Saturday, March 7, 2020

VIETATA LA CARITÀ: IL CASO DEL PASTORE NORBERT VALLEY

Domenica 11 febbraio 2018 poco prima delle 11, quando sta per iniziare il culto domenicale nella chiesa evangelica Freikirke in Le Locle, Cantone di Neuchâtel, arriva la polizia, chiede del pastore e lo porta in caserma.
Nel frattempo il pastore Norbert Valley di 64 anni è stato giudicato dalla Procura del Cantone di Neuchâtel, dichiarato colpevole e condannato. La sua colpa: Valley ha facilitato il soggiorno illegale di Josef un richiedente d’asilo del Togo, a cui l‘asilo era stato negato, e gli ha offerto più volte alloggio e pasti. Il verdetto: una pena pecuniaria di 1000 Franchi svizzeri e l’inscrizione nei registri della polizia.

Valley giudica questo verdetto „scandaloso“. Josef si trovava in una situazione molto critica. Dopo il rifiuto della sua richiesta d‘asilo era disperato e non aveva un luogo dove andare. Per Valley non è possibile rifiutare l’aiuto ad un uomo in questo stato e cita le parole di Gesù.
Matteo 25 (35 – 40) «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? Rispondendo, Gesù dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».
Fatto è che davanti a certa giustizia il Vangelo di Matteo non conta nulla. Valley è stato giudicato in base all’articolo 116 della „Legge per gli stranieri e l’integrazione“ (Ausländer- und Integrationsgesetz) vigente in Svizzera. L’articolo si applica anche a chi facilita la permanenza in Svizzera di persone che non ne hanno il diritto (rechtswidrigen Aufenthalt).

Quello di Valley non è l’unico caso. La statistica per il 2018 riporta ca. 600 casi in cui sono coinvolti stranieri residenti in Svizzera che hanno aiutato i loro compatriotti, 300 casi di cittadini svizzeri che hanno agito per motivi puramente umanitari. Solamente in 32 casi si può parlare di trafficanti di esseri umani (Schlepper).
Manon Schick amministratore delegato della sezione svizzera di Amnesty International ha criticato aspramente il verdetto a carico di padre Valley «Persone che danno ascolto al loro cuore ed alla loro umanità vengono trattate alla stregua di trafficanti di esseri umani». Secondo di Amnesty è incomprensibile che un paese umanitario come la Svizzera applichi delle leggi così severe contro persone che agiscono secondo coscienza ed aiutano dei rifugiati.

Il pastore Valley è determinato a difendersi e non accetta il verdetto e la pena a lui imposta, ha scritto al Pubblico Ministero «Ciò che è legale, non è necessariamente giusto moralmente. Io ho fatto solo il mio dovere, aiutare un uomo in pericolo».
Il 12 marzo il Pastore Norbert Valley si presenterà davanti al Tribunale di polizia di La Chaux-de-Fonds (NE). In quella sede si opporrà all'ordine penale che lo condanna "per aver facilitato il soggiorno illegale" di un richiedente d‘asilo togolese la cui domanda è stata respinta. Nel caso in cui il Tribunale dovesse confermare la sua condanna, Valley è determinato a portare avanti il suo caso fino a Strasburgo, al Tribunale europeo per il diritto degli uomini.

Sandro B.
07.03.2020

No comments:

Post a Comment