Thursday, February 9, 2012

Dio dell'amore e Dio della creazione


Nel concetto di Dio (l’Assoluto) è presente il dualismo del Dio dell’amore e del Dio misterioso della creazione.


Per i cristiani l’essenza del Dio dell’amore si è incarnata in Gesù Cristo, il ponte verso il Dio dell’amore. Tramite Gesù, l’uomo realizza la comunione con Dio.


Piu ardua, astratta, difficile appare la comunione con il Dio della creazione (il Dio nascosto). L’uomo è confrontato con un mistero, con i flutti dell’eternità.


Albert Schweitzer con la sua filosofia del “Rispetto per la Vita” indica una via per un rapporto spirituale con la volontà creatrice, partendo dal mistero della vita.


“L’Assoluto è un’immagine cosi astratta che sfugge ad una vera comprensione. Non ci è assegnato il compito di servire l’infinita e imperscrutabile volontà creatrice, con una conoscenza chiara del suo essere e delle sue intenzioni. Ma noi possiamo avere un rapporto spirituale con questa volontà creatrice se siamo consapevoli di trovarci sotto il dominio del mistero della vita, e se ci consacriamo attivamente a tutti gli esseri viventi che abbiamo l’occasione e la possibilità di aiutare.

Con il rispetto per la vita noi diventiamo religiosi, pii, in modo elementare profondo e vivo.”


Ecco quindi come il dualismo può essere affrontato.

Nella religione cristiana l’uomo dalla comunione con Gesù Cristo arriva al Dio dell’amore che è un tutto uno con il Dio della creazione. La filosofia del “Rispetto per la Vita” di Albert Schweitzer, ponendo al centro delle sue riflessioni la vita, aiuta a creare un nuovo ponte verso il Dio della creazione. La comunione con il Dio della creazione si realizza consacrando la nostra vita alla Carità verso tutti gli esseri viventi, aiutando a mantenere la vita che Dio ha creato, ad incrementarla di innalzarla al suo valore più alto. Questa filosofia è religione.


È un fatto che il Dio dell’amore di Gesù è più vicino a noi mentre il Dio della creazione è sempre lontano ed imperscrutabile; forse questo dipende dal fatto che il Dio che c’è dato di conoscere tramite Gesù agisce nelle dimensioni di questo mondo, il Dio della creazione agisce nell’universo e nell’eternità.


Sandro

Wednesday, February 1, 2012

Deutschland und die Euro-Rettung

In der Geschichte der vergangenen Jahrhunderte hatte Deutschland eine entscheidende Rolle und ein besonderes Schicksal. Im zwanzigsten Jahrhundert führten die Expansionspolitik und die Militärkraft Deutschlands zur Zerstörung in Europa. Zu Beginn des 21. Jahrhunderts hat Deutschland dank seiner politischen Stabilität und starken Wirtschaft eine zentrale Rolle in Europa errungen.

Doch auch heute nach 70 Jahren lastet auf dem kollektiven Bewusstsein der Deutschen die fatale Rolle, die Deutschland im Zweiten Weltkrieg gespielt hat. In Europa sind die Erinnerungen an die Barbarei, die Zerstörung, den Verlust von Menschenleben und den Holocaust immer noch präsent. Es gibt immer noch viele Menschen, die jene Jahre erlebt haben und deren Zeugen sind.

1943 habe ich als Junge die deutsche Besatzung in Rom persönlich erlebt, die Zeit der Deportation von Juden aus dem Ghetto, des Massakers von 335 Zivilisten in den Fosse Ardeatine, die Razzien und Deportationen. Der Krieg hat auch meine Familie getroffen und unser Leben für immer geprägt.

1945 war Deutschland besiegt und vernichtet, die Bevölkerung verzweifelt. Dank des starken Willens und der Fähigkeit der Deutschen sowie der Unterstützung durch die USA und deren europäischen Verbündeten konnte sich Deutschland in der Nachkriegszeit wieder erholen. Wenn Deutschland zur Entschädigung aller Kriegsschäden und zur Rückzahlung aller Schulden verpflichtet gewesen wäre, würde das Deutschland von heute nicht existieren.

Mit dem Vertrag von London vom 27. Februar 1953, der von 60 Staaten (darunter Italien, Spanien und Griechenland) unterzeichnet wurde, waren Deutschlands Auslandsschulden halbiert. Die Vereinbarung legte den Grundstein für den zukünftigen Erfolg der Nation, die sich zur größten Volkswirtschaft in Europa entwickelte.

Die im Jahr 2007 von den USA ausgegangene Wirtschafts-und Finanzkrise hat sich mit schwerwiegenden Folgen in Europa ausgebreitet und die strukturelle Schwäche der Euro-Währungszone in dramatischer Weise offenbart. Im Jahr 2011 mussten die schwer verschuldeten Länder wie Griechenland, Italien und Spanien ihre Schulden zu sehr hohen Zinsen refinanzieren. Heute laufen diese Nationen die Gefahr des Bankrotts und gefährden Europa und die Eurozone.

2012 ist Deutschland als führende Nation gefordert, eine entscheidende Rolle in der Lösung der Krise zu übernehmen. Mit der Rettung der Europäischen Union und der Eurozone, auch auf Kosten großer Opfer, würde Deutschland grosse Anerkennung gebühren.

Nachfolgend zitiere ich ein Teil der Rede von Helmut Schmidt, deutscher Bundeskanzler von 1974 bis 1982, die er im Dezember 2011anlässlich eines Kongresses seiner Partei gehalten hat:

« Unsere geopolitische Zentrallage, unsere unglückliche Rolle im Verlauf der europäischen Geschichte bis in die Mitte des 20. Jahrhunderts, unsere heutige Leistungsfähigkeit, all dies verlangt von jeder deutschen Regierung ein sehr hohes Mass an Einfühlungsvermögen in die Interessen unserer EU-Partner.

Und unsere Hilfsbereitschaft ist unerlässlich. Wir Deutschen haben unsere grosse Wiederaufbau-Leistung der letzen sechs Jahrzehnte nicht nur aus eigener Kraft zustande gebracht. Sie wäre nicht möglich gewesen ohne die Hilfe der westlichen Siegermächte, nicht ohne Einbettung in die europäische Gemeinschaft und das atlantische Bündnis, nicht ohne die Hilfen unserer Nachbarn, nicht ohne den politischen Ausbruch im Osten Mitteleuropas und nicht ohne das Ende der kommunistischen Diktatur. Wir Deutschen haben Grund zur Dankbarkeit. Und zugleich haben wir die Pflicht, uns der empfangenen Solidarität würdig zu erweisen durch eigene Solidarität mit unseren Nachbarn! »

In seiner Rede zeigt Helmut Schmidt die notwendigen Reformen zur Überwindung der Krise wie folgt auf:

« Dazu gehören die Rettungsfonds, die Verschuldungsobergrenzen und deren Kontrolle, eine gemeinsame ökonomische und fiskalische Politik, eine Reihe von jeweils nationalen steuerpolitischen Reformen ».

und kommt somit zum Schluss:

« Aber zwangsläufig wird auch eine gemeinsame Verschuldung unvermeidbar werden. Wir Deutschen dürfen uns dem nicht national-egoistisch verweigern ».

Leider spiegelt sich diese Weisheit von Helmut Schmidt in der heutigen Politik der deutschen Regierung nicht wider.

Es bleibt zu hoffen, dass Deutschland und die EU-Mitgliedsstaaten einen Weg zur Lösung der gegenwärtigen Krise finden und dass ein noch stärkeres, vereintes Europa als zuvor entsteht.

Sandro

02-02-2012

La Germania e la salvezza dell'Euro

Nella storia dei secoli scorsi la Germania ha avuto un ruolo determinante ed un destino particolare. Nel XX secolo la sua politica espansionistica e la sua potenza militare l'hanno portata ad essere il fuoco della distruzione in Europa. All'inizio del XXI secolo la sua stabilità politica e la sua forte economia l'hanno portata a svolgere un ruolo centrale in Europa.

Tuttavia, ancora oggi dopo 70 anni, sulla coscienza collettiva dei tedeschi pesa il ruolo nefasto avuto dalla Germania nella seconda guerra mondiale. In Europa il ricordo delle barbarie, delle distruzioni, delle perdite di vite umane, dell'Olocausto non sono dimenticati. Ci sono ancora tante persone che quegli anni li hanno vissuti e ne sono testimoni.

Personalmente ho vissuto da ragazzo l'occupazione tedesca a Roma nel 1943, gli anni delle deportazioni degli Ebrei dal Ghetto, la strage di 335 civili alle Fosse Ardeatine, i rastrellamenti e le deportazioni. La guerra ha colpito anche la mia famiglia e segnato per sempre la nostra vita.

Nel 1945 alla fine della guerra la Germania era vinta e distrutta, la sua popolazione decimata e disperata. La Germania è potuta rinascere dalla catastrofe per merito della volontà e della capacità del suo popolo e per gli aiuti forniti dagli USA e dai suoi alleati europei. Se la Germania avesse dovuto risarcire tutti i danni di guerra e ripagare tutti i debiti contratti, la Germania di oggi non esisterebbe.

Con il trattato di Londra del 27 febbraio 1953, firmato da 60 stati (tra cui Italia, Spagna e Grecia) il debito estero della Germania fu dimezzato. Con il patto furono gettate le basi per il futuro successo della nazione che è divenuta la piu grande potenza economica europea dei nostri giorni.

Nel 2011 la crisi economica e finanziaria partita dagli USA ha provocato una recessione globale che ha investito l'Europa come un Tsunami. La debolezza strutturale della zona euro si è manifestata in modo drammatico. Nel 2011 le nazioni più indebitate come Grecia, Italia e Spagna si sono trovate nella situazione di dover rifinanziare i loro debiti pagando interessi altissimi. Oggi queste nazioni corrono il pericolo di bancarotta. Il futuro dell'Europa e della zona euro rischia il collasso.

Nel 2012 la Germania, nazione guida forte della sua potenza economica, è chiamata a svolgere un ruolo determinante per far uscire l’Europa dalla crisi. Salvare l'unione europea e la zona euro, anche a prezzo di grandi sacrifici, sarebbe per la Germania un grande motivo di orgoglio e di riscatto.

Riporto in merito, quanto detto da Helmut Schmidt, cancelliere tedesco dal 1974 al 1982, in un discorso tenuto a dicembre 2011al congresso del suo partito.

« La nostra posizione geopolitica centrale in Europa, il nostro ruolo sfortunato e nefasto negli avvenimenti della storia europea fino alla metà del 20. secolo e la nostra attuale potenza produttiva ed economica; tutto questo richiede da ogni governo tedesco un notevole grado di sensibilità e comprensione nei riguardi dei nostri partner europei.

La nostra disponibilità all’aiuto è inderogabile.

L’opera di ricostruzione della Germania ed i grandi risultati ottenuti negli ultimi sessanta anni non sono un merito da accreditare alle sole nostre forze. Questi obiettivi non sarebbero mai stati raggiunti senza l’aiuto delle potenze vincitrici, senza la nostra integrazione in Europa ed al Patto Atlantico, senza l’aiuto delle nazioni a noi vicine, senza il radicale rinnovamento politico e sociale avvenuto ad est dell’Europa centrale e senza la fine della dittatura comunista. Noi tedeschi abbiamo motivo di gratitudine e nello stesso tempo abbiamo il dovere di onorare la solidarietà che abbiamo ricevuto contraccambiandola con la nostra ».

Helmut Schmidt nel suo discorso indica le riforme necessarie per superare la crisi:

« Un Fondo salva-stati. Un limite massimo per l’indebitamento ed il relativo controllo. Una politica economica e fiscale coordinata a livello europeo. Un pacchetto di riforme a livello nazionale nel campo sociale, fiscale e mercato del lavoro; il tutto accompagnato dal controllo delle spese ».

e conclude così il suo discorso:

« …fatalmente un indebitamento collettivo della zona euro sarà inevitabile. Noi tedeschi siamo chiamati ad abbandonare il nostro egoismo nazionale ».

Purtroppo la saggezza che traspare dal discorso di Helmut Schmidt non trova riscontro nella politica dell'attuale governo tedesco.

Con questi argomenti, ci auguriamo che la Germania e gli altri stati membri dell'Unione Europea sappiano trovare la via per salvare un grande progetto e che dall'attuale crisi esca un Europa ancora più unita e forte di prima.

Sandro

02-02-2012

P.S. Questo Post è stato pubblicato da ColosseoNews in lingua tedesca con il titolo «Deutschland und die Euro-Rettung».