pontificato di Giovanni Paolo II, considerato distante dallo spirito riformistico del Concilio Vaticano II, e nel 2020 chiese a Benedetto XVI un "mea culpa" per il modo in cui la Chiesa aveva gestito la piaga della pedofilia. Si è inoltre battuto per l’abolizione del celibato dei parroci, contro il divieto di ordinare le donne prete e per l’accettazione della pianificazione famigliare. Negli ultimi tempi, Kung aveva fatto parlare di sé per la sua apertura nei confronti del suicidio assistito.

L’opera della vita di Küng è la Fondazione Weltethos (etica planetaria), da lui diretta fino al 2013. La fondazione è impegnata a rafforzare la cooperazione tra le religioni mediante il riconoscimento dei loro valori comuni e a disegnare un codice di regole di comportamento universalmente condivise. Weltethos ha preparato la Dichiarazione per un’etica planetaria: un documento sottoscritto nel 1993 a Chicago dal Consiglio per un parlamento delle religioni del Mondo.

Dopo questa breve presentazione ritengo utile riportare alcune citazioni di Hans Küng.
Dal libro “Essere cristiani”:

«Gesù non ha mai detto che per entrare nel regno di Dio è necessario appartenere ad una chiesa, basta per lui l’obbediente accettazione del suo messaggio e la pronta, radicale sottomissione alla volontà di Dio».

«Ci sono uomini che, disgustati o lasciati del tutto indifferenti dai dogmatismi e dalle „favole “dell’ora di religione nelle scuole, prescindono per anni da quel Gesù inserito in una cornice mitologica, ma che poi giungono, anch‘essi per vie non di rado insolite, alla scoperta che Gesù potrebbe avere un grande, anzi decisivo significato per la loro concezione dell’uomo nel mondo e di Dio, per il loro essere, agire, soffrire».

«La sofferenza, quindi non deve essere necessariamente – tanto meno per il cristiano- una sorte di patire remissivamente, un fato, un destino, cui rassegnarsi „la sofferenza è una specie di trasformazione, sperimentata dall’uomo, un divenire “. Un divenire che è un tendere verso un fine ultimo più grande, più alto, più libero. Non solo combattere la sofferenza, ma elaborarla».

«Imitare la croce non significa imitare la sofferenza di Gesù, non significa riprodurre il supplizio della croce. Questa sarebbe arroganza bella e buona. Imitare la croce significa sopportare la sofferenza toccata proprio a me, nella mia inconfondibile situazione, in correlazione, in corrispondenza con la sofferenza di Cristo. Chi vuole andare con Gesù, rinneghi se stesso e non prenda la croce di Gesù o un’altra croce qualsiasi, ma prenda la sua croce e lo segua. Cercare un’ascesi monastica o nell’eroismo romantico, una sofferenza eccezionale non è da cristiani. Cristiano è il sostenere la sofferenza abituale, normale quotidiana e spesso appunto smisurata: ecco l’eroismo richiesto a chi crede nel Crocifisso. La croce di ogni giorno! Quanto poco edificante e naturale sia questa condizione, lo sa bene chi ha provato a sottrarsi alla sua croce sottraendosi a tutti i suoi impegni quotidiani, agli obblighi, alle responsabilità famigliari e professionali, di trasferire la sua croce sulle spalle altrui e di scuotersela di dosso. In tale prospettiva la croce di Gesù diventa criterio di conoscenza e azione autocritica».

Hans Küng ha sritto i suoi libri per i tanti che con motivazioni diverse si vogliono sinceramente e onestamente informare sui contenuti autentici del cristianesimo, su ciò che propriamente significa essre cristiani.
Sono anche scritti
Per chi non crede e tuttavia ricerca serimente,
per chi ha creduto e oggi, senza fede , è insoddisfatto,
per chi crede, ma si sente incero nella sua fede.
Perchi oscilla tra fede e incredulità, per chi dubita delle sue convinzioni, ma anche dei suoi dubbi.
Sono quindi libri per cristiani e atei, gnostici e agnostici, pietisti e positivisti, cattolici tiepidi e ferventi, protestanti e ortodossi.

Con questo post desidero ringraziare e rendere omaggio ad un mio grande maestro che per tutta la vita ha combattuto il dogmatismo religioso con la più autentica delle fedi: l’umanità.

Sandro B.
Zurigo 08.04.2021