Friday, August 30, 2019

FINE DI UN CAVALLO DA CORSA

Potresti essere stato il miglior cavallo da corsa al mondo. Veloce, bello, robusto e così tranquillo che le urla degli spettatori e il battito delle fruste, durante la corsa, sembravano non sfiorare le tue orecchie. Avresti potuto essere senza paura nell’affrontare ostacoli e fossi pieni d’acqua. Avresti potuto far guadagnare centinaia di migliaia di corone al tuo proprietario e a tutti quelli che, riponendo fiducia nelle quote degli allibratori e nelle riviste specializzate, avevano scommesso i loro soldi sulla tua vittoria, assieme alla  breve, meravigliosa gioia del vincitore.
Potresti essere stato inarrestabile, ambizioso e leale, e potresti essere stato amato da fantini, allenatori, allibratori, spettatori, proprietari e commentatori, da tutti loro.
Potresti aver fatto venire le lacrime ad uomini che non piangono mai, e baci e abbracci e accendere in loro una passione che altrimenti non erano in grado di provare.
Ma alla fine, quando hai affrontato tutte le battaglie, le tue caviglie si sono indebolite e il tuo manto ha perso la sua lucentezza, non conta più nulla. Perché se hai venticinque o trenta anni e sei stato impiegato per lungo tempo come cavallo da addestramento, allora ti condanneranno, con molta probabilità, al macello.
Faranno, così come un proprietario di cavalli descrive la procedura, gocciolare del sedativo nel tuo abbeveratoio, sette o otto gocce. Gli altri hanno bisogno di meno, ma tu non sei come gli altri, perché anche se la tua muscolatura si è ridotta, e la tua forza si è attenuata, sei ancora grande, forte e selvaggio.
Ti abbraccieranno ponendo la loro testa contro la tua, ti accarezzeranno il fianco ed il collo, passeranno le loro dita nella tua criniera. Poi ti faranno venire a prendere, probabilmente all'alba, quando il cortile è l’erba sono ancora immersi nella nebbia e tu sei ancora assonnato. Aiuteranno gli uomini a condurti al rimorchio ed a chiudere la porta. Guarderanno a lungo, in silenzio, il rimorchio che lascia il cortile con te.
Non appena l’auto con il rimorchio non sarà più visibile, si girerano. Hanno del lavoro da fare. E tu adesso sei solo.
Non sarà un lungo viaggio, forse venti minuti su una strada di campagna e strade sterrate. Non è un problema per te, sei già stato in questo rimorchio per ore. Ma questa volta è diverso. Alla fine del viaggio, arriverai in una fattoria simile alla tua, ma che non irradia calore bensì brividi di freddo. Apriranno portellone del rimorchio e sarai eccitato e irrequieto, perché non conosci l'ambiente e questo ti ha sempre reso nervoso.
Ti guideranno, alle briglie, fuori dal rimorchio e attraverso un cortile in un edificio piatto dove ti chiuderanno in una gabbia di metallo. Questa gabbia è molto più piccola del tuo box della tua vecchia stalla: puoi muoverti a malapena. Il pavimento è piastrellato e uno scolatoio oltrepassa i box dove sono rinchiusi altri cavalli. Rimarrai in quella gabbia per due o tre giorni, forse quattro. Ci vorrà del tempo prima che arrivi il tuo turno. Giorno dopo giorno molti dei tuoi vicini di gabbia scompariranno e ne verranno aggiunti dei nuovi. Quindi toccherà a te. E quello che sei stato, da quel momento non è più. Sarai dimenticato.

Da un articolo di Marc Bädorf
(traduzione e adattatamento ColosseoNews)
30.08.2019