Friday, November 29, 2013

Cristo per noi


Chi è Cristo per noi oggi? La risposta a questa domanda non è soltanto una risposta dell’intelletto, ma anche e sempre una risposta della vita.

Chi è Cristo per me? Non desidero rispondere a questa domanda in modo evasivo, con riflessioni di carattere generale, ma affrontarla con un ricordo personale: nel 1945 ero rinchiuso in un campo di prigionia in Belgio. La Germania nazista era stata annientata, la cultura tedesca era stata distrutta ad Auschwitz, la mia città Amburgo era un ammasso di macerie, e per quanto mi riguardava, valeva lo stesso, ero disperato: mi sentivo abbandonato da Dio e dagli uomini, le speranze della mia gioventù stavano morendo. Non vedevo un futuro.

Un giorno ricevetti da un cappellano militare americano una Bibbia e iniziai a leggerla. Prima i Salmi dell’antico testamento «… sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene» (Sal 39). Leggendo poi la storia della Passione fui colpito dal grido di morte di Gesù e compresi: costui è chi ti capisce e ti sta vicino anche quando tutti ti hanno abbandonato. «Mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Questo era lo stesso mio grido a Dio. Cominciai a capire il Gesù sofferente, contestato, abbandonato da Dio, perché io mi sentivo capito da lui. Mi fu chiaro: Gesù è il nostro fratello divino nel pericolo e nella pena. Lui è la speranza per chi è in prigione, per chi è disperato e abbandonato. Lui è il redentore della colpa che ci opprime e ci ruba il futuro. Fui preso dalla speranza, dove umanamente c’èra così poco da sperare. Tornò in me il coraggio di vivere, dove forse si sarebbe voluto porre la parola fine alla propria vita.

Questa prima comunione con Gesù, mio fratello nel dolore e redentore della colpa, da allora, non mi ha più abbandonato. Gesù il crocefisso è Cristo per me.

Da un testo di J.Moltmann

Traduzione dal tedesco e sintesi
Sandro

Sunday, October 6, 2013

Wo war Gott?



Der Artikel von Eugenio Scalfari in der „Repubblica“ vom  3. November 2002 konzentriert sich auf eine dramatische, schockierende und inakzeptable Tragödie. Ein durch ein Erdbeben verursachtes Massaker an Unschuldigen; einmal mehr  stellt sich die spontane Frage: Wo war Gott, als all dies geschah? Warum erlaubt dies Gott ?

Zitat aus dem Artikel:

In San Giuliano di Puglia sind beim Erdbeben vom 31. Oktober 2002 26 Kinder gestorben. Es war noch nie passiert, dass bei einem Beben, einem einzigen tödlichen Beben, 26 kleine Kinder samt ihrer Lehrerin in den Tod gerissen wurden. Ein Massaker an Kindern, fast 3 Prozent der tausend Einwohner von San Giuliano. Eine ganze Generation dieses Dorfes, 1996 geboren und in sechs Sekunden ausgelöscht. Dieser Fall hat Entsetzen und Verzweiflung verursacht.
An diesem schrecklichen 31. Oktober erschien am Fernsehen das leidende Antlitz eines Priesters des betroffenen Dorfes.
Die Stimme hatte einen verzweifelten Ton wegen dem Tod dieser unschuldigen Menschen, aber vor allem wegen eines Zweifels, einer Frage,  die aus dem gequälten Gewissen eines Priesters und Mann des Glaubens entstand.
"Was halten Sie von dieser Tragödie?"
fragte ein Reporter. Der Priester hatte ein zerknittertes und mit Erde verschmutztes Kleid. Nach einigen Sekunden der Stille, als ob er einen Gott lästernden Gedanken zurückhalten wollte, sagte er: "Ich habe mich gefragt, wo war Gott, als all dies geschah?"

Ausgehend von diesem schrecklichen Ereignis und dem Artikel von Scalfari versuche ich, mich dieser dramatischen Frage zu stellen. Meiner Meinung nach kann man eine solche Frage nicht stellen, aus dem einfachen Grund, dass es keine Antwort gibt, weil die Frage "Wo war Gott" prinzipiell falsch ist.

Gott beeinflusst das Schicksal der Menschen nicht direkt. Es gibt keine übergeordnete Macht, die die Welt führt und von der das Schicksal der Menschen abhängt. Wäre dem so, würden die Menschen ihrer Freiheit beraubt.

Vito Mancuso vertritt in seinem Buch "Die Seele und ihr Schicksal" die Meinung, dass die Welt nicht von einem persönlichen Gott geführt wird. Die Welt wird von einem unpersönlichen Prinzip geführt, der Logik (LOGOS, Principio Ordinatore), die die Organisation und Ordnung der Welt bestimmt. Dieses Prinzip führt nach einem evolutionären Prozess zu einem Wachstum von Ordnung und Komplexität, ohne Rücksicht auf das Schicksal des Einzelnen und verursacht sehr oft Schmerzen und Unglück.

Zu dieser Welt gehören Erdbeben, Stürme, Brände, Krankheiten, Verbrechen und viele andere Phänomene, die zu Elend und Tod Unschuldiger führen. Es ist eine Realität, die der Mensch akzeptieren muss, so wie er Tag und Nacht, Leben und Tod akzeptiert. Sich an Gott zu wenden und ihn zu bitten, das Geschehen zu ändern oder zu verhindern, ist falsch.

Man muss verstehen, dass es keinen allmächtigen Gott gibt, der die Welt führt. Man muss verstehen, dass es nutzlos, Gott zu bitten, einzugreifen und uns zu helfen. Gott wird dies niemals tun, er tat es auch nicht für seinen Sohn Jesus Christus, als er gekreuzigt wurde.

Sandro

Thursday, September 19, 2013

Parbuckling Italia



Nel naufragio della nave Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio, e nel suo recupero iniziato con l’operazione di “parbuckling” 16 settembre 2013, una grande regia nascosta ha voluto rappresentare in senso metaforico certi aspetti della storia del bel paese, l’Italia.


 La Costa Concordia era una bella nave da crociera, lunga 300 metri e della stazza di 114mila tonnellate. La nave era partita da Civitavecchia il 13 gennaio 2012 con rotta Savona, tutto procedeva bene fino alle ore 21:42 quando, dopo un tentativo di “inchino” all’isola del Giglio, il comandante ha fatto avvicinare la nave fino a 150 m dalla costa andando a urtare contro uno scoglio che ha squarciato lo scafo.

Il dramma del naufragio è iniziato con il caos e le bugie, il comandante ha negato che ci fosse pericolo ed ha annunciato ai passeggeri che tutto era sotto controllo. L’emergenza a bordo della nave è stata gestita malissimo. La nave non ha lanciato subito l’SOS. I passeggeri hanno ricevuto comunicazioni false e fuorvianti e non sono stati assistiti adeguatamente dal personale di bordo.

La nave dopo l’impatto con lo scoglio è riuscita a portarsi sotto costa, fino ad andarsi a incagliare vicino all’ingresso del porto del Giglio. Con questa manovra il comandante ha probabilmente salvato la vita a tantissime persone. Tuttavia dopo aver lanciato il segnale dell’abbandono nave, il comandante e i suoi ufficiali si sono resi colpevoli di un grave reato, non sono rimasti a bordo per coordinare il salvataggio dei passeggeri, ma si sono calati in mare su una scialuppa.
 


La catastrofe totale è stata evitata, ma il naufragio è finito con la morte di trenta passeggeri e di due dispersi.

Anche l’Italia nel 2011 ha fatto naufragio e rischiato la catastrofe quando ha dovuto fronteggiare la tempesta finanziaria che ha messo in luce la debolezza di un paese dotato di una buona economia e di grandi risorse umane, ma non supportato da un sistema istituzionale e politico adeguato alle sfide del mondo globalizzato. IL governo e la classe politica italiana hanno dimostrato tutta la loro pochezza, il capo dell’esecutivo in carica ha dichiarato che non c’era crisi e che il sistema era solido e sotto controllo. Bugie agli italiani, ma non di fronte all’Europa che l’ha ridicolizzato. Il cavaliere, ha dovuto abbandonare il ponte di comando assieme ai suoi ministri, non era in grado di gestire la situazione.

IL paese come la Costa Concordia si è incagliato e si è bloccato. Come per la nave sono gravissimi i danni in termini economici e sociali. Ci sono state anche delle vittime: imprenditori e lavoratori portati alla disperazione che si sono suicidati.

Lo stato della nave dopo le prime operazioni di recupero può essere preso a simbolo delle condizioni in cui si trova il paese.


 Come la nave, il paese deve essere raddrizzato, ha bisogno di un “parbuckling” e la stazza è enorme. Il debito pubblico ammonta a ca. 2000 miliardi di euro, il pagamento degli interessi è di 80 miliardi l’anno.

L’Italia deve portare a termine un salvataggio che è possibile solo con il concorso di tutte le istituzioni e di tutti i cittadini. Alla guida del cantiere Italia va posto un governo composto di persone capaci e qualificate. Non c’è più spazio per gli interessi dei partiti e delle corporazioni, delle false promesse, delle chiacchiere e delle sceneggiate.  

Tutto sarebbe comunque di breve  durata e inefficace se non si realizza un "parbucking" ancora più urgente e importante: quello di raddrizzare la coscienza morale praticata nel costume del paese. Senza di essa le leggi non sono applicabili, il lavoro, gli sforzi e le buone intenzioni si frantumano contro il muro dell'inciviltà, dell'ignoranza e della disonestà.
  

Sandro









Tuesday, July 16, 2013

Le truppe di occupazione, Italia 2013



L’Italia è un paese che negli anni cinquanta e sessanta ha fatto bene, ma dagli anni settanta ha cominciato a rallentare e adesso sembra essersi bloccato. Ne riprova che le vecchie generazioni devono seguitare a lavorare per i loro figli che non hanno futuro. Circa il 40% dei giovani non trova lavoro. Ogni mese chiudono circa 1000 imprese, soffocate dalle tasse, dalla burocrazia, dalla difficoltà di ottenere crediti e da leggi sul lavoro inadeguate. I giovani più capaci, senza lobby, sono costretti ad abbandonare il paese.

L'Italia è diventata un paese in forte difficoltà nel nuovo mondo globalizzato, non si è saputa rinnovare e modernizzare. Sono state adottate un insieme di politiche che discriminano fortemente i giovani a favore degli anziani. L’Italia è l’unico paese in Europa che dal 1995 ha conseguentemente ridotto il budget per l’istruzione pubblica. Gli insegnanti sono i peggio pagati in Europa. Il merito dei singoli non è riconosciuto, decisivi sono favori e parentele. La regione Sicilia, al limite della bancarotta, ha 200.000 dipendenti. 

Questo, per citare solo alcuni aspetti.  Il paese non riesce più a ripartire, perché appesantito da un debito pubblico di ca. 2000 miliardi di Euro che richiede 80 miliardi l’anno per il pagamento dei soli interessi. Il problema più grave però è che l’Italia è impedita a ripartire dalle truppe di occupazione interne al paese. Su vari fronti si combattono gruppi d’interesse economici e finanziari, associazioni a delinquere di stampo mafioso, corporazioni e sindacati che ottimizzano rendite e privilegi dei loro associati a scapito del resto della società.
Le truppe di occupazione sono infiltrate nei luoghi di potere, nelle istituzioni e nell’economia. Il governo e lo stato operano con vecchie strutture, lente, burocratiche e spesso ingiuste. La classe politica, finanziata con i soldi pubblici, è degna rappresentante delle truppe di occupazione, a parole dice di voler cambiare il sistema, in pratica tutto è affossato e rimandato.
Le truppe di occupazione hanno facile gioco con una gran parte della popolazione che crede alle false promesse e alle menzogne per mancanza di senso civico e per necessità.

Ciò che è necessario è un nuovo sistema politico che abbandoni lo stato paternalistico che distribuisce privilegi e benefici in cambio di voti. Un sistema politico che non sia nello stesso tempo sostenitore e ostaggio di varie fazioni. Un rinnovamento culturale che realizzi una società civile basata sul bene comune e non sull’individualità. Purtroppo di queste cose in Italia non se ne vede traccia!

Il paese sta attraversando la crisi più drammatica dalla fine della guerra, ma gli italiani non si ribellano. Ci si potrebbe chiedere perché? Le ragioni sono in parte storiche, per secoli gli italiani sono stati un popolo subalterno, sotto il dominio di francesi, di spagnoli, di tedeschi e non da ultimo del Papa. Gli italiani si sono sempre sottomessi a queste truppe di occupazione esterne, in pochi si sono ribellati, i più hanno sviluppato la filosofia del tirare a campà. Oggi gli italiani sono una popolazione vecchia con età media sopra i quaranta anni, rassegnata, priva di visioni e di vitalità, illusa che i problemi del paese si risolveranno da soli. Gli italiani non sono liberi, sono prigionieri. Non si può essere liberi quando manca il lavoro o per averlo bisogna perdere la propria dignità. Quando per vivere bisogna accettare ingiustizie e soprusi. Quando si capisce di essere servi di un sistema ma non si riesce o non si può far nulla per cambiare le cose.

Le truppe di occupazione all’insegna dell’arraffare e dell’arricchirsi seguiteranno a spremere gli italiani come limoni fino a quando non ci sarà una crisi economica estrema, quando scoppierà quel pallone d’illusioni, di chiacchiere, di spettacolo e di menzogne con cui si ubriaca la gente. Solo allora, la fame spingerà alla ribellione e alle parole si sostituirà la violenza. Solo allora ci sarà l’occasione di liberarsi dalle oligarchie politiche ed economiche basate sul privilegio e non sul merito. Solo allora, ma questa è una speranza, una mentalità mai libera, chiusa, provinciale basata sulla furbizia, cambierà e capirà che senza bene comune non c’è bene duraturo per nessuno.

Sandro

Tuesday, June 25, 2013

ASCOLTA


  1. Non temere la solitudine perché è in essa che i nostri propositi si fortificano. Se riesci a sognare non fare dei sogni i tuoi padroni, se riesci a pensare non fare dei pensieri il tuo fine.
  1. Non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa.
  1. Abbi fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, ma tieni nel giusto conto il loro dubitare.
  1. Incontra il successo e la sconfitta e tratta questi due impostori allo stesso modo.
  1. Segui solo il difficile, non lasciarti tentare dal facile: il difficile può portare al miracolo, il facile è per i pigri.
  1. Non essere mai debole, anche se questo ti costa doloroso sacrificio; ma nello stesso tempo sii sempre dolce.
  1. Abbi forza e costringi il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più ed a resistere quando ormai in te non c’è più niente tranne la tua volontà che ripete "resisti!"
  1. La bontà, la chiarezza, la sincerità e il coraggio devono essere i pilastri dei tuoi pensieri; con la bontà si può conquistare tutto e tutti.
  1. Fa’ che ogni tua azione sia sollecitata dalla bellezza e dall’onestà.
  1. Non lasciarti mai affascinare dal denaro; consideralo un mezzo, non un’aspirazione. Non essere mai avaro, né con te stesso né con gli altri; è un grande peccato e porta alla grettezza e alla miseria.
  1. Il tuo vivere, la tua concezione della vita sia libera da ogni pregiudizio, ma sostenuta da quella disciplina morale che fa l’uomo libero e coraggioso.
  1. Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che é importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
  1. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non trattenerti mai!
  1. Fino a quando sei vivo, sentiti vivo.Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite…insisti, anche se tutti si aspettano che abbandoni.
  1. Non prendere mai l’abitudine di raccomandarti a Dio, ma ringrazialo sempre per tutto quello che fai di bello e di buono.
Giacomo Manzù.
Madre Teresa di Calcutta
Rudjard Kipling

Dedico questa raccolta di pensieri a tutti i giovani che si apprestano ad affrontare la vita, ai ragazzi e alle ragazze che stanno per diventare uomini e donne. Oggi sono tempi difficili, le nuove generazioni sono cresciute in una società che ha perduto i suoi valori morali e civili e sta perdendo anche il benessere. In questo vuoto ai giovani è richiesto tanto coraggio. Che cosa può aiutare i giovani ad avere successo? La Virtù la loro forza e capacità, La Necessità l’oggettivo bisogno, L’Occasione offerta dalle circostanze e naturalmente La Fortuna che auguro a tutti loro.

Sandro




Wednesday, April 24, 2013

Lettera aperta a Giorgio Napolitano


Signor Presidente,
Le esprimo tutta la mia gratitudine per aver accettato di rivestire con secondo mandato il ruolo di Presidente della Repubblica. Di fronte all’incapacità e all’impotenza del Parlamento ad adempiere il compito costituzionale dell'elezione del Capo dello Stato lei ha risposto al richiamo dell’Italia, del paese che ha sempre dimostrato di saper ascoltare, capire e amare.

Lei ha accettato perche ha capito che il paese stava precipitando nel caos. L’Italia è confrontata con un'acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione e con un crescente malessere sociale. In questi ultimi anni abbiamo assistito al naufragio dei partiti e della politica. Lo spettacolo offerto da quelli che dovrebbero essere i rappresentanti del popolo italiano è indecente, gli interessi di gruppo e personali prevalgono, il paese è stato spaccato e congelato da una casta di politici e privilegiati che non fa niente per la comunità e non merita niente.

Lei Signor Presidente per far chiarezza e indicare inderogabili necessità ha costituito due gruppi di Saggi. I risultati del loro lavoro hanno evidenziato quali sono le priorità e cosa si deve fare, il tutto è riportato nel suo discorso d’insediamento del 22 aprile davanti alle camere. Quello che si deve fare si conosce da tempo, ma è stato sistematicamente affossato e ignorato dall’intrigo, dall’incapacità e dalla corruzione della politica.

L’Italia nei prossimi giorni si deve dare il governo di cui ha bisogno. E lei ha detto che farà tutto il possibile affinché questo avvenga nel migliore dei modi. Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento con una formula rituale davanti al Presidente della Repubblica. Davanti al popolo italiano e a lei che lo rappresenta, il Presidente del Consiglio dovrebbe prestare giuramento che porterà a termine quanto previsto nel programma di governo, sulla linea da lei tracciata nel suo discorso d’investitura, si fissi anche un termine inderogabile oltre il quale non si può andare. Dichiari che informerà personalmente gli italiani dei risultati e sul mantenimento degli impegni assunti dal legislativo e dall’esecutivo.

Personalmente la invito ad affrontare il suo secondo mandato con la speranza che questo nostro paese superi le difficoltà e così facendo cresca. Il paese ne ha il dovere se non vuole distruggere l’avvenire dei propri figli. Lei è un padre, le auguro di avere la forza per aiutare gli italiani a diventare adulti.

Con grande stima
Sandro

E-mail inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano in data 24-04-2013

Thursday, March 28, 2013

Pasqua 2013

Mi scusi, cerco lavoro, mi hanno detto di domandare, può aiutarmi? Ho tanto bisogno di lavorare … ho una bambina piccola.

Con queste parole una giovane donna mi ha fermato e mi ha chiesto aiuto. Era domenica mattina a Roma nei pressi di Piazza Cavour. Stavo passeggiando sereno in città.

La prego mi aiuti, non so come andare avanti.

Le parole erano pronunciate con voce sofferta, il volto addolorato, lo sguardo disperato. Improvvisamente Roma spariva ai miei occhi ed io ero lì come un nulla di fronte a tanto bisogno.

Non so più che fare, dove posso rivolgermi?

Non sapevo cosa dirle e cosa fare per aiutarla. Ho pronunciato solo poche parole di conforto, niente più. Poi mi sono allontanato.

Questo incontro di un minuto o poco più mi ha colpito profondamente. Sapevo delle difficoltà economiche della gente, oggi se ne parla molto, ma quella mattina a Roma ho incontrato la povertà assoluta, quella senza speranza.

Domenica prossima 31 marzo 2013 è Pasqua. Vorrei tanto avere la fede e credere che Gesù il Risorto rivolga lo sguardo a quella giovane donna, gli dia la forza di vivere e gli doni la speranza.

 Sandro

Friday, February 22, 2013

Neues Wappen für Graubünden


Am 19. Februar 2013 hat sich der Kanton Graubünden für ein neues Wappen entschieden.
 

Zum Andenken an den Braunbären M13

Sandro

Friday, February 15, 2013

L'Italia moralista, il caso Finmeccanica



Giuseppe Orsi presidente della Finmeccanica è stato arrestato ed è detenuto in carcere con l’accusa di aver pagato delle tangenti per la vendita di elicotteri Augusta all’India. Dopo lo scandalo, l’India ha deciso di sospendere la fornitura.

La magistratura ha fatto il suo corso, spero che non si sia sbagliata e che non sia stata troppo solerte nel denunciare i fatti e agire in conseguenza. A prescindere da tutti i fatti e da tutte le colpe, che sono da dimostrare, c’è però un fatto che in questa vicenda è sicuro: la perdita di un importante contratto e il danno d’immagine per la Finmeccanica il cui presidente è in galera! Si tratta di un’azienda che in Italia da lavoro a 39.000 dipendenti ed è player mondiale nei settori nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza.
Chiunque abbia avuto a che fare con la vendita di prodotti ad alta tecnologia in determinati paesi sa che senza tangenti non si vende niente. Questa è la realtà, inutile ignorarla altrimenti è meglio chiudere i battenti e starsene a casa.

Quanto successo è sintomatico per il sistema Italia. Chi non ha niente da perdere e non è sensibile al bene comune, si scandalizza, si erge a paladino della morale, dei diritti e della legge. I mass media amplificano i fatti, creano i colpevoli, i magistrati sono liberi d’indagare e denunciare, senza rischio se sbagliano!

Se un imprenditore cerca di ottenere un contratto in determinati paesi pagando le mazzette, perché è costretto a  pagarle, questa persona che crea lavoro rischia la galera, la sua ditta, la chiusura. Il sistema è assurdo e manca di pragmatismo. L’Italia non si può permettere di perdere contratti milionari e danneggiare le sue industrie migliori.

In Europa nessun paese è così stupido da andare contro i propri interessi quando la necessità di determinati compromessi è evidente.

Dal carcere di Busto Arsizio, dove è stato condotto all’alba di due giorni fa, Giuseppe Orsi si è così espresso al suo legale:
 «Affronto questa prova sofferta ma con il conforto che i giudici capiranno che ho solo portato avanti un'attività per il bene dell'azienda».
Per il resto, non ha chiesto particolari sistemazioni di favore ai secondini, accettando l’alloggio da detenuto comune.

Di questa vicenda non si conosce ancora la verità, ma si riconosce ancora una volta la particolare attitudine all’autolesionismo degli italiani. Si riconosce anche la demagogia di determinati personaggi investiti di alte cariche pubbliche che parlano di giustizia e di morale a livello puramente teorico, avulso dalla realtà.

Il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli in merito alla vicenda ha detto:
« La corruzione internazionale non è una condotta eticamente censurabile, ma un reato che va perseguito [ …]. Sostenere che ci dovremmo abituare all'illegalità, come a una situazione necessaria e inevitabile, come a un male con cui bisogna convivere, è inaccettabile. Non si tratta di moralismo: c'è una norma del codice penale che punisce anche la corruzione internazionale. [ … ]. Anche la corruzione internazionale è dunque un reato e il pm di fronte a un reato deve fare le indagini, così come il tribunale deve condannare».

Belle parole, ma le vada a raccontare a chi in Italia è disoccupato, oppure a chi vive con meno di mille euro al mese, rifletta se siano opportune in un paese che ha un debito pubblico di 2000 miliardi di euro ed è in forte recessione economica. Alle belle parole del presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli io preferisco l’azione del presidente Giuseppe Orsi che si adopera per creare lavoro e agisce nella realtà di questo mondo anziché in una realtà virtuosa ma lontana, molto lontana.


Sandro