Wednesday, September 14, 2016

I DUBBI, IO NON SO (Fides 12)

Non credo alla “risurrezione della carne” professata dalla fede cristiana. Non riesco a credere che con la morte tutto sia finito.
Quanto scrive N.Kazantzakis nella sua introduzione all’Ascetica mi sgomenta:
“Veniamo da un abisso buio. Ritorniamo in un abisso buio. Chiamiamo vita lo spazio luminoso che intercorre tra di loro”.
Spero ci possa essere un ulteriore forma di vita, in una dimensione spirituale a noi oggi sconosciuta. (Sandro B.)

Immortalità dell’anima
La teologia classica derivata dalla filosofia greca concepisce la vita futura come “immortalità dell’anima”. (AD.41)

L’ebraismo moderno parla di immortalità spirituale, si basa sulla visione greca che gli esseri umani sono composti di due sostanze – un corpo materiale ed un’anima spirituale – e che l’elemento che non muore è l'anima. Essa lascia il corpo alla morte e gode di vita eterna con Dio. (AD.45)

Sulla base dell’intrinseca tendenza all’ordine dell’essere energia è plausibile pensare che l’ultimo e più perfetto stadio del cammino cosmico, cioè la vita morale e spirituale che a volte appare negli uomini, possa produrre un’ulteriore forma di vita, in uno stadio superiore dell’essere a noi ignoto, la quale, dopo la morte del corpo, continui a prescindere dal sostrato fisico che l’ha prodotto. (AD.123)
Se l’anima sopravvivrà è solo come puro pensiero. (AD.123)

Risurrezione
La fede cristiana nel simbolo apostolico dice che avverrà “la risurrezione della carne”

La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti. (J.Ratzinger) (ID.309)

La risurrezione costituisce senza dubbio l’evento generatore del cristianesimo storico, il Big Bang che l’ha portato ad essere un fenomeno di rilevanza mondiale. (ID.316)

“Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra predicazione, vana la nostra fede” (I Corinzi 15,14).

La risurrezione va considerata un evento escatologico, cioè che supera le dimensioni del tempo e dello spazio e che immette nella dimensione ultima, quella dell’eterno e che per questo la conoscenza umana, che senza tempo e spazio non è in grado di procedere, non afferrerà mai […] La risurrezione di Gesù non consiste nella rianimazione del suo cadavere. (ID.318)

Il Problema
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
C’è un futuro per noi, al di là della linea di un orizzonte che cozza, ineluttabile, contro il muro della morte? Prima della nascita e dopo la morte, da entrambi i capi la nostra esistenza è immersa nell’ignoto. Senza dubbio, sull’eterno. Eterno, il nulla da cui forse siamo venuti. Eterno, il niente nel quale forse sprofonderemo.

Non crediamo sia in torto chi ha paragonato la nostra condizione a quella di chi si svegli su un treno che corre nella notte. Da dove è partito quel treno su cui siamo stati caricati, non sappiamo quando e perché? dove è diretto? e perché questo treno e non un altro?
C’è chi si accontenta di esaminare il suo scompartimento, di verificare le dimensioni dei sedili, di analizzare i materiali. Per poi riaddormentarsi tranquillo: ha preso coscienza dell’ambiente che lo circonda, tanto gli basta, il resto non è affar suo. Ché, se poi l’angoscia dell’ignoto prenderà alla gola, ci sarà sempre modo di scacciarla pensando ad altro.
I più saccenti hanno solo un’informazione sicura da dare: che il convoglio finirà per imboccare un tunnel oscuro, senza che nessuno possa scendere prima. Ma che vi sia oltre l’imbocco della misteriosa galleria, non sanno. “Non c’è nulla, c’è solo il buio”, dicono alcuni. Un’opinione rispettabile. Ma che purtroppo ha il difetto di mancare di prove. Nessuno è tornato indietro per darci relazione del suo viaggio al di là della Todeslinie, la linea della morte.

Gesù è il solo uomo nella storia, di cui si dice che sia tornato vivo dalla galleria della morte.
E se fosse vero?

Dal libro Ipotesi su Gesù
(IG.7,8,9)

 Io non so chi mi ha messo al mondo né che cosa è il mondo né che cosa sono io stesso. Vedo questi impressionanti spazi dell’universo che mi rinchiudono e mi trovo attaccato a un angolo di questa vasta distesa, senza che io sappia perché io sia stato collocato in questo luogo piuttosto che in un altro. Né perché questo poco tempo che mi è dato di vivere mi è dato a questo punto, piuttosto che a un altro di tutta l’eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Io non vedo che infiniti da tutte le parti che mi rinchiudono come un atomo e come un’ombra che dura solo un istante senza ritorno.
B.Pascal


Riferimenti:
Questo articolo è il n. 12 della serie “Fides” che partendo dalla teologia di Vito Mancuso cerca di arrivare ad una visione di fede. Di aiuto a questo mio lavoro sono stati anche i libri di Hans Küng e di Vittorio Messori.

“L’Anima e il suo Destino” di Vito Mancuso - Raffaello Cortina Editore 2007
(AD.x) = Anima e il suo Destino. Pagina

“Io e Dio” di Vito Mancuso - Garzanti Editore 2011
(ID.x) = IO e Dio. Pagina

“Ipotesi su Gesù” di Vittorio Messori - SEI Frontiere 2010
(IG.X) = Ipotesi su Gesù.Pagina

A cura di:
Sandro B.
14.09.2016

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