Tuesday, August 9, 2011

Edgardo Bartoli, un maestro del giornalismo


Ho sempre cercato un compagno autorevole, qualcuno che facesse da faro-guida per capire i fatti ed i protagonisti del panorama socio-politico italiano ed internazionale. Negli ultimi 10 anni ho avuto la fortuna di conoscere un maestro, il giornalista Edgardo Bartoli. La notizia della sua morte mi ha profondamente addolorato. Una delle voci più lucide ed autorevoli del giornalismo politico si è spenta il 2 agosto, all’età di 81 anni.

Edgardo Bartoli nato a Cesena nel 1930 inizia la sua carriera giornalistica dopo aver conseguito la laurea in legge a Roma nel 1953. Dopo aver lavorato come condirettore della “Voce Repubblicana”, nel 1960 passa a “Il Mondo” e successivamente al “Corriere della sera”, di cui per sei anni è corrispondente da Londra. Dal 1976 all’inizio anni Novanta lavora come inviato speciale di ”Repubblica” per il quale segue i piu importanti eventi della politica internazionale dalla Spagna, all’Irlanda, al Libano, all’Afghanistan, alla guerra delle Falkland nel Sud America.

Il mio incontro con Edgardo Bartoli è avvenuto grazie al settimanale svizzero “Azione” dove redigeva la rubrica fissa “Extra e Ordinario” che commentava i maggiori avvenimenti di politica italiana ed internazionale. Adesso, all’improvviso, la firma di Edgardo Bartoli non comparirà piu sulle colonne del settimanale ed io, assieme ad altri fedeli lettori, avverto un grande senso di vuoto per la perdita di un compagno e maestro.

Edgardo Bartoli è stato definito “l’ultimo liberale italiano”, i suoi articoli, la sua scrittura limpida, la sua lucidità analitica facevano intravedere la sua personalità, il carattere d’uomo libero, la sua forza intellettuale. Quanto scriveva poteva essere criticato, ma mai smentito. Leggendo i suoi articoli s’incontrava la qualità e si respirava chiarezza, sintesi, verità, onestà professionale. Leggendo i suoi scritti si aveva l’impressione di venire presi per mano ed accompagnati sulla strada della comprensione delle vicende politiche, piu in alto e piu lontano di quanto noi da soli eravamo in grado di fare. Le nebbie, il frastuono, le polemiche del giornalismo politico italiano si dissipavano e scomparivano, si tornava al giornalismo senza orpelli, interessi e faziosità che sa analizzare i fatti e comunicarli, fornendo interpretazioni lucide della realtà.

Per me Edgardo Bartoli é stato oltre che maestro anche un amico, non l’ho mai conosciuto di persona, ma io e lui avevamo una cosa in comune, un malessere: la consapevolezza che non eravamo piu in grado di riconoscerci nel paese che ci ha dato i natali.

“… così funziona la società dello spettacolo: c’è una macchina che produce realtà fittizie secondo i gusti e le richieste del mercato, e se da una parte la realtà autentica non può essere considerata in se stessa verità, dall’altra quando la realtà prodotta dalla macchina è assolutamente falsa, essa diventa una perfetta realtà. Ossia una perfetta menzogna. …… La menzogna è un prodotto di largo consumo popolare, ingrediente fondamentale della dieta mediterranea, come gli spaghetti”.

dalla rubrica “Extra e Ordinario” del settimanale Azione.

Ringraziandolo per tutto quello che ci ha donato, porgo un ultimo saluto ad Edgardo Bartoli


Sandro

Tuesday, August 2, 2011

Arnold J. Toynbee , l’unica certezza


Arnold J. Toynbee ( Londra 1889 – York 1975) è stato uno storico inglese di fama mondiale. Nel suo libro “Storia e religione” è riportata un’affermazione che illumina la mente:

“In questo universo misterioso, c’è un’ unica cosa di cui l’uomo può sentirsi certo: l’ unica certezza è il fatto che l’uomo non è sicuramente la presenza spirituale più grande dell’ universo.
… Nell’universo è presente qualcosa che è spiritualmente superiore all’uomo … E il fine dell’uomo è quello di cercare la comunione con la presenza che sta dietro ed oltre i fenomeni: e di cercarla prefiggendosi lo scopo di mettere il suo Io in armonia con la realtà assoluta dello spirito“.


Durante gli scorsi seimila anni l’uomo è andato alla ricerca di quella “realtà assoluta dello spirito”. Ogni grande religione ha dato un nome diverso a quella realtà, l’ uomo ha sempre cercato, percepito , sperato nella realtà assoluta: il vero Dio.
La definizione di Toynbee del vero Dio e del fine dell’uomo è la più bella di tutte quelle da me lette finora! Queste parole sono ispirate, sono allo stesso livello, importanza di quanto scritto nella Bibbia esse sono “parola”, parola di Dio. Toynbee ha ricevuto la grazia di poterle esprimere; oppure, azzardo un’ipotesi, lo spirito di Toynbee è un’infinitesima parte, una molecola dello spirito superiore! Da Toynbee una scintilla di Dio!

Sandro