Wednesday, June 1, 2016

Il muro in Cisgiordania


Sotto gli occhi del mondo, che vede ma non reagisce, Israele prosegue la sua politica di colonizzazione e di sottrazione illegale di territorio in Cisgiordania (West Bank). Nel 2005 Israele ha messo in atto un piano unilaterale per il controllo dei territori palestinesi, strumento del piano è la costruzione di un muro che separa israeliani e palestinesi. Israele motiva la costruzione di questo muro „della vergogna“ con la sicurezza; da sempre questa argomentazione giustifica il sopruso, l’illegalità e la violenza.


Nel 2010 la corte internazionale dell’Aia ha condannato Israele giudicando "Illegale il muro in Cisgiordania". Nell’articolo del giornale Repubblica del 4.01.2010 è riportato:

«Il muro costruito da Israele in Cisgiordania è illegale. Lo ha stabilito la Corte Internazionale di giustizia dell'Aia, emanazione giudiziaria dell'Onu. Secondo i giudici dell'Aia, chiamati a pronunciarsi con una risoluzione approvata lo scorso dicembre dall'Assemblea Generale dell'Onu, la costruzione del muro viola il diritto internazionale e dunque l'esecutivo israeliano deve smantellare quella che chiama barriera difensiva. Nel documento della corte si legge:
"Il muro insieme con il percorso scelto viola in modo grave una serie di diritti dei palestinesi che vivono nei territori occupati dagli israeliani. Violazioni che non possono essere giustificate da esigenze militari o richieste per la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico". E si conclude parlando di "violazioni da parte di Israele di diversi obblighi di applicazione delle leggi umanitarie e dei diritti umani“. La Corte non ha contestato la costruzione di barriere difensive all'interno della linea verde, cioè il confine israeliano prima del 1967. Anche la Commissione Europea ha rivolto un appello a Israele affinché rimuova il muro dai Territori, compreso il tratto dentro e attorno Gerusalemme Est. Per l'Unione europea "l'allontanamento del tracciato del muro dalla linea verde rappresenta un serio motivo di scontro e rende praticamente impossibile la soluzione di due stati indipendenti"».

È quasi superfluo riportare la reazione del governo di Tel Aviv secondo cui: "Non è stato considerato il pericolo terrorismo" e quella della Casa Bianca, per la quale la decisione della Corte "non è appropriata".

Le conseguenze della costruzione del muro sono tragiche ed evidenti, Il muro non costituisce una barriera fra due popoli e territori, bensì:

-    Crea delle zone chiuse in cui i palestinesi vivono come in una prigione
-   Separa i palestinesi dalle loro terre coltivate
-    Porta i palestinesi alla disperazione e fomenta la violenza
-    Estendendosi oltre la “linea verde” riduce il legittimo territorio palestinese
-    Rende impossibile la realizzazione di due stati

A riprova di quanto detto, la mappa evidenzia la situazione nella zona di Gerusalemme Est.


Legenda:
- Linea tratteggiata gialla: „linea verde“ del 1949
- Muro: in nero completato, in blu: nel progetto approvato da Israele nel 2005
- Zone in giallo: abitate da palestinesi ad est di Gerusalemme
- Zone in arancione: abitate da soli palestinesi
- Zone in violetto: insediamenti ebraici nei territori occupati

La Cisgiordania è soggetta ad un processo di colonizzazione, in essa vige un regime di segregazione simile all’apartheid. Con il muro, ed i check-point militari, i palestinesi vengono relegati in zone circoscritte simili ai "bantustan", la loro libertà di spostarsi sul territorio è fortemente limitata.

Negli anni del regime dell'apartheid voluto dal National Party allora al governo, le diverse etnie nere furono costrette a trasferirsi nei bantustan loro assegnati, e le loro possibilità di spostarsi sul territorio sudafricano furono fortemente limitate. (Wikipedia)

Jean Ziegler, sociologo all´Università di Ginevra, è dal 2000 inviato speciale ONU. In questa veste, è stato in Cisgiordania e a Gaza, ed ha steso un rapporto in cui si rileva che a causa delle durissime misure militari imposte dall’esercito israeliano d’occupazione dall’inizio della seconda Intifada i territori palestinesi occupati sono sull’orlo di una catastrofe umanitaria. La ´Potenza occupante´ impedisce la mobilità e, con la costruzione del muro, esclude di fatto la possibilità nel futuro della nascita di uno Stato palestinese. Ziegler denuncia gli espropri di fattorie e sorgenti d´acqua per la costruzione "della barriera di sicurezza-muro d´apartheid" o per l´ampliamento delle colonie israeliane.

L’Unione Europea, favorevole alla realizzazione di uno stato palestinese, è attiva a livello umanitario ma non fornisce un adeguato impegno politico ed una forte presa di posizione nei confronti d’Israele. Organizzazioni ed importanti aiuti finanziari europei aiutano i palestinesi a sopravvivere, ma niente impedisce ad Israele di proseguire con la sua politica di lenta e costante annessione di territori e risorse che non gli appartengono.  

Sandro
Giugno 2016