Friday, May 1, 2020

DOBBIAMO LIBERARCI

Dalla folle corsa che ci ha intrappolati e dal credere che il
tempo sia solamente denaro; dalla bramosia del superfluo;
dalla tirannide delle cose, che ci allontana dall’uomo;
dall’illusione che il possesso sia sufficiente a renderci felici

dall’indifferenza verso l’albero, il fiore, la lucertola: dall’idea
che la terra madre sia una vacca da mungere fino allo sfinimento;
dalla manipolazione della natura e dall’illusione che il genio,
una volta disturbato, possa restare nella lampada

dall’inflazione indecente dell’Io, dal dimenticare che esiste
anche in Noi, e che senza comunità non c’è società ne‘ nazione;
dalla tentazione di svendere la nostra libertà pur di avere
un’illusione di sicurezza; dall’istinto bestiale di fare giustizia
da se‘

dalla tentazione di essere sudditi e piegare la schiena;
dalla rassegnazione che impedisce la lotta; dalla paura di una
nuova immaginazione del possibile; dal concepire la fine
del mondo piuttosto che la fine dell’economia del consumo
e del saccheggio

dalla Bestia che ci spinge verso il diverso; dalla paura di
rispondere ai violenti con parole dure; dal gridare „assassini“
ai medici per poi esaltarli come eroi; dall’abuso della parola
„guerra“ che ci fa credere che il male sia cosa che riguarda
solo gli altri

dalla tentazione di credere che da soli è meglio e che l’Europa
sia un peso, non uno scudo benedetto; dal disamore per la nostra
patria e dalla fuga in paradisi fiscali; dallo scaricare il nostro
disastro di nuovo sulle spalle delle donne

dalla bestemmia di scomodare Iddio per assolvere e santificare
ruberie;dalla tentazione di usare la croce contro i poveri cristi;
dal credere di non essere tutti sulla stessa barca e dalla
presunzione di non poter mai diventare poveri e migranti

dal tacere la morte, vissuta come indecenza; dallo spregio per
le mani ruvide e il sudore della fronte; dallo snobbare chi in
silenzio garantisce il nostro nutrimento; dalla mancanza di
rispetto verso il pubblico ufficiale, dal maestro allo spazzino

dalla sottomissione al virtuale che occulta la vita e ruba la gioia
del ritrovarsi; dall’impazienza, nemica dell’ascolto e della
tolleranza; dal frastuono che stordisce gli uomini e uccide il
silenzio, che è il padre dell’armonia e della Creazione

dalla rinuncia a dedicare tempo ai nostri figli e a crescerli
con l’esempio, le regole della vita e la buona narrazione;
dall’emarginazione dei vecchi, portatori di memoria; dallo
scandaloso sfruttamento dei giovani e dal disprezzo per chi
li educa

dal rifiuto della nostra fragilità e dei nostri limiti, la cui
accettazione è invece saggezza; dal sottovalutare i piccoli gesti,
che fanno la differenza; dal credere che la felicità sia solo un
diritto, quando il sorriso è un nostro dovere verso il mondo

Preghiera Laica
di PAOLO RUMIZ
25 Aprile 2020