Wednesday, September 30, 2015

COSA DICE IL CORANO

“In Cristo la Parola si è fatta carne. Nel Corano la Parola si è fatta libro”.
Il documento ha lo scopo di riportare il modo in cui temi di particolare interesse religioso, morale e sociale vengono affrontati dal Corano. Per ogni tema è presente una spiegazione ed una interpretazione. Vengono poi riportati i testi delle “Sure” del Corano relative al tema trattato.

IL CORANO
Il Corano è diviso in 114 capitoli o Sure, le quali (con l’eccezione del breve primo capitolo che figura nelle preghiere quotidiane del musulmano) sono disposte in ordine decrescente di lunghezza. Letteralmente la parola araba al-qur’an (da cui, poi, Corano) significa una recitazione.

IL MESSAGGIO
Dio, il Creato, il Se’ Umano, e il Giorno del Giudizio sono queste le pietre angolari su cui poggiano le dottrine del Corano. Nonostante la loro importanza, tuttavia, il Corano è “un libro che enfatizza l’azione piuttosto che l’idea” (Muhammad Iqbal). Il Corano è il maestro successivo a Gesù, che oltre ad essere una guida spirituale è un compendio legale. Le prescrizioni del Corano furono completate dalle “Hadith”, ovvero le tradizioni fondate da ciò che Maometto fece e disse di propria iniziativa.
Il Corano prosegue l’Antico e il Nuovo testamento, le precedenti rivelazioni di Dio, e se ne presenta come il culmine.

MAOMETTO
L’appellativo di Maometto è “Il Sigillo dei Profeti”, dopo di lui non ci sarà più alcun profeta riconosciuto.
Una voce scende dal cielo e ti dice:” Tu sei l’eletto”. I musulmani dicono che nella “Notte della Potenza” (o del destino), mentre una strana pace pervadeva il creato e l’intera natura era rivolta verso il suo Signore, a notte fonda il Libro fu spalancato davanti ad un’anima pronta.
In quella notte della Potenza, mentre Maometto era sdraiato a terra nella grotta (grotta sul monte Hira dove Maometto si soffermava spesso per riflettere e contemplare) l’arcangelo Gabriele venne a lui in forma di uomo. L’arcangelo gli disse “Leggi”! (Annuncia).

Sura 96 Al-'Alaq (L'Aderenza)
1. Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato,
2. ha creato l'uomo da un grumo di sangue.
3. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo,
4. Colui Che ha insegnato mediante il calamo,
5. che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva.


Da quel momento, Maometto non fu più padrone della propria vita: la donò a Dio e all’umanità, predicando le parole che Dio avrebbe trasmesso per ventitré anni.
Diceva Maometto: “Dio non mi ha inviato a compiere miracoli: mi ha mandato a voi per predicare … sono soltanto un messaggero delle parole di Dio, il portatore del suo messaggio all’umanità”. Maometto attestò un unico miracolo, il CORANO.

L’ISLAM
Il Corano afferma che l’Islam è la religione di Allah e rappresenta l’unica vera soluzione ai problemi dell’umanità. Infatti l’Islam è l’unica salvezza sia in questo mondo che nell’altro mondo.

Sura 3 Âl 'Imrân (La Famiglia di Imran)
19. Invero, la religione presso Allah è l'Islàm*. Quelli che ricevettero la Scrittura caddero nella discordia, nemici gli uni degli altri, solo dopo aver avuto la scienza. Ma chi rifiuta i segni di Allah, [sappia che] Allah è rapido al conto.
 *[“la religione presso Allah è l'Islàm”: nel rapporto tra uomo e il suo Creatore, (gloria a Lui l'Altissimo) la posizione del primo non può essere che di totale sottomissione, cioè islamica]
85. Chi vuole una religione diversa dall'Islàm, il suo culto non sarà accettato, e nell'altra vita sarà tra i perdenti.


LA RETTA VIA
Le istruzioni del Corano insegnano alle persone di camminare sulla “retta via”. L’espressione proviene dalla prima Sura del Corano. La “retta via” è una via chiara: è diretta è esplicita. L’Islam descrive nei dettagli la via che propone. Per l’Islam La rivelazione di Dio all’umanità, è proceduta attraverso quattro grandi stadi.
Primo, Dio ha rilevato la verità del monoteismo, l’unicità di Dio, per bocca di Abramo.
Secondo, Dio ha rivelato i Dieci Comandamenti per bocca di Mosè.
Terzo, Dio ha rivelato la Regola d’Oro, cioè che dobbiamo fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi, per bocca di Gesù.
Quarto, Questi tre profeti erano messaggeri autentici e ciascuno ha introdotto aspetti importanti per una vita che è diretta a Dio. Rimaneva, tuttavia, una domanda: come dovremmo amare il prossimo? Per stare al passo con una vita sempre più complessa, il Corano fornisce le indicazioni. “La gloria dell’Islam consiste nell’aver dato corpo ai bellissimi sentimenti di Gesù in leggi precise” (Sayed Amir Ali)

Sura 1 Al-Fâtiha (L'Aprente)
1. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
 2. La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi
 3. il Compassionevole, il Misericordioso,
 4. Re del Giorno del Giudizio.
 5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
 6. Guidaci sulla retta via,
 7. la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.


La prima Sura è considerata il Padre Nostro dell’Islam. Il fedele la ripete molte volte nelle sue cinque preghiere quotidiane.

LA CREAZIONE
Dio ha creato l’uomo e l’universo.
Dio è colui che vi ha creato, vi ha nutrito, poi vi darà la morte e quindi la nuova vita.

Sura 30 Ar-Rûm (I Romani)
40. Allah è Colui Che vi ha creati, poi vi ha nutriti, poi vi darà la morte e quindi vi darà la vita. C'è una delle vostre divinità che faccia qualcuna di queste cose? Gloria a Lui! Egli è ben più alto di ciò che Gli associano.

Sura 16 An-Nahl (Le Api)
10. Egli è Colui Che ha fatto scendere l'acqua dal cielo, bevanda per voi ed erba pei pascoli.
11. Per mezzo suo ha fatto germinare i cereali e l'olivo, le palme e le vigne e ogni altro frutto. In verità in ciò vi è un segno per gente che sa riflettere.
12. Vi ha messo a disposizione la notte e il giorno, il sole e la luna. Le stelle sono sottomesse al Suo ordine. In verità in ciò vi sono segni per gente che comprende.
13. E ha creato per voi sulla terra tutte le cose, di diversi colori. In verità in ciò vi è un segno per gente che ricorda.
14. Egli è Colui Che vi ha messo a disposizione il mare, affinché possiate mangiare pesce freschissimo e trarne gioielli con i quali vi adornate. Vedi la nave scivolarvi sopra, sciabordando, per condurvi alla ricerca della Sua grazia, affinché Gli siate riconoscenti.
15. Ha infisso sulla terra le montagne, affinché non oscilli sotto di voi e [ha disposto] fiumi e sentieri, affinché non vi smarriate.
16. E [ha stabilito] punti di riferimento: le stelle che vi fanno da guida.


LA PREDESTINAZIONE
La volontà di Allah è presente in tutto. Nulla può accadere al di fuori della sua volontà e della sua potenza. Ci sono eventi contro cui non possiamo fare nulla, che sfuggono alla nostra volontà. Questi eventi sono nelle mani di Allah. Nascita, morte, resurrezione, la nostra struttura psichica, il nostro aspetto, questi eventi e tanti altri sono predeterminati. Ogni uomo è soggetto al suo destino.

Sura 6 Al-An'âm (Il Bestiame)
59. Egli possiede le chiavi dell'invisibile, che solo Lui conosce. E conosce quello che c'è nella terra e nei mari. Non cade una foglia senza che Egli non ne abbia conoscenza. Non c'è seme nelle tenebre della terra o cosa alcuna verde o secca, che non siano [citati] nel Libro chiarissimo.

Sura 9 At-Tawba (Il Pentimento o la Disapprovazione)
51. Di': “Nulla ci può colpire altro che quello che Allah ha scritto per noi. Egli è il nostro patrono. Abbiano fiducia in Allah coloro che credono”.

Sura 10 Yûnus (Giona)
107. Se Allah decreta che ti giunga una sventura, non c'è nessuno, eccetto Lui, che possa liberartene. E se vuole un bene per te, nessuno può ostacolare la Sua grazia. Egli ne gratifica chi vuole tra i Suoi servi. Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.

Il GIUDIZIO
Al di là delle differenze d’interpretazione, la credenza che riunisce i mussulmani circa l’altra vita è che ogni anima sarà ritenuta responsabile delle proprie azioni in terra a che il suo futuro dipenderà dalla rettitudine con cui avrà osservato i comandamenti di Dio.
Dio non va visto come il castigatore, sono le anime a giudicare se stesse; la morte incenerisce le autodifese, costringendoci a esaminare con totale obiettività come abbiamo vissuto la nostra vita. Sono le nostre azioni ad assumere il ruolo dell’accusa e della difesa.

Sura 17 Al Isrâ' (Il Viaggio Notturno)
13. Al collo di ogni uomo abbiamo attaccato il suo destino e nel Giorno della Resurrezione gli mostreremo uno scritto che vedrà dispiegato.
14. [Gli sarà detto:] “Leggi il tuo scritto: oggi sarai il contabile di te stesso”.
15. Chi segue la retta via, la segue a suo vantaggio; e chi si svia lo fa a suo danno; e nessuno porterà il peso di un altro. Non castigheremo alcun popolo senza prima inviar loro un messaggero.


Il GIARDINO DELL’EDEN
Allah promette il Paradiso a coloro che credono e fanno bene.

Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
82. E coloro che hanno creduto e operato nel bene, sono i compagni del Paradiso e vi rimarranno in perpetuità.

Sura 47 Muhammad
15. [Ecco] la descrizione del Giardino che è stata promessa ai timorati [di Allah]: ci saranno ruscelli di un'acqua che mai sarà malsana e ruscelli di latte dal gusto inalterabile e ruscelli di un vino delizioso a bersi, e ruscelli di miele purificato. E ci saranno, per loro, ogni sorta di frutta e il perdono del loro Signore. Essi sono forse simili a coloro che rimangono in perpetuo nel Fuoco e che verranno abbeverati di un'acqua bollente che devasterà le loro viscere?

UN MONDO DI GIOIA
Grazie alla misericordia di Allah, il mondo del corano è un mondo di gioia, non soltanto per al giustizia finale, ma anche per l’aiuto ricevuto lungo il cammino e nel perdono dei pentiti.

Sura 93 Ad-Duhâ (La Luce del Mattino)
1. Per la luce del mattino,
2. per la notte quando si addensa:
3. il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza
4. e per te l'altra vita sarà migliore della precedente.
5. Il tuo Signore ti darà [in abbondanza] e ne sarai soddisfatto.
6. Non ti ha trovato orfano e ti ha dato rifugio?
7. Non ti ha trovato smarrito e ti ha dato la guida?
8. Non ti ha trovato povero e ti ha arricchito?


LA VERA VITA
La vera vita è l’aldilà, dopo la morte. Una nuova vita reale ed eterna. Come gli Ebrei e i Cristiani, i Musulmani credono che la vita presente sia solo una prova in attesa della vita dopo la morte. I punti fondamentali della fede comprendono: il Giorno del Giudizio, la Resurrezione, il Paradiso e l'Inferno.

Sura 29 Al-'Ankabût (Il Ragno)
64. Questa vita terrena non è altro che gioco e trastullo. La dimora ultima è la [vera] vita, se solo lo sapessero!

Sura 19 Maryam (Maria)
66. Dice l'uomo: “Quando sarò morto, chi mi riporterà alla vita?”.
67. Non si ricorda l'uomo che fummo Noi a crearlo quando ancora non era nulla?


L’USO DELLA FORZA
Il Corano non consiglia di porgere l’altra guancia o il pacifismo: insegna a perdonare e a contraccambiare il male con il bene, se le circostanze lo permettono. Il Corano consente la punizione di chi delinque senza giustificazione, per tutto il male che arreca. L’Islam ritiene che sia necessaria la giustizia: se si abroga il principio della reciprocità, richiesta dal principio di equità, la morale scade in idealismo impraticabile o in mero sentimentalismo.
Per il Corano una guerra è giusta se è difensiva o mirata a correggere un’ingiustizia. Il jihad è la concezione islamica di guerra santa, nella quale ai martiri che muoiono viene assicurato il paradiso.
Maometto impugnò la spada per difendersi, per evitare di essere cancellato dalla faccia della terra, insieme alla sua comunità e la sua Fede, affidatogli da Dio.

Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
190. Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono.
191. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.
192. Se però cessano, allora Allah è perdonatore, misericordioso.


IL CASTIGO
Il castigo di coloro che tacciano di menzogna il LIBRO, dei miscredenti e di coloro che fanno la guerra ad Allah e seminano la corruzione sulla terra.

Sura 40 Al-Ghâfir (Il Perdonatore)
70. Coloro che tacciano di menzogna il Libro e ciò con cui inviammo i Nostri Messaggeri? Ben presto sapranno,
71. quando avranno gioghi ai colli e saranno trascinati in catene
72. nell'acqua bollente e poi precipitati nel Fuoco.


Sura 35 Fâtir (Il Creatore)
36. Coloro che invece non credono, avranno il fuoco dell'Inferno: giammai sarà decisa la loro morte e nulla sarà sottratto al castigo. Ricompenseremo così ogni ingrato.
37. E colà grideranno: “Signore, facci uscire, affinché possiamo compiere il bene, invece di quel che già abbiamo fatto!”. [Verrà loro risposto]: “Non vi abbiamo dato una vita abbastanza lunga, tale che potesse ricordarsi chi avesse voluto ricordare? Eppure vi era giunto l'ammonitore! Gustate dunque il castigo, ché per gli ingiusti non ci sarà soccorritore”.

Sura 5 Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita)
33. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso,
34. eccetto quelli che si pentono prima di cadere nelle vostre mani. Sappiate, Allah è perdonatore, misericordioso.


LA TOLLERANZA RELIGIOSA
I mussulmani mettono in rilievo che Maometto incorporò nella sua costituzione per Medina il principio della tolleranza religiosa, annunciato dai versetti (2,256). Considerano quel documento la prima carta di libertà di culto nella storia dell’umanità. In ogni caso la tolleranza islamica impediva le persecuzioni, ma non le discriminazioni.
Dice Maometto in merito alla tolleranza religiosa:
“Costringerai dunque un uomo a credere, quando la Fede può venire soltanto da Dio?”.

Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
62. In verità, coloro che credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell'Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti
256. Non c'è costrizione nella religione*. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.
*[“Non c'è costrizione nella religione”: nessuno può essere costretto a seguire una religione e d'altra parte nessuno può essere impedito dal praticarla. Questo il significato generale del versetto. Secondo alcuni esegeti il versetto scese per tutelare la libertà religiosa della gente della Scrittura (nazareni ed israeliti)]


Sura 5 Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita)
48. E su di te abbiamo fatto scendere il Libro con la Verità, a conferma della Scrittura che era scesa in precedenza e lo abbiamo preservato da ogni alterazione.* Giudica tra loro secondo quello che Allah ha fatto scendere, non conformarti alle loro passioni allontanandoti dalla verità che ti è giunta. Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso.  Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone: tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali siete discordi. 
*[“lo abbiamo preservato da ogni alterazione”: a differenza delle Scritture che lo hanno preceduto, il Corano possiede il carattere dell'inalterabilità. Il fatto che in esso, pur essendo stato per secoli copiato a mano, non sia mai stato possibile riscontrare delle interpolazioni è uno dei segni evidenti del carattere miracoloso del Corano]

EBREI E CRISTIANI NEL CORANO
Nel Corano gli Ebrei vengono condannati moralmente a motivo della loro non sottomissione e per altre ragioni, mentre i cristiani vengono rimproverati soprattutto per certe affermazioni dogmatiche, per certi ragionamenti sbagliati. Maometto non ha costretto neppure gli ebrei a emigrare o ad abiurare la propria fede: essi dovevano soltanto impegnarsi a un pagamento di un tributo.

Sura 9 At-Tawba (Il Pentimento o la Disapprovazione)
29. Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo*, e siano soggiogati.
*[“il tributo” (jizya): è il tributo di capitolazione con il quale giudei e cristiani riconoscevano lo Stato islamico. Il pagamento della “jizya” conferiva loro lo status di “dhimmîy” (protetti) e con il quale ottenevano il diritto di vivere in pace e in sicurezza nello Stato islamico. Ai tempi del Profeta, l'ammontare della “gizya” annua era pari a dieci dirham (circa 30 grammi d'argento) per ogni uomo adulto (donne, bambini, schiavi e poveri erano comunque esenti) e corrispondeva a dieci giorni di mantenimento alimentare]
30. Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!


MARIA
Maria è la donna tramite la quale Allah ha voluto dare un segno particolare: “In verità o Maria Allah ti ha prescelta; ti ha purificata e prescelta tra tutte le donne del mondo” (Sura 3, 42) e il segno è stato Gesù suo figlio, nato per volontà dell'Altissimo, divina creazione nella generazione umana: “...un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra” (Sura 19, 21).  Tutta la vicenda di Maria è dolcemente contraddistinta dall'abbandono ad Allah e da una purezza delle intenzioni che ne fa una figura angelicata; l'Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse che Maria, insieme a Fâtima, Khadîja e Asiya (la sposa di Faraone che salvò Mosè dal Nilo) è una delle signore del Paradiso.

Sura 19 Maryam (Maria)
16. Ricorda Maria nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente.
17. Tese una cortina tra sé e gli altri. Le inviammo il Nostro Spirito* che assunse le sembianze di un uomo perfetto.
*[“il Nostro Spirito”: l'angelo Gabriele (pace su di lui)]
18. Disse [Maria]: “Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!”.
19. Rispose: “Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”.
20. Disse: “Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”.
21. Rispose: “È così. Il tuo Signore ha detto: "Ciò è facile per Me... Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita"”.
22. Lo concepì e, in quello stato, si ritirò in un luogo lontano.
[ … ]
27. Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un abominio!
28. O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina”.
29. Maria indicò loro [il bambino]. Dissero: “Come potremmo parlare con un infante nella culla?”,
30. [Ma Gesù] disse: “In verità, sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta.
31. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l'orazione e la decima finché avrò vita,
32. e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento, né miserabile.
33. Pace su di me, il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita”.
34. Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità della quale essi dubitano.


GESÙ
Per il Corano Gesù è un profeta, un grande profeta come Abramo, Noè e Mosè – ma niente di più. E come nel Nuovo Testamento Giovanni è il precursore di Gesù, così nel Corano Gesù è il precursore di Maometto. L’islam onora Gesù come un profeta e accetta la sua nascita verginale: le anime di Adamo e di Gesù sono le uniche due che Dio creò direttamente. Secondo il Corano non c’è dubbio che Gesù abbia predicato la verità; ma in un linguaggio diverso da quello dei Vangeli, anzi gli fa dire esplicitamente che egli pure è soltanto un uomo. Il Corano nega la crocifissione di Cristo.

Sura 5 Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita)
46. Facemmo camminare sulle loro orme Gesù, figlio di Maria, per confermare la Torâh che scese prima di lui. Gli demmo il Vangelo, in cui è guida e luce, a conferma della Torâh, che era scesa precedentemente: monito e direzione per i timorati.
47. Giudichi la gente del Vangelo in base a quello che Allah ha fatto scendere. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono gli iniqui.

Sura 43 Az-Zukhruf (Gli Ornamenti d'Oro)
63. Quando Gesù portò le prove evidenti disse: “Sono venuto a voi con la saggezza e per rendervi esplicita una parte delle cose su cui divergete. Temete Allah e obbeditemi.
64. In verità Allah è il mio e vostro Signore. AdorateLo allora. Ecco la retta via”.


TRINITÀ E INCARNAZIONE DI DIO
Il Corano respinge la dottrina dell’Incarnazione e della Trinità, vedendola come invenzioni che offuscano la distinzione tra divino ed umano.

Sura 4 An-Nisâ' (Le Donne)
171. O Gente della Scrittura, non eccedete nella vostra religione e non dite su Allah altro che la verità. Il Messia Gesù, figlio di Maria non è altro che un messaggero di Allah, una Sua parola che Egli pose in Maria, uno spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Allah e nei Suoi Messaggeri. Non dite “Tre”, smettete! Sarà meglio per voi. Invero Allah è un dio unico. Avrebbe un figlio? Gloria a Lui! A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e tutto quello che è sulla terra. Allah è sufficiente come garante.

LA FAMIGLIA
La società islamica è fondata su una famiglia di tipo patriarcale. La stabilità e forza della famiglia e garantisce pace e sicurezza per i suoi membri, contribuisce inoltre all’ordine sociale.

Sura 17 Al Isrâ' (Il Viaggio Notturno)
23. Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro “uff!” e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto,
24. e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': “O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo”.


IL PECCATO
Sura 4 An-Nisâ' (Le Donne)
110. Chi agisce male o è ingiusto verso se stesso e poi implora il perdono di Allah, troverà Allah perdonatore, misericordioso.
111. Chi commette un peccato, danneggia se stesso. Allah è sapiente, saggio.
112. Chi commette una mancanza o un peccato e poi accusa un innocente, si macchia di calunnia e di un peccato evidente.


LE DONNE
Due passi del Corano, riguardanti la posizione della donna all’interno della società, esprimono concetti contradditori.

Sura 4 An-Nisâ' (Le Donne)
34. Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele*. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.
*[“battetele”: interrogato in merito a questa forma di punizione maritale, l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) l'ha sconsigliata con fermezza e, in caso estremo, l'ha permessa a condizione di risparmiare il volto e che i colpi vengano inferti con un fazzoletto o con il siwâk (il bastoncino che si usa per la pulizia dei denti)]


Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
228. Le donne […] hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini hanno maggior responsabilità. Allah è potente, è saggio.

LA POLIGAMIA
È vero che il Corano permette ad un uomo di avere fino a quattro mogli, ma si va affermando l’idea che una lettura attenta della sua normativa ritenga ideale la monogamia.

Sura 4 An-Nisâ' (Le Donne)
3. E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola o le ancelle che le vostre destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti.

IL VELO DELLE DONNE
Per quanto riguarda il velo delle donne e la loro segregazione in generale, la prescrizione coranica è limitata. Stabilisce soltanto quanto riportato nella Sura 33,59. Gli eccessi che si sono sviluppati da questa direttiva sono legati ai costumi locali e non sono vincolati dalla religione.

Sura 33 Al-Ahzâb (I Coalizzati)
59. O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso.

I CINQUE PILASTRI
I doveri religiosi dei musulmani si riassumano nei cinque pilastri:

Il primo è il credo o professione di fede dell’Islam noto come Shahada
Il secondo è la preghiera canonica
Il terzo è la carità
Il quarto è l’osservanza del Ramadam
Il quinto è il pellegrinaggio

Il Credo, professione di fede
“Non c’è dio se non Dio, e Maometto è il suo Profeta”

Questa professione di fede viene recitata dal credente più volte al giorno, ed è gridata dai minareti nell’ora della preghiera.

La Preghiera
L’Islam prescrive la preghiera cinque volte al giorno. La preghiera nell’Islam è in primo luogo una preghiera rituale, con formule e gesti rigorosamente prescritti, e che prima di tutto è un inno di lode a Dio. Un elemento invariabile nella preghiera è la recita della Sura numero 1.

Sura 29 Al-'Ankabût (Il Ragno)
45. Recita quello che ti è stato rivelato del Libro ed esegui l'orazione. In verità l'orazione preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole. Il ricordo di Allah è certo quanto ci sia di più grande.* Allah conosce perfettamente quello che operate.
*[Recitazione del Corano, orazione e Ricordo di Allah (Dhikr) sono gli strumenti per avvicinarsi ad Allah (gloria a Lui l'Altissimo); saperli usare correttamente è importantissimo per il credente che, nella pratica rituale obbligatoria e supererogatoria, persegue un obiettivo di preservazione dal male e di purificazione.]


La Carità
La carità è un’elemosina, una piccola tassa pari ad un quarantesimo, o al 2,5 per cento del capitale e della proprietà, ma chiunque è libero di donare di più. Le donazioni di elemosina sono per i poveri ed i bisognosi.

Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
270. Quali che siano i beni che darete in elemosina, o i voti che avete fatto, Allah li conosce. E per gli iniqui non ci saranno soccorritori.
271. Se lasciate vedere le vostre elargizioni, è un bene; ma è ancora meglio per voi, se segretamente date ai bisognosi; [ciò] espierà una parte dei vostri peccati. Allah è ben informato su quello che fate.


Il Ramadam
Il Corano proibisce ai mussulmani di mangiare carne di maiale (animale impuro). È proibito anche bere alcool.  Peraltro l’Islam non tende ad alcuna forma di ascetismo; al contrario, il Corano dice che “Dio non desidera rendere difficile la vita agli uomini, ma renderla facile”. Fa eccezione il digiuno del Ramadan, che cade al nono mese dell’anno lunare: tra il sorgere e il tramontare del sole è proibito mangiare, fumare e avere rapporti sessuali.

Sura 2 Al-Baqara (La Giovenca)
183. O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati;  
184. [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!
185. É nel mese di Ramadân che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l'inizio] digiuni. E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete riconoscenti!


Il Pellegrinaggio
Per ogni musulmano adulto è un preciso dovere recarsi alla Mecca almeno una volta nella vita. Qui si trova il santuario islamico più antico, la Ka’ba. La Mecca e la Ka’ba sono il centro del mondo per i musulmani, che verso la Mecca non solo si rivolgono quando pregano, ma in quella direzione seppelliscono anche i morti e costruiscono le moschee.

Sura 22 Al-Hajj (Il Pellegrinaggio)
26. Stabilimmo per Abramo il sito della Casa (dicendogli): “Non associare a Me alcunché, mantieni pura la Mia Casa per coloro che vi girano attorno, per coloro che si tengono ritti [in preghiera], per coloro che si inchinano e si prosternano.
27. Chiama le genti al pellegrinaggio: verranno a te a piedi e con cammelli slanciati, da ogni remota contrada,


IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Dottrina del Giudizio. In questo scenario il Corano presenta la vita come un’opportunità breve ma immensamente preziosa, che offre una scelta una volta per tutte.

Sura 81 At-Takwîr (L'Oscuramento)
1. Quando sarà oscurato il sole,
2. e spente le stelle,
3. e messe in marcia le montagne,
4. e neglette le cammelle gravide di dieci mesi,
5. e radunate le belve,
6. e ribollenti i mari,
7. e divise in gruppi le anime*,
*[“e divise in gruppi le anime”: “e i buoni saranno ricongiunti ai buoni e i malvagi ai malvagi”]
8. e quando verrà chiesto alla [neonata] sepolta viva
9. per quale colpa sia stata uccisa*,
*[Come già in altri brani, Allah (gloria a Lui l'Altissimo) ribadisce la condanna della pratica dell'uccisione delle neonate]
10. e quando saranno dispiegati i fogli,
11. e scorticato il cielo,
12. e attizzata la Fornace,
13. e avvicinato il Paradiso,
14. ogni anima conoscerà quel che avrà prodotto.


Riferimenti:
“Le Religioni del Mondo” Huston Smith 1958
“Cristianesimo e religioni universali” Hans Küng 1986
“Il libro delle religioni” Jostein Gaarder 1998
“Der Islam“  Osman Nuri Topbas 2008
“Il Sacro Corano“   http://www.corano.it/corano.html
 

Wednesday, July 8, 2015

NAKBA

«Nel 1948 gli arabi della Palestina scacciati dalle loro case dai Sionisti sono fuggiti portando con se, assieme alle loro poche cose, un simbolo della loro proprietà: la chiave della loro casa che sono stati costretti a lasciare assieme alla loro terra. La chiave consegnata dai padri ai figli per generazioni, come simbolo del loro diritto di proprietà, usurpato ma mai estinto, testimonierà sempre della violenza e del furto da loro subito. 
Un giorno quegli uomini, o i loro figli, o i figli dei loro figli, torneranno alla loro casa in Palestina, od al luogo dove essa sorgeva perché distrutta dagli occupanti, portando con se la chiave. Quel giorno i nuovi proprietari occupanti esibiranno dei pezzi di carta legittimati dalle loro autorità. Pezzi di carta che non valgono nulla perché supportati dal sopruso e dalla forza, quindi non legittimi».

L’esodo palestinese del 1948 è conosciuto come Nakba (in arabo catastrofe). L’esodo della popolazione araba palestinese è avvenuto durante la guerra civile del 1947-48, al termine del mandato britannico e durante la guerra arabo-israeliana, dopo la fondazione dello stato di Israele. La Nakba è anche all’origine della tragedia dei “rifugiati palestinesi”.

Israele con la sua politica sionista ha sempre negato e cercato di far dimenticare con ogni mezzo che la popolazione araba in Palestina è stata derubata e scacciata dalle loro terre con la forza. Ha sempre negato che lo sradicamento della popolazione autoctona palestinese facesse parte di un piano ben preciso architettato dai suoi massimi esponenti politici e portato a termine con le armi.

Lo storico israeliano Benny Morris sostiene che l'esodo palestinese del 1948 sia stato inevitabile. La comunità ebrea in Palestina era minacciata dagli stati arabi, correva il pericolo di essere estinta ed uno Stato ebraico non poteva sopravvivere con una presenza araba troppo consistente.

La nuova storiografia israeliana ha riesaminato l’esodo palestinese, ridefinendolo come atto di pulizia etnica. Lo studioso israeliano Ilan Pappe autore del libro “La pulizia etnica della Palestina” sostiene e documenta che il movimento sionista nel creare il proprio Stato-nazione si è reso responsabile di un crimine che volutamente è stato cancellato dalla memoria globale e rimosso dalla coscienza del mondo.

Nel libro di I.Pappe è riportato che a marzo del 1948 i dirigenti sionisti con a capo Ben Gurion diedero il via al Piano D (Dalet in ebraico) che contemplava la sistematica espulsione dei palestinesi dai loro territori e la distruzione delle loro aree rurali ed urbane. Gli ordini alle unità operative erano accompagnati da una descrizione dei metodi da usare per espellere i palestinesi: intimidazione su vasta scala, assedio e bombardamenti dei villaggi e centri abitati, incendi di case e demolizioni. Quando la missione fu compiuta, più della metà della popolazione originaria, almeno 750.000 persone, era stata sradicata, 531 villaggi erano stati distrutti e 11 quartieri urbani svuotati dai loro abitanti. La sistematica attuazione del Piano D fu un evidente operazione di pulizia etnica, considerata oggi dal diritto internazionale un crimine contro l’umanità.

Palestina 1947-48 fatti storici
1917
Dichiarazione Balfour: promessa fatta dalla Gran Bretagna al movimento sionista di assicurare un “focolare” per gli ebrei di Palestina
1922
 
Il Consiglio della Lega delle Nazioni approva il Mandato britannico in Palestina. Dal censimento inglese della Palestina risulta: popolazione totale 757.182 di cui 78% mussulmani, 11% ebrei, 9.6% cristiani.
1923
Inizio del mandato britannico in Palestina.
Il periodo fino alla seconda guerra mondiale è caratterizzato da un immigrazione sionista su vasta scala, attività diplomatiche che hanno lo scopo di favorire la costituzione di uno stato ebraico in Palestina, sommosse e scontri a fuoco tra palestinesi e sionisti.
1940-45
Seconda guerra mondiale, per gli ebrei tragedia dell’Olocausto. Molti sopravvissuti emigrano in America, altri si dirigono verso la Palestina attirati dal nascente stato ebraico.
1947
Sopraffatta dagli eventi l’Inghilterra dichiara che si ritirerà dalla Palestina.
A novembre l’Assemblea Generale dell’ONU adotta la “risoluzione 181” di spartizione della Palestina che prevede la creazione di due stati. La spartizione non è accettata dai palestinesi.
Inizia l’espulsione degli arabi palestinesi nativi da parte degli ebrei d’Israele.
1948
(Gennaio – Maggio)
Nasce il Movimento Nazionale Palestinese, iniziano a formarsi gruppi di resistenza alla spartizione della Palestina.
Scoppia la guerra tra ebrei e arabi (Esercito Arabo di Liberazione). Il gruppo paramilitare sionista Haganà dichiara la mobilitazione. La Consulta, organo direttivo sionista con a capo Ben Gurion, finalizza il piano Dalet, per l’espulsione dei palestinesi dalle loro terre.
Il presidente Truman assicura il sostegno alla causa sionista.
L’Haganà inizia a cacciare i palestinesi dall’area costiera tra Haifa e Giaffa. I villaggi lungo la strada Tel Aviv - Gerusalemme sono occupati e i residenti espulsi.
Massacro di Deir Yassin da parte dei gruppi estremisti sionisti Irgun e Stern.
Haifa viene ripulita della sua popolazione palestinese. L’Haganà occupa una zona di Gerusalemme Ovest, da cui tutti i palestinesi sono espulsi.
La Legione Araba attacca comunità ebraiche come rappresaglia per le azioni militari ebraiche. Giaffa si arrende all’Haganà.
A maggio ca. 220.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro case.
Il 14 maggio Israele dichiara la sua indipendenza e la fondazione dello stato ebraico. Il presidente Truman riconosce lo stato d’Israele. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU chiede il cessate il fuoco.
(Giugno – Ottobre)
È un periodo caratterizzato da due tregue. L’esercito israeliano IDF, subentrato all’Haganà, occupa le città di Lydd e Ramla, assalta villaggi e seguita a scacciare migliaia di palestinesi dalle loro terre.
(Novembre)
Il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede una tregua immediata e il ritiro delle truppe.
Le Nazioni Unite adottano la “risoluzione 194” che dichiarava l’incondizionato diritto al ritorno dei profughi palestinesi alle loro case. Una delle tante risoluzioni ONU che Israele ha sistematicamente disatteso.
L’IDF inizia ad espellere gli abitanti di villaggi dagli insediamenti all’interno del confine libanese.
1949
Tra due e tremila abitanti vengono espulsi dall’ IDF dalla sacca di Faluja.
Armistizio d’Israele con gli stati della Legione Araba coinvolti nel conflitto: Egitto, Libano, Giordania e Siria.

Al termine della guerra e della pulizia etnica in Palestina, in un solo anno, 1/2 degli abitanti autoctoni (ca. 800.000) sono stati scacciati dalla loro terra, 1/2 dei villaggi distrutti (ca. 500).

Risoluzione ONU 181
La risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU 181 del 1947 prevedeva la creazione di due stati. 
Alcuni aspetti del piano di spartizione: Non tiene conto dei diritti dei palestinesi, agli ebrei viene assegnato il 56% della terra, Gerusalemme viene dichiarata città internazionale, a quel tempo gli ebrei possedevano solo il 6% della terra e costituivano solo 1/3 della popolazione, 400 su 1000 villaggi palestinesi erano inclusi nella parte assegnata agli ebrei.
La Risoluzione non viene accettata dai palestinesi e dagli Stati Arabi.
Nella cartina il piano di spartizione delle Nazioni Unite, adottato dall'assemblea Generale come Risoluzione 181 il 29 novembre 1947.


La distruzione dei villaggi palestinesi
L’espulsione dei palestinesi avvenne con la forza, i loro villaggi distrutti, le loro terre confiscate. Di tutto ciò Israele ha cercato di farne sparire le tracce, sia dalla memoria storica che dal territorio. In alcuni villaggi i sionisti si resero colpevoli di stragi.
Deir Yassin
Tantura
Bassa
A seguire Lydd e Ramla (luglio 1948)
Dawaymeh e Salfad (ottobre 1848)
Nella cartina sono riportati i villaggi palestinesi spopolati nel 1947 - 1949

Deir Yassin
Il 9 aprile 1948 l’Irgun e la banda Stern occuparono il villaggio di Deir Yassin. Entrati nel villaggio, i soldati spararono sulle case con le mitragliatrici, uccidendo molti abitanti tra cui donne e bambini. Le persone ancora in vita furono radunate in un posto e ammazzate a sangue freddo. Il 10 aprile il “New York Times” riporta il massacro:
«Gerusalemme 9 aprile – Forze estremiste ebree paramilitari dell’Irgun Zwai Leumi e del gruppo Stern hanno catturato oggi il villaggio di Deir Yassin situato alla periferia ovest di Gerusalemme. In un combattimento da casa a casa gli Ebrei hanno ucciso più di 200 arabi, metà dei quali donne e bambini».
Tantura
Il 22 maggio 1948 l’antico villaggio fu attaccato di notte da una brigata dell’IDF. Tutti gli uomini furono radunati sulla spiaggia dove un ufficiale dei servizi segreti israeliani e un collaboratore locale incappucciato selezionarono alcuni uomini – per l’esercito israeliano “uomini significava maschi dai 10 ai 50 anni -  che vennero giustiziati. Questi però non furono i soli uomini ad essere giustiziati, prima di procedere alla selezione gli occupanti si erano lasciati ad uccisioni sfrenate nelle case e nelle strade. Secondo testimoni ebrei e palestinesi a Tantura si contarono 150-200 vittime palestinesi.
Bassa
Il villaggio oppose resistenza, per questo motivo gli ebrei punirono ulteriormente il villaggio. Secondo testimoni oculari i soldati israeliani ordinarono a tutti i giovani di radunarsi davanti a una delle chiese dove furono fucilati. Al massacro fece seguito la distruzione totale del villaggio. Fu risparmiata solo una chiesa. Oggi si possono ancora intravedere alcune case recintate da filo di ferro in un campo non coltivato ed espropriato dagli ebrei.

A completamento dell’operazione
Dopo l’armistizio del 1949 prosegue il saccheggio di Israele con l’espropriazione delle terre e del denaro dei palestinesi, con la dissacrazione dei luoghi santi (molte moschee vengono distrutte o trasformate in attività commerciali), con la trasformazione di villaggi palestinesi in luoghi ebrei “antichi” e solo per ebrei, con la creazione di nuove foreste quasi tutti piantate sui resti dei villaggi e delle proprietà palestinesi.

Contesto internazionale
L’Inghilterra, durante tutto il suo mandato, aveva adottato una politica favorevole all’emigrazione ed agli insediamenti ebraici in Palestina e non era mai intervenuta in difesa dei profughi soggetti agli attacchi dei sionisti. L’ONU aveva cercato un compromesso, ma non teneva in debito conto la realtà della Palestina ed i diritti dei suoi abitanti. Gli USA appoggiarono apertamente la formazione dello stato di Israele. Gli stati europei, dopo l’Olocausto, appoggiavano gli ebrei nel tentativo di creare lo stato d’Israele.

Conclusione
L’esodo del popolo palestinese è stato il primo atto di una grande tragedia, iniziata nella prima metà del XX secolo, che si protrae ancora oggi. Il conflitto israeliano palestinese è irrisolto e costituisce un pericolo per tutti. I contendenti non sono in grado di dialogare e risolve il conflitto. Cultura, società, religione, nazionalismo sono inconciliabili. Negli anni si sono accumulati odio, ingiustizie e crimini. Le risoluzioni dell’ONU sono state (Risoluzione 181 sulla spartizione delle terre in Palestina, Risoluzione 194 sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi) e rimangono inascoltate.

Oggi i profughi sono circa 4,7 milioni, distribuiti tra i 59 campi profughi palestinesi ufficiali riconosciuti dall’UNRWA su terra palestinese (27 campi: 19 in Cisgiordania e 9 nella Striscia di Gaza) e nei Paesi arabi (12 in Libano, 10 in Siria e 10 in Giordania).

Nota: Il contenuto di questo articolo si basa, per quanto riguarda i fatti storici, sulla lettura del libro di Ilan Pappe “La pulizia etnica della Palestina” edito da Fazi Editore.

Sandro
Luglio 2015

Saturday, June 27, 2015

FRANCESCA

L’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo risale a 2000 anni fa. A prescindere dalle prove storiche di questo evento, rimane il fatto che con Gesù è nato il Cristianesimo, il cui simbolo è la croce. Il messaggio di questa religione è fare il bene guidati dalla bontà e dall’amore. Il Cristianesimo sostiene che “la realtà primaria” Dio si è incarnato in Gesù di Nazareth per far conoscere agli uomini la sua essenza spirituale, che è appunto il bene. La vita, passione, morte di Gesù Cristo sono la testimonianza ed il simbolo della “realtà secondaria”, il destino a cui sono soggetti gli uomini di questo mondo.
Molte persone, hanno vissuto, vivono e soffrono portando sulle loro spalle una croce pesante come quella di Gesù Cristo. Per queste persone, oppresse da una sofferenza ingiusta, incomprensibile e senza speranza la vita è martirio. Quale è il senso della loro vita? Ebbene io credo che queste persone nascono, vivono non per loro, ma per noi. Ci fanno riflettere su quanto è grande e preziosa la nostra vita, e capire il dovere che abbiamo di utilizzare questa opportunità unica, nel miglior modo possibile, seguendo l’insegnamento di Gesù, a fin di bene.

 Francesca era una di queste persone, ammalatasi di anoressia all’età di 18 anni e stata condannata alla sofferenza fino alla sua morte, avvenuta all’età di 45 anni, a maggio del 2015. Era mia nipote!

All’inizio dell’anno 2015 io a Francesca avevamo deciso di creare un Blog, uno spazio in cui potesse esprimere i suoi pensieri e riflessioni, dare sfogo al suo dolore ed alle sue paure. Avevamo scelto anche un nome “Ombrasullanima”, gli eventi hanno interrotto questo piccolo progetto! Francesca ha avuto solo il tempo di scrivere due articoli (post), sono quelli qui riportati.


OMBRASULLANIMA
Post #1
Per molti versi i disturbi dell’alimentazione sono una elaborazione logica di un idea culturale. Fino all’età di 18 anni tutta la mia vita è trascorsa in maniera normale, scuola, liceo, un individuo sereno con le mie problematiche adolescenziali. Non potevo certo immaginare che la realizzazione di non essere riuscita a diventare me stessa mi abbia portato nel baratro della malattia. La grande maggioranza di chi ne soffre ne è tormentata per il resto della propria vita. Si può mutare comportamento, cambiare opinioni su se stessi e sul proprio corpo, rinunciare ad affrontare il mondo. Si può imparare che si preferisce essere inumano piuttosto che un fragile guscio di essere umano. Si può guarire, dimenticare mai. Non ho mai avuto un rapporto normale con il mio corpo. Mi è sempre sembrata un’entità strana ed estranea. Non credo che sia esistito un solo momento in cui non ne ho avuto la percezione. Da che posso ricordare ho sempre avuto la coscienza della mia corporeità, della mia posizione nello spazio. Non mi piaceva essere toccata perché lo desideravo troppo. Volevo essere abbracciata forte per non andare a pezzi.
Francesca
15-03-2015

Post #2
Da bambina ero sempre vagamente inquieta come se qualcosa di oscuro o spaventoso mi minacciasse. Mi sembrava di vivere in un luogo profondo colmo d’acqua silenzioso e freddo.
So che c’è stato un periodo in cui le cose andavano bene. Andavo in montagna, scivolavo lungo i pendii coperti d’erba. Non ricordo un infanzia caotica, la definirei caotica solo in prospettiva. Non sapevo mai in quali rapporti ero con gli altri, che cosa avrebbero fatto, sarebbero rimasti o se ne sarebbero andati via? Sarebbero stati in collera o cattivi o felici o affettuosi. Nella mia mente i colori di quel periodo sono il verde degli alberi e delle colline e il caldo, un caldo incredibile. Non fu un infanzia infelice, ma inquietante. Mi sentivo come se stessi vivendo e al tempo stesso osservando la mia vita desiderosa di entrarci, ma spaventata da ciò che desideravo. In effetti tutta la mia vita è stata così, entrare e uscire dal mondo quotidiano affascinata e spaventata dalla sua sensualità.
I paralleli con il mio approccio al cibo e al corpo sono stupefacenti, bulimia abbuffarsi di cibo, anoressia rifiutare il cibo per abbuffarsi della fame stessa. Se mi preparo un panino e lo mangio esattamente in venti bocconi, non uno di più non uno di meno sarò felice, se i bocconi saranno di più sarò triste. I miei sistemi, la disposizione precisa degli oggetti sul comò, alcuni animali di peluche investiti di poteri magici mi prendevano, il modo di percorrere una strada, i comportamenti alimentari accennati già da piccola (numero bocconi, dimensione dei bocconi), masticare funzionavano da cuscinetto tra me e il mondo.
La gente mi rendeva ansiosa, preferivo buttarmi a capo fitto nello studio, o rimanere nella mia stanza rannicchiata in un angolo del letto con un libro. Volevo mantenere tutto sotto controllo. Il mondo fuori dalla mia stanza mi appariva seducente, affascinante ma molto pericoloso. Rifiutavo semplicemente di alzare lo sguardo su un mondo che sembrava dilatare le mie pupille costringendomi a socchiudere gli occhi per sfuggire al bagliore.
Ripensandoci oggi il problema fu il comportamento manifestatosi da una serie di fatti contradditori.
La mia era una famiglia apparentemente perfetta, eravamo noi quattro al mondo. E per la maggior parte del tempo eravamo davvero molto uniti, ma ci disturbava la instabilità delle cose. Tutto continuava a capovolgersi, bastava il più piccolo urto e la famiglia perfetta esplodeva, la squadra si frantumava in molteplici squadre, i giocatori passavano da una parte all’altra.
Non auguro a nessuno il mio viaggio attraverso quell’inferno luccicante come una casa con gli specchi. Non auguro a nessuno le sue amare conseguenze, la fase che non è possibile prevedere, quando si sta male non auguro a nessuno il corpo danneggiato, la tentazione costante, la realizzazione di non essere riusciti a divenire se stessi, la paura si debba ricominciare da capo.

Francesca
30-04-2015

Un messaggio ed un monito a noi Francesca l’ha lasciato. Malgrado tutto, malgrado le difficoltà della vita noi siamo nella possibilità di operare per il bene. Questo è il privilegio che noi abbiamo e da questo deriva un preciso dovere e l’obbligo di farlo questo bene. Ce lo dice Francesca che avrebbe voluto una vita come la nostra e gli è stata negata.

Sandro
27-06-2015

Monday, February 16, 2015

Il racconto delle sabbie

I Sufi mistici dell’Islam per avvicinarsi a Dio svilupparono tre percorsi: la mistica dell’amore, dell’estasi e dell’intuizione. Il misticismo intuitivo si esplica nella dottrina del Fana’ (estinzione). Secondo i Sufi una volta estinta la coscienza di se stessi, quale sé separato sazio di progetti individuali, la visione dell’essere svuotata dell’io, avrebbe mostrato null’altro che Dio. “Il racconto delle sabbie” esemplifica la dottrina del Fana’, la   trascendenza in Dio, del sé finito.

"Nato da remote montagne, un fiume solcò molte regioni per raggiungere finalmente le sabbie del deserto. Provò a superare quest’ostacolo così come aveva fatto con gli altri, ma si accorse che, man mano che scorreva nella sabbia, le sue acque sparivano.
Era convinto, tuttavia, che era un suo desiderio attraversare quel deserto, eppure non ci riusciva…
Fu allora che una voce nascosta, proveniente dal deserto stesso, mormorò:
«Il vento attraversa il deserto; il fiume può fare altrettanto».
Il fiume obiettò che, sebbene si lanciasse contro la sabbia, l’unico risultato era di esserne assorbito, mentre il vento poteva volare e, quindi, attraversare il deserto.
«Lanciandoti nel tuo solito modo, il, deserto non ti permetterà di attraversarlo. Potrai solo sparire e diventare una palude. Devi permettere al vento di trasportarti fino a destinazione».
«Ma come è possibile?».
«Lasciandoti assorbire dal vento».
Era un’idea inaccettabile per il fiume. In fin dei conti, non era mai stato assorbito prima d’ora. Non voleva perdere la sua individualità: una volta persa, come essere sicuri di poterla ritrovare?
La sabbia rispose:
 «Il vento svolge questa funzione: assorbe l’acqua, la trasporta al di sopra del deserto, poi la lascia ricadere. Cadendo sotto forma di pioggia, l’acqua ridiventa fiume».
«Come posso sapere che è la verità?».
«È così. Se non ci credi, potrai solo diventare una palude, e anche per questo ci vorranno anni e anni; e, comunque non sarai più un fiume».
«Ma non posso rimanere lo stesso fiume?».
«In entrambi i casi non puoi rimanere lo stesso fiume».
Rispose il mormorio,
«la parte essenziale di te viene portata via e forma un nuovo fiume. Oggi porti questo nome perché non sai quale parte di te è quella essenziale».

Queste parole risvegliarono certi echi nella memoria del fiume. Si ricordò vagamente di uno stato in cui egli – o forse una parte di sé – era stata nelle braccia del vento. Si ricordò anche – ma era veramente un ricordo? – che questa era la cosa giusta, e non necessariamente la cosa più ovvia da fare. Allora il fiume innalzò i suoi vapori nelle braccia accoglienti del vento. Questi, dolcemente e senza sforzo, li sollevò e li portò lontano, lasciandoli ricadere delicatamente non appena giunsero la cima di una montagna molto, molto lontana.
Ed è proprio perché aveva dubitato, che il fiume poté ricordare e imprimere con più forza nella sua mente i dettagli della sua esperienza.
«Si, ora conosco la mia vera identità». Si disse.
Il fiume stava imparando. Ma le sabbie mormoravano:
«Noi sappiamo, perché lo vediamo accadere giorno dopo giorno e perché noi, le sabbie, ci estendiamo dal fiume alla montagna».

Ecco perché si dice che la via che permette al fiume della vita di proseguire il suo viaggio è scritta nelle sabbie.

Idries Shah
I racconti dei Dervisci

Sandro
16 febbraio 2015