Wednesday, August 1, 2012

Vivere la Carità



Nel Nuovo Testamento Paolo da Tarso parla della carità usando la parola greca agape che noi traduciamo con amore. Tuttavia la radice della parola carità non è agape, bensì charis, che in greco vuol dire dono, grazia. Con carità s’intende un amore incondizionato che vuole il bene altrui.

Che cosa non è la Carità?
Prima di affrontare il concetto di Carità è bene fare chiarezza su cosa non è la Carità.

la Carità non è Solidarietà che nella società è un fattore di utilità ed è alla base di una giusta convivenza e convenienza per tutti. 

La Carità non è Beneficenza che è un dono impersonale, non prendo su di me il fardello dei dolori e delle necessità dell’altro, ignoro chi esso sia.

La Carità non è Benevolenza che è partecipazione alla sorte dell’altro, ci s’immagina di poter essere nella sua situazione, io mi vedo in lui ma rimango distante da lui, non porto il suo peso.

Che cosa è la Carità?

Nel Nuovo Testamento Paolo da Tarso nel famoso ”Inno alla Carità” dice ai Corinzi:

… se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi la carità, non sarei nulla.

Qui è evidenziato il primato della Carità rispetto al dono della scienza ed addirittura della Fede. La Fede, da sola non basta ad elevare lo spirito dell’uomo verso il bene, non garantisce la Salvezza.

… e se anche distribuissi tutte le mie sostanze
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi la carità, niente mi gioverebbe.

Spogliarsi e donare tutte le proprie sostanze, annullare il proprio corpo non basta se questi atti non sono accompagnati dalla Carità.

La carità è paziente è benigna a carità (…)
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,
non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.


Si comprende quindi che con Carità s’intende un amore di dilezione che vuole il bene altrui, che si esprime in modo totalmente gratuito, che non è condizionato dal riscontro che se ne può avere. L’unica ragione che fa scattare quest’amore è il bisogno della persona che ci sta davanti.

 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.

Questa frase conclusiva dell’Inno alla Carità significa che l’atto d’amore verso il prossimo espresso con la Carità  esprime l’Eterno, l’amore che non avrà mai fine.

Chi ci ha insegnato la Carità?

Gesù ha insegnato e portato nel mondo la Carità. La religione cristiana dice che il Dio dell’amore si è manifestato in Gesù di Nazaret, un uomo che ha attuato in se la logica dell’Eterna armonia che nel suo vertice si chiama amore. Chi coglie il suo messaggio, chi vive nello spirito della Carità, chi pratica la Carità, è salvo.

Chi ha espresso in modo esemplare la Carità?

Una delle persone più amate e rispettate del XX secolo è Madre Teresa di Calcutta, fondatrice della “Congregazione missionaria della Carità”, premio Nobel 1979 per la Pace.

Madre Teresa era una donna piccola, con un animo immenso, portatrice di un amore infinito per il prossimo, donava la Carità curando ed assistendo le persone non desiderate, non amate, abbandonate da tutti. Madre Teresa era azione vivente dell’amore di Gesù in questo mondo.

Ho vissuto nella miseria, emarginato malato e dimenticato, ma muoio come un angelo assistito ed amato.

Queste le parole che un uomo, alla fine dei suoi giorni, rivolge a Madre Teresa di Calcutta nell’ospedale dei poveri e diseredati.

La Carità per noi

La fragilità degli uomini, i loro limiti fisici e morali li portano spesso in situazioni in cui hanno bisogno d’aiuto. Quando si è soli, incompresi, deboli rispetto alle tempeste della vita si cerca una roccia a cui aggrapparsi. È questo il momento in cui ognuno, anche se non ha il dono della Fede si può rivolgere a Gesù.

Queste dunque le tre  cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Con queste parole Paolo ci ricorda che la cosa più grande è la Carità. Puoi riceverla da chi ti vuole bene, ma se un giorno ti mancasse e tu ne avessi estremo bisogno, ricordati di Gesù. Rivolgiti a lui anche se per tanto tempo l’avevi dimenticato od addirittura messo in dubbio. Vedrai che quando tu lo chiamerai, lui verrà, non ti chiederà nulla e non sarai più solo.

Riferimento: Nuovo Testamento, San Paolo, Prima lettera ai Corinzi
(1 Corinzi 13, 1-13)

Sandro