Thursday, March 24, 2011

Ein Stück Berlusconi - Überleben mit Berlusconi

Anlässlich eines Interviews von René Lenzin mit Beppe Severgnini, dem Autor des Buches „Ueberleben mit Berlusconi“, erschien im Tages-Anzeiger vom Montag 21. März 2011 der Artikel “In jedem Italiener steckt ein Stück Berlusconi”.

In diesem Artikel betont Severgnini:“Ich kenne keinen Italiener, der nicht zugeben muss, dass er ein Stück Berlusconi in sich trägt”.

Dies mag vielleicht in Italien der Fall sein, aber für die in der Schweiz lebenden Italiener stimmt das nicht, sonst wäre es für sie schwierig, in diesem Land zu leben, zu arbeiten und anerkannt zu werden.

Die Italiener müssen ein Stück Berlusconi in sich tragen, da dies in Italien zum Ueberleben notwendig ist. Je grösser das Stück ist, desto besser lebt man, denn es besteht aus Schlauheit, Opportunismus, Gleichgültigkeit, Egozentrismus…

Premierminister Berlusconi verkörpert diese Eigenschaften und legalisiert sie indirekt.

Italien hat seinen neuen Messias.

„Möge jeder ein Stück Berlusconi bekommen, damit er überleben kann!“

AMEN

In occasione della presentazione a Zurigo del libro di Beppe Severgnini “Überleben mit Berlusconi” (Sopravvivere con Berlusconi) il Tages Anzeiger di lunedì 21 Marzo 2011 riporta un’intervista di Renè Lenzin dal titolo: “In jedem Italiener steckt ein Stück Berlusconi”(In ogni italiano c’è un pezzo di Berlusconi)

Nell’articolo Severgnini afferma:“Ich kenne keine Italiener, der nicht zugeben muss dass er ein Stück Berlusconi in sich trägt”. (Io non conosco nessun italiano che non debba ammetere di portare con se un pezzo di Berlusconi).

Quanto affermato, sarà forse vero in Italia, ma per gli Italiani che vivono in Svizzera non è vero, altrimenti avrebbero difficoltà a vivere, lavorare ed essere stimati in questo paese.

Se gli Italiani devono portare con se un pezzo-Berlusconi, è perché in Italia serve per sopravvivere. Più il pezzo-Berlusconi è grosso e meglio si campa. Il pezzo è fatto di: furbizia, opportunismo, menefreghismo, egoismo ….

Il fatto è che il pezzo in questione, in Italia, per campare c’è sempre voluto. La differenza è che adesso “il pezzo” si è personificato nella figura di Silvio Berlusconi, il quale nella sua funzione di premier indirettamente lo legalizza!

L’Italia ha il suo nuovo Messia.

“che ognuno ne possa riceverne un pezzo per sopravvivere!”

AMEN

Sandro

Saturday, March 12, 2011

Unità d'Italia anniversario 150 anni


In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ritengo utile riportare questo brano scritto da Massimo D’Azelio (Torino 1798 – 1866) nella premessa ai “I Miei Ricordi” (opera postuma del 1867). Oggi, dopo ca. 150 anni, le riflessioni di M. D’Azelio politico, scrittore, patriota e pittore sono più attuali che mai.

“L’Italia da circa mezzo secolo s’agita, si travaglia per divenire un sol popolo e farsi nazione. Ha riacquistato il suo territorio in gran parte. La lotta collo straniero è portata a buon porto, ma non è questa la difficoltà maggiore. La maggiore , la vera, quella che mantiene tutto incerto, tutto in forse, è la lotta interna.
I più pericolosi nemici d’Italia non sono gli austriaci, sono gl’Italiani.
E perché?
Per la ragione che gl’Italiani hanno voluto fare un’Italia nuova, e loro rimanere gli Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono “ab antico” il loro retaggio; perché pensano a riformare l’Italia, e nessuno si accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro, perché l’Italia come tutti i popoli, non potrà divenir nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte così contro lo straniero, come contro i settari dell’interno, libera e di propria ragione, finché grandi, piccoli e mezzani, ognuno nella sua sfera non faccia il suo dovere, e non lo faccia bene, od almeno il meglio che può.
Ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuole forza di volontà e persuasione che il dovere si deve adempiere non perché diverte e frutta, ma perché è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama “carattere”, onde, per dirla in una parola sola, il primo bisogno d’Italia è che si formino Italiani dotati d’alti e forti caratteri. E purtroppo si va ogni giorno più verso il polo opposto; purtroppo si è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani.”


Si da il caso che in occasione de1 150° anniversario dell’Unità M.D’Azelio decida di tornare in Italia per verificare di persona i progressi compiuti dalla sua amata patria. Dentro di sé pensa “sono passati 150 anni, cinque generazioni” chissà come è migliorata l’Italia! Arriva all’aeroporto e si accorge subito che il paese si è modernizzato, la scienza e la tecnica hanno cambiato la vita delle persone in meglio. Da uomo di pensiero, politico e scrittore M.D’Azelio vuole però capire a che punto siamo con il carattere e la civiltà degli italiani.

Il galantuomo per informarsi e sapere come stanno le cose, fa quello che fanno tutti gli italiani, accende la televisione …. e manco a dirlo, casca a precipizio dentro la “monnezza”!
I programmi TV sono un festival dell’ignoranza: scemenze, grida, donne seminude, polemiche, niente fatti e tanta reclame. Alla maggior parte degli italiani questa schifezza piace! M.D’Azelio spegne subito la TV e va a comprare il giornale. L’informazione è migliore, ma sente cento campane diverse e non riesce a capire come stanno veramente le cose, allora decide di fare una visita ai suoi colleghi della politica.

I carabinieri all’ingresso di Montecitorio lo salutano, alla vista dell’arma si sente rinfrancato; entra e chiede di poter parlare con il primo ministro in carica, gli dicono subito che è troppo occupato con la magistratura che gli rompe di continuo le scatole e non ha tempo. In ogni caso poi il premier ormai, a forza di dire bugie e pensare solo ai cavoli suoi, ha perso il senso della realtà, parlare con lui non serve a niente!
Al che M.D’Azelio chiede di poter parlare con degli esponenti politici, subito vogliono sapere di quale affare si tratta e chi lo manda, se non ha l’appoggio di qualcuno che conta perde solo tempo. Il nostro uomo dice allora di essere M.D’Azelio ed aver contribuito all’Unità d’Italia. Gli uscieri chiamano chi di competenza, si presentano dei deputati con camicie verdi (quelle rosse sono passate di moda) che si fanno chiamare Padani e dopo averlo ascoltato lo minacciano di farlo arrestare per aver contribuito ad unificare, a loro avviso, un paese del cavolo. I Padani gli chiedono anche se ha portato con se i due ricercati Garibaldi e Cavour, se li denuncia, allora lo lasciano andare. M.D’Azelio approfittando del fatto che i Padani sono andati a prendere il caffè, scappa e si salva.

Vagabondando per Roma arriva a Piazza Venezia, vede l’Altare della Patria ed il monumento a Vittorio Emanuele III Re d’Italia. È stupefatto e commosso, l’Italia la sua Italia c’è solo che sembra essersi pietrificata nel marmo e non si riesce più a trovarla nella mente e nel carattere della gente. Una vecchietta che vende souvenir gli dice che la monarchia non c’è più , il Re “pippetto” nel momento storico in cui avrebbe dovuto dar prova di coraggio, ha avuto paura ed è scappato.

Confuso M.D’Azelio pensa di rivolgersi a chi sa sempre tutto, il Vaticano. A Piazza S.Pietro presenta le sue credenziali e chiede di poter parlare con il Papa, una guardia svizzera gli dice però che adesso il Papa è un tedesco. Inoltre se lui cerca rinnovamento e progresso è cascato male perché c’erano sì stati dei segni di miglioramento e di apertura, ma adesso con questo papa siamo tornati indietro di 100 anni, quindi per lui M.D’Azelio niente di nuovo, sa già tutto.

A M.D’Azelio vengono le lacrime agli occhi e gli tornano in mente le parole di Dante Alighieri:“ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Lui pero non si arrende e pensa, ci deve pur essere del buono in questo paese, forse devo parlare con la gente comune. L’idea è valida e s’accorge quanti sforzi, sacrifici, umiltà, rassegnazione, coraggio sono necessari al popolo italiano per sopravvivere, per combattere le ingiustizie e far valere i propri diritti. M.D’Azelio ritrova finalmente nella gente i sui eroi d’Italia, sempre pochi rispetto alla massa dei privilegiati e dei malfattori, ma li ritrova e ci sono!

M.D’Azelio ha capito. Era tornato con tanta speranza che purtroppo si è infranta contro la realtà. Il nostro galantuomo cha conosce le vicende del mondo non è triste, pazienza dice, la realtà va vista in faccia. Prende la strada del ritorno e passando nuovamente a Piazza Venezia scrive sul marmo bianco a grandi lettere: CREDETE nell’ITALIA
poi sussurra: Auguri Italia ci rivedremo tra 50 anni!

Sandro

Tuesday, March 8, 2011

Collateral Murder

On June 4th, 1944, the V army of General Clark entered Rome. At that time I was a boy, who shared the enthusiasm of the roman citizens for the liberation. I still remember the American troop’s convoy surrounded by the Italian people expressing all their joy and gratitude, shouting “Viva l’America!”

In World War II America defeated the Nazism and helped to rebuild a destroyed Europe. America was the world leader; symbol of hope, progress, freedom, justice, welfare and civility. It was the good-America.

But America has changed! And the soul of the nation has deteriorated; America has lost his role of leader in the free world. This process has been accelerated in the year 2000 with the election of George Bush Junior to USA president. That election represented the victory of extreme capitalism, indifference to social problems, poverty and ecological issues. The politic has been characterized from a total lack of moral backbone. It was the victory of the old bad-America of Bible, shotgun and electrical-chair.

The invasion of Iraq and the Abu-Graib horrors have revealed to the world the face of bad-America. Wikileaks has recently published one video that shows the senseless, cynical inhuman killing of civilian people in Iraq. The video can be watched at: Collateral Murder-Wikileaks-Iraq.

On the morning of July 12th 2007, two Apache helicopters using 30 mm cannon fire killed about a dozen people in the Iraq suburb of New Bagdad. Two children were also wounded. The evidence of the massacre is a video, recorded from the aiming camera of the primary Apache helicopter.

The first video scene shows civilian people on the ground, some of them are reporters with cameras on their shoulders; there is no sign of hostility on the ground.

The pilot reports the situation to the operation command telling that some persons have weapons and asks for the permission to engage. The permission is given and fire is released. The firepower of the 30 mm cannon is effective against armoured vehicles. The civilians are killed on the spot; the kind of ammunition used tears a human body to pieces.

The commentary of the helicopter crew on audio channel after the massacre is appalling, they are euphoric, and they got a good score like in a video game. They have not fired to human beings; they have fired to black-beetles!
Audio: “look those dead bastards! Oh, yeah”

The odyssey is not finished; one man is wounded and tries to crawl away. The helicopter camera is tracking him on his effort to survive. Short time after a minivan approaches and stops to help. The driver tries to transport the injured man to the hospital.

Again the pilot asks for fire permission and again the command is given. A 30 mm burst hits the minivan at short distance - death and destruction for all that poor people inclusive two school children.

Audio: Oh yeah, look at that. Right through the windshield! Ha ha!

Eight minutes after the attack, ground troops arrive on the scene. They find two wounded children in the minivan. Some soldiers try to transport the children to the hospital, but the operation command orders to continue their job instead of wasting time with the children.
Audio: Well it’s their fault for bringing their kids into the battle!

Some day later, the official report:
US military authorities concluded that the action of the soldiers and pilot involved,
where in accordance with the law of armed conflict and their rules of Engagement.


The Washington Post reported the commentary of a 2-16 US Army Major:
“No innocent civilians were killed on our part deliberately. We took great pains to prevent that. I know that two children were hurt and we did everything we could to help them. I don’t know how the children were hurt.”

The video for me is nauseating as well as the US Army report. I think that this kind of America, for my part, can go to the hell.

The video is evidence that official explanations of war events very often are cynical and false. Very often the killing of innocent civilians is not an accident, but a barbaric act. The responsibility of these murders cannot be given to the operative troops only because they have been trained and respond to headquarters. The USA army in Iraq washes the brain of his soldiers and let them believe that the persons they kill and torture are not human beings but black-beetles, bastards, nothing.

Once back home, the USA veterans will realize that any inhuman behaviour that hurts and destroy innocent lives has a collateral effect on the responsible persons: the destruction of their own soul. What is the sense of sacrifice for the killed, wounded, mental destroyed soldiers? The answer is: no sense, none! Their youth, their lives and their souls have been sold for business, political power, and money.
Where is the enemy? The answer: at home. Who is the enemy: the bad-America!

Sandro