Sunday, May 15, 2011

Religioni ed Etica mondiale

Il cammino dell’umanità, nonostante i grandi progressi della scienza e della tecnologia, non è diventato più facile, l’uomo ha perso l’ottimismo nella vita e teme il futuro, per se ed i propri figli. Il mondo si è globalizzato, ed ad un maggiore sviluppo economico, corrisponde purtroppo anche una globalizzazione dei problemi. Le forze dominanti la macchina-mondo sono l’economia ed il potere, ad esse poco o nulla si oppone. Si ha l’impressione che il mondo abbia ormai sviluppato una propria dinamica, che nessuno riesce più a controllare.

Il problema è che il fenomeno è asimmetrico, nel senso che si assiste ad una globalizzazione a vantaggio della politica, dell’economia e della finanza a cui però non si contrappone un’organizzazione mondiale a difesa dell’Umanità, capace di stabilire le regole, porre limiti e condannare i soprusi. La coscienza e l’etica mondiale sono sacrificati, da tutti i governi, ad interessi politici ed economici.

Di fronte a tali problemi, per sopravvivere, è necessario un progetto di “Ethos globale” condiviso da tutti gli uomini a prescindere dalla loro razza, religione e cultura.

Il progetto é promosso dalla Fondazione per l'etica mondiale (Weltethos Stiftung) sotto la presidenza del teologo e filosofo svizzero Hans Küng, il quale afferma:

« Questo unico mondo ha bisogno di un unico ethos fondamentale; questa unica società mondiale non ha certamente bisogno di un'unica religione e di un'unica ideologia, ha però bisogno di alcuni valori, norme, ideali e fini vincolanti e unificanti. »

Nel 1993 a Chicago, il Parlamento delle religioni mondiali ha accettato il testo della “Dichiarazione per un’etica mondiale” scritto da Hans Küng come dichiarazione iniziale verso un’etica globale. Il testo rappresenta un "corrispettivo etico" della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” del 1948. Il contenuto del testo, nei suoi quattro principi-guida, è delineato brevemente da Hans Küng nel libro “Ciò che credo”:

"ogni persona e ogni istituzione deve assumersi una quadruplice responsabilità:

- la responsabilità di una cultura di non violenza e del rispetto per ogni vita: abbiate rispetto per la vita! Secondo l’antichissima norma: ”Non uccidere”, non torturare, non far soffrire, non ferire;

- la responsabilità di una cultura di solidarietà e di un ordine economico giusto: agisci in modo giusto ed equo! Secondo l’antichissima norma: ”Non rubare”, non sfruttare non derubare non corrompere;

- La responsabilità di una cultura della tolleranza e di una vita nella sincerità: parla ed agisci sinceramente! Secondo l’antichissima formulazione: ”Non mentire”, non ingannare, non falsificare, non manipolare;

- La responsabilità di una cultura della parità di diritti e della solidarietà tra uomo e donna: rispettatevi ed amatevi a vicenda. Secondo l’antichissima formulazione: ”Non commettete atti impuri, non fare cattivo uso della sessualità”, non tradire, non umiliare, non avvilire.


È bene sottolineare che gli imperativi etici non sono leggi, ma mirano ad un impegno volontario. Dovrebbero far parte integrale della coscienza comune ed individuale per divenire parte della consapevolezza collettiva. Accettati come elementi base da tutte le religioni dovrebbero favorire il dialogo e la pace religiosa, presupposto alla pace tra i popoli.

Il progetto è molto ambizioso, ma è anche vero che se la macchina-mondo va avanti così, la catastrofe sta dietro la porta! Il primo obiettivo del progetto, condizione preliminare ad una speranza di successo, è quello del raggiungimento di una pace tra le religioni e la messa al bando del fanatismo. Le religioni come il Cristianesimo, l’Ebraismo, l’Islamismo e l’Induismo dichiarandosi mondiali hanno l’obbligo di pervenire, attraverso il rinnovamento, ad una pace religiosa. Le istituzioni religiose non possono rimanere ancorate a vecchi schemi, gerarchie e convinzioni e chiudere gli occhi davanti all’evoluzione ed al progresso. Le istituzioni religiose devono essere ben coscienti che nessuna di loro può vantare una leadership a livello mondiale; i loro contrasti, tendenza all’isolamento ed al predominio impediscono il progresso morale e civile dell’umanità.

Il testo della “Dichiarazione per un’etica mondiale” è reperibile sul sito: www.weltethos.org

Sandro

1 comment:

  1. Secondo me non vale. Il signor Küng dice in definitiva : 'Le religioni sono troppo diverse tra loro, quindi e' meglio trovare un'altro punto d'accordo'. Questo atteggiamento mi sembra troppo lontano dalla gente comune. Küng ha studiato tutta la sua vita tutte le religioni, ed ora ha deciso (lui, un giudice ?) che nessuna ha i mezzi per convincere o per motivare i popoli. Per cui : via, tutto da rifare ! E poi chi glielo spiega a tanta gente qual'e' la differenza tra etica e religione ? "No la tua religione non va' bene, dai retta alla mia etica e ti va' tutto meglio una cifra".
    E poi c'e' un discorso un po' complicato : l'etica e' dentro o fuori della religione ?

    Quello che mi colpisce nei quattro principi guida e' la giustificazione, (perche' di questo si tratta..) : '...secondo l'antichissima norma...' Non avrà mica letto i Dieci Comandamenti questo signore ...?

    Ed e' fortemente irritante che Küng elimini a priori il valore della fede, che e' il motore di ogni religione. E soprattutto ignora che una crescita ha effetto quando si riconoscono, si rispettano e si sfruttano le diversità. Questo vale anche per le religioni.

    Ancora un'osservazione sui quattro principi-guida. Non esistono forse gia' adesso in ogni costituzione, legislazione, regolamento e contratto sociale in tutto il mondo ? Ci sono impegni solenni, strutture sofisticate e organi preposti e tesi al rispetto di quelle regole.

    A me sembra che 'piova sul bagnato'. La globalizzazione vince in ogni campo, perche' offre compromessi economici di mille sfaccettature, e mille soluzioni per andare avanti nonostante gli errori economici che ci portano in continuazione alle varie crisi. E l'Etica Mondiale tende la mano ad un compromesso : 'teniamo i vantaggi della globalizzazione, ma diamoci una regolata...!'

    Per me i suddetti principi enunciano solo cio' che non si deve fare. Rispettare i principi non conduce ad un mondo migliore, visto che non dicono nulla di nuovo. Ci vogliono esempi invece. Io credo fortemente che la crisi di valori che stiamo vivendo sia dovuta al venir meno di esempi forti, sia di noi persone comuni, sia di coloro che ricoprono funzioni di responsabilità. Orientarsi verso un esempio da una voce e un immagine concreta alle regole. Ma forse e' piu' vero, che essere testimone di valori non produce reddito 'monetabile', ed e' per questo sempre meno degno di attenzione.

    A proposito di religioni e di etica economica. Propongo la lettura del seguente articolo sulla banca islamica. E' un esempio
    interessante di religione che guida un istituto economico cosi' onnipresente come quello bancario.

    http://www.nonsoloprestiti.com/101/la-banca-islamica-storia-e-suo-funzionamento --> sotto gli annunci pubblicitari ;-)

    Quando si parla di globalità equilibrata mi viene in mente un esempio molto attuale: Internet. Nessuno puo' esercitare pressione
    o violenza su internet. E' un mezzo per comunicare, ma non per sopraffare. Il livello di etica e' autogestito, non perfetto, ma in continua
    evoluzione.

    Qual'e' il punto forte ? La trasparenza immediata. Chi offende e' sotto gli occhi di tutti. Anche le minoranze possono esprimersi liberamente.

    Credo che questo principio di trasparenza immediata debba trovarsi tra i principi enunciati da Küng.

    ReplyDelete